Sunday View
UniCredit e Commerzbank: quando Italia-Germania è come un derby
La seconda banca italiana ha annunciato di impegnarsi all’acquisto di sempre più quote della sua concorrente tedesca, ma la Germania si mette di traverso
di Lorenzo Cleopazzo 29 Settembre 2024 09:30
Da dove cominciare? Ciascuno di noi ha, probabilmente, un ricordo di quei momenti. Anche chi era troppo piccolo per ricordarsi tutto per filo e per segno, o chi invece ha lentamente lasciato andare i ricordi e ora ha solo qualche immagine offuscata. Chi era a casa propria davanti alla televisione, chi era con gli amici al bar, e infine chi quei mondiali di calcio li ha seguiti di persona. Tutti urlavano di gioia, quantomeno da questa parte delle Alpi.
Quando si dice Italia-Germania, qualcuno pensa alla semifinale epocale dei mondiali in Messico, qualcun altro alla finale di Spagna ’82, ma in moltissimi arrivano prima a quella emozionante partita del 2006: l’anno che nella testa dei tifosi della nazionale, più o meno accaniti, è un po’ un’ancora, una solida certezza a cui aggrapparsi in un mare – quello dei risultati calcistici – che ultimamente è alquanto burrascoso. A chi però cita solo Gigi Riva, Pablito Rossi o Alex Del Piero, magari anche con qualche sospiro malinconico, dobbiamo ricordare che in questo momento si sta giocando un’altra Italia-Germania, e il campo di gioco è leggermente differente. Nessun mondiale, ma le sorti di questo derby potrebbero far felici molte persone in Europa e non solo.
Questa settimana il Sunday View siede sugli spalti tutto agghindato per l’occasione, con tricolore e maglia azzurra d’ordinanza. Ora arriva il fischio d’inizio, siamo pronti a goderci la partita?
Nel mese di settembre la banca italiana ha prima comprato il 9% delle azioni di Commerzbank, e poi ha annunciato la disposizione in Borsa per l’acquisto di un altro 11,5%. La volontà dichiarata è di raggiungere, se non superare, il 29,9% del capitale della banca tedesca. Il problema? La Germania non vuole che accada. Il governo di Berlino era il primo azionista di Commerzbank da quando è intervenuto in salvataggio della banca durante la crisi del 2008, acquistandone un 16% di azioni che però sta lentamente vendendo. L’ultima tranche se l’è aggiudicata proprio UniCredit, con una di quelle offerte che fanno capire quanto faccia sul serio. Ed è proprio la volontà dell’istituto italiano a spaventare il governo tedesco, che non aveva previsto questa determinazione, che tanto lo mette in difficoltà in Parlamento e con i propri cittadini. Quindi che succede? Via con indagini sulla regolarità dell’acquisto, vendite bloccate e anche Deutsche Bank che ha provato a inserirsi nell’affare. Un comportamento che non piace all’interno degli ambienti europei.
Insomma, in Germania non sono molto sereni all’idea che gli italiani mettano mano a una delle loro banche più importanti; mentre in Italia i toni sono più pacati, con il governo che afferma di osservare la vicenda dall’esterno, e l’AD di UniCredit, Andrea Orcel, che si mostra tranquillo e aperto verso qualsiasi scenario futuro.
Ora viene da chiedersi: se anziché una banca italiana, ci fosse stata un’americana, si sarebbe fatto tutto questo baccano? E poi, perché c’è questo attrito tra due stati così vicini e così importanti per il Vecchio Continente? Se ci leggete da un po’, sapete già dove stiamo andando: indietro nel tempo, a cercare qualche possibile risposta a queste domande.
Prima gli italici in Germania, poi i germanici in Italia. Tra i due momenti ballano nove secoli e mezzo, ma non cambiano i fattori in campo: i primi hanno in mano i territori dei secondi, ma i secondi non sono molto inclini a lasciarglieli. L’andata si gioca nel 9 d.C., quando Publio Quintilio Varo – uomo di Ottaviano Augusto – punta alla “civilizzazione” dei territori germanici conquistati, instaurando il diritto giuridico romano in un territorio dove la ragione si dimostrava con le armi. Come andò a finire? Arminio, generale germanico al servizio di Roma, tradì Varo e organizzò la celebre imboscata di Teutoburgo. Da qui iniziano molte discordie interne alla Germania, tra chi fu fedele ad Arminio, chi rimase fedele a Roma, e chi a nessuno dei due. I romani inizialmente intervennero, ma ben presto lasciarono perdere quei territori, abbandonando le tribù oltre il Reno ai loro dissapori.
Ora ci spostiamo in avanti di un bel pezzo sul libro di storia, rimanendo sempre in compagnia di un romano impero, a cui però qualcuno ha aggiunto anche l’aggettivo di “Sacro”. Quel qualcuno è l’imperatore Federico I, detto Barbarossa, – indovinate il perché? – che definisce così il suo regno che dalla Germania si estende anche in Italia. I dissapori più accesi si creano nei Comuni del nord, ai quali il Barbarossa toglie autonomia. Questi non ci stanno e fondano la prima Lega Lombarda dopo la caduta di Milano, riuscirono a sconfiggere l’imperatore nella battaglia di Legnano, e si fecero riconoscere ufficialmente qualche anno dopo dallo stesso Federico.
Uno pari, palla al centro.
Tra Germania e Italia è sempre derby, con le armi prima e con il denaro poi, passando da tre brevi ma bellissime parentesi calcistiche. Oggi UniCredit sembra fare sul serio, mentre Olaf Scholz dal canto suo ha già detto che le intenzioni dell’istituto italiano risultano ostili e pericolose per il sistema bancario internazionale. E ci risiamo: prima Varo e Arminio, poi Federico I e la Lega Lombarda, infine UniCredit e Commerzbank. Nessuna invasione od ostentazione di superiorità però stavolta: la banca italiana sta facendo tutto per bene. Anzi, così bene che in Europa ci si auspica che vada tutto per il meglio, dato che l’acquisizione andrebbe a creare un potentissimo gruppo internazionale, sempre più vicino all’idea di un sistema continentale che tanto piace ai regolatori europei. A riprova di tutto questo, anche i titoli di entrambe le banche che sono saliti in vista dell’incontro tra Bettina Orlopp, Ceo di Commerzbank, e Andrea Orcel, Ad di UniCredit. Inizia il secondo tempo della partita.
Strette di mano, sorrisoni, e la Orlopp che parla di voler creare valore per i propri soci... Non è che di colpo questo derby diventa un’amichevole?
Quando si dice Italia-Germania, qualcuno pensa alla semifinale epocale dei mondiali in Messico, qualcun altro alla finale di Spagna ’82, ma in moltissimi arrivano prima a quella emozionante partita del 2006: l’anno che nella testa dei tifosi della nazionale, più o meno accaniti, è un po’ un’ancora, una solida certezza a cui aggrapparsi in un mare – quello dei risultati calcistici – che ultimamente è alquanto burrascoso. A chi però cita solo Gigi Riva, Pablito Rossi o Alex Del Piero, magari anche con qualche sospiro malinconico, dobbiamo ricordare che in questo momento si sta giocando un’altra Italia-Germania, e il campo di gioco è leggermente differente. Nessun mondiale, ma le sorti di questo derby potrebbero far felici molte persone in Europa e non solo.
Questa settimana il Sunday View siede sugli spalti tutto agghindato per l’occasione, con tricolore e maglia azzurra d’ordinanza. Ora arriva il fischio d’inizio, siamo pronti a goderci la partita?
29,9%
Nel mese di settembre la banca italiana ha prima comprato il 9% delle azioni di Commerzbank, e poi ha annunciato la disposizione in Borsa per l’acquisto di un altro 11,5%. La volontà dichiarata è di raggiungere, se non superare, il 29,9% del capitale della banca tedesca. Il problema? La Germania non vuole che accada. Il governo di Berlino era il primo azionista di Commerzbank da quando è intervenuto in salvataggio della banca durante la crisi del 2008, acquistandone un 16% di azioni che però sta lentamente vendendo. L’ultima tranche se l’è aggiudicata proprio UniCredit, con una di quelle offerte che fanno capire quanto faccia sul serio. Ed è proprio la volontà dell’istituto italiano a spaventare il governo tedesco, che non aveva previsto questa determinazione, che tanto lo mette in difficoltà in Parlamento e con i propri cittadini. Quindi che succede? Via con indagini sulla regolarità dell’acquisto, vendite bloccate e anche Deutsche Bank che ha provato a inserirsi nell’affare. Un comportamento che non piace all’interno degli ambienti europei.
Insomma, in Germania non sono molto sereni all’idea che gli italiani mettano mano a una delle loro banche più importanti; mentre in Italia i toni sono più pacati, con il governo che afferma di osservare la vicenda dall’esterno, e l’AD di UniCredit, Andrea Orcel, che si mostra tranquillo e aperto verso qualsiasi scenario futuro.
Ora viene da chiedersi: se anziché una banca italiana, ci fosse stata un’americana, si sarebbe fatto tutto questo baccano? E poi, perché c’è questo attrito tra due stati così vicini e così importanti per il Vecchio Continente? Se ci leggete da un po’, sapete già dove stiamo andando: indietro nel tempo, a cercare qualche possibile risposta a queste domande.
ANDATA E RITORNO
Prima gli italici in Germania, poi i germanici in Italia. Tra i due momenti ballano nove secoli e mezzo, ma non cambiano i fattori in campo: i primi hanno in mano i territori dei secondi, ma i secondi non sono molto inclini a lasciarglieli. L’andata si gioca nel 9 d.C., quando Publio Quintilio Varo – uomo di Ottaviano Augusto – punta alla “civilizzazione” dei territori germanici conquistati, instaurando il diritto giuridico romano in un territorio dove la ragione si dimostrava con le armi. Come andò a finire? Arminio, generale germanico al servizio di Roma, tradì Varo e organizzò la celebre imboscata di Teutoburgo. Da qui iniziano molte discordie interne alla Germania, tra chi fu fedele ad Arminio, chi rimase fedele a Roma, e chi a nessuno dei due. I romani inizialmente intervennero, ma ben presto lasciarono perdere quei territori, abbandonando le tribù oltre il Reno ai loro dissapori.
Ora ci spostiamo in avanti di un bel pezzo sul libro di storia, rimanendo sempre in compagnia di un romano impero, a cui però qualcuno ha aggiunto anche l’aggettivo di “Sacro”. Quel qualcuno è l’imperatore Federico I, detto Barbarossa, – indovinate il perché? – che definisce così il suo regno che dalla Germania si estende anche in Italia. I dissapori più accesi si creano nei Comuni del nord, ai quali il Barbarossa toglie autonomia. Questi non ci stanno e fondano la prima Lega Lombarda dopo la caduta di Milano, riuscirono a sconfiggere l’imperatore nella battaglia di Legnano, e si fecero riconoscere ufficialmente qualche anno dopo dallo stesso Federico.
Uno pari, palla al centro.
CAMPO NEUTRO
Tra Germania e Italia è sempre derby, con le armi prima e con il denaro poi, passando da tre brevi ma bellissime parentesi calcistiche. Oggi UniCredit sembra fare sul serio, mentre Olaf Scholz dal canto suo ha già detto che le intenzioni dell’istituto italiano risultano ostili e pericolose per il sistema bancario internazionale. E ci risiamo: prima Varo e Arminio, poi Federico I e la Lega Lombarda, infine UniCredit e Commerzbank. Nessuna invasione od ostentazione di superiorità però stavolta: la banca italiana sta facendo tutto per bene. Anzi, così bene che in Europa ci si auspica che vada tutto per il meglio, dato che l’acquisizione andrebbe a creare un potentissimo gruppo internazionale, sempre più vicino all’idea di un sistema continentale che tanto piace ai regolatori europei. A riprova di tutto questo, anche i titoli di entrambe le banche che sono saliti in vista dell’incontro tra Bettina Orlopp, Ceo di Commerzbank, e Andrea Orcel, Ad di UniCredit. Inizia il secondo tempo della partita.
BONUS TRACK
Strette di mano, sorrisoni, e la Orlopp che parla di voler creare valore per i propri soci... Non è che di colpo questo derby diventa un’amichevole?
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