Politiche sostenibili

Elezioni Usa e energia green: cosa cambia in base a chi sarà il nuovo presidente?

Secondo LGIM gli investimenti statunitensi in energia pulita non cambieranno in base all'esito elettorale. Anche se dovesse vincere Trump. Motivo? Lo status stesso dell'economia Usa

di Davide Lentini 2 Ottobre 2024 09:10

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Manca circa un mese alle elezioni americane che decreteranno il nuovo Presidente degli Stati Uniti e la fortissima polarizzazione che si è venuta a creare all’interno dello scenario politico fa pensare che il futuro di numerosissimi settori dipenda da chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Tra quelli guardati con maggiore attenzione ci sono gli investimenti in energia pulita.

SE VINCE HARRIS?


Cosa succederà alle politiche sostenibili se vincerà Kamala Harris? E se invece dovesse vincere Donald Trump? Secondo gli analisti di LGIM se c’è un comparto che non risentirà eccessivamente dei risultati elettorali è proprio l’energia green. “In caso di vittoria dei democratici - spiega Aanand Venkatramanan, Head of ETFs per l’area EMEA di LGIM - è ragionevole supporre che gli investimenti in rinnovabili continueranno a ricevere un forte supporto legislativo. Basta pensare al Bipartisan Infrastructure Law del 2021 e ai CHIPS and Science e Inflation Reduction Act del 2022, tutti approvati dall’amministrazione Biden, che hanno fatto confluire nel settore capitali provenienti da investimenti federali, crediti d’imposta e prestiti”.

E SE INVECE VINCE TRUMP?


La situazione non dovrebbero cambiare se fossero i repubblicani a vincere. “Donald Trump non ha mai nascosto la sua avversione alle rinnovabili e di voler favorire la produzione interna di combustibili fossili. Inoltre nel 2017, sotto la sua presidenza, gli Usa sono usciti dagli Accordi di Parigi sul clima. Ma in realtà - chiarisce Venkatramanan - molti si stupiranno nello scoprire che durante la presidenza Trump l’ammontare di energia eolica e solare è cresciuta di anno in anno, arrivando a livelli che in quel periodo hanno fatto registrare un record per entrambi i segmenti”.

I RENDIMENTI DELLE RINNOVABILI CRESCERANNO


Per l’analista di LGIM, dunque, l'esito delle urne non inciderà sulla situazione che, anzi, si ripeterà, per lo status dell’economia statunitense stessa. “Innanzitutto bisogna considerare che, dopo essere stata prodotta, l’energia viene venduta secondo quanto stabilito da accordi basati sul potere d’acquisto, indicati dalla sigla PPA - spiega - Quando i nuovi PPA sono stati sottoscritti, il mondo si trovava in un contesto di tassi d’interesse crescenti; di conseguenza, hanno incorporato i maggiori costi di finanziamento e contratto i margini di guadagno dei produttori. Questo accadeva perché, mentre i crediti sono fissi, i debiti (ovvero i pagamenti di interessi) possono essere variabili. Tuttavia, ora che i tassi sono tornati e scendere e che verosimilmente scenderanno ancora di più nei prossimi mesi, i rendimenti da PPA dovrebbero tornare a crescere, spingendo l’intero comparto delle rinnovabili”.

ENERGIA GREEN COMPETITIVA


Infine, al di là dell’andamento dei tassi d’interesse, l’energia green beneficerà di una svolta radicale dell’intera economia di questo settore. Infatti, tra il 2010 e il 2022, è riuscita a diventare competitiva dal punto di vista dei prezzi, rispetto ai combustibili fossili, con il costo dell’energia solare che è sceso dell’89%, pari ad appena un terzo di quella prodotta da fonti non rinnovabili. “Per questo - conclude Aanand Venkatramanan, Head of ETFs per l’area EMEA di LGIM - siamo convinti che l’economia, e non la politica, determinerà il futuro dell’energia green”.

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