Strategie di investimento
Per PGIM Fixed Income le prospettive sul reddito fisso restano positive
Solidi fondamentali, moderazione nelle nuove emissioni e un contesto tecnico favorevole spingono gli investitori a posizionarsi per bloccare rendimenti più elevati al picco del ciclo dei tassi di interesse
di Leo Campagna 3 Ottobre 2024 15:10
Rendimenti interessanti, imminenti tagli dei tassi e fondamentali aziendali resilienti contribuiscono a rendere interessante le prospettive delle obbligazioni. Gregory Peters, Co-Chief Investment Officer di PGIM Fixed Income, spiega come i gestori attivi possono aggiungere valore nell'attuale ambiente attraverso il posizionamento strategico, la gestione delle mutevoli condizioni macro e la selezione dei titoli che sfrutta la dispersione nel mercato obbligazionario.
Un contesto di tassi a lungo termine elevati e stabili supporta il caso rialzista per il reddito fisso. Sono probabili altri tagli dei tassi, ma i rendimenti a lungo termine dovrebbero rimanere vicini ai livelli attuali. Sia perché i prezzi incorporano già una discreta quantità di tagli e sia perché le pesanti emissioni di titoli di stato per una politica fiscale accomodante (e una forte crescita del debito pubblico) potrebbero impedire qualsiasi calo sostanziale e sostenuto dei tassi a lungo termine. Possibile pertanto una lenta normalizzazione della curva dei rendimenti, con il risultato di una piccola variazione nell'intervallo per i tassi a lungo termine nonostante un eventuale calo dei tassi a breve termine.
Con gli elevati rendimenti attuali e i mercati azionari che continuano a salire verso nuovi massimi, è allettante per gli investitori restare in liquidità o investire in azioni. Tuttavia lo scenario odierno ci fa pensare ad una solida occasione di investimento strategico nel reddito fisso. I rendimenti della liquidità scenderanno presto e, probabilmente, sottoperformeranno se i tassi rimangono stabili o vengono tagliati. Per quanto riguarda invece le azioni, in caso di una brusca correzione, le obbligazioni tendono ad agire storicamente come solidi ammortizzatori nei portafogli. La nostra visione cautamente ottimistica a lungo termine per i settori del credito è un altro aspetto positivo per i rendimenti del mercato obbligazionario. Le prospettive per i rendimenti del credito rimangono favorevoli grazie a solidi fondamentali, moderazione delle nuove emissioni e un contesto tecnico favorevole mentre gli investitori si spostano verso il reddito fisso per bloccare rendimenti più elevati al picco del ciclo dei tassi di interesse.
Al momento pensiamo a rendimenti obbligazionari più elevati, non più bassi. E dal punto di vista di un gestore obbligazionario, anche senza tagli dei tassi, penso che il valore delle obbligazioni e il rendimento offerto in un contesto di tassi più elevati preannunciano una crescita maggiore, il che è positivo. Penso che siamo in un mondo in cui i rendimenti saranno più elevati e gli spread, salvo recessione, saranno più stretti. Non vogliamo che i tagli dei tassi si verifichino in modo davvero significativo e rapido per evitare di concludere in fretta questo contesto davvero favorevole al reddito fisso.
Stiamo entrando in un periodo caratterizzato da condizioni che sono molto più coerenti con le norme storiche con rendimenti che, probabilmente, rimarranno nella fascia alta. Negli Stati Uniti, il rendimento del Treausury a 10 anni dovrebbe oscillare tra 3,5% e 4,7%. A livello globale stiamo archiviando il periodo di predominio delle banche centrali in cui operiamo da un po' di tempo che ha bloccato molto il valore a livello globale. Basti pensare a gennaio di quest'anno, quando era impossibile per la BCE considerare di tagliare i tassi prima della Fed. I tagli dei tassi sembrano destinati a verificarsi in modo più deciso al di fuori degli Stati Uniti, mentre il Giappone è nel mezzo di una normalizzazione politica per la prima volta in 20 anni. Negli Stati Uniti, la Fed dopo il primo taglio dei tassi dovrebbe proseguire l’allentamento monetario fino a raggiungere un tasso obiettivo di circa il 3%. La divergenza nella politica delle banche centrali a livello globale sta creando opportunità per i gestori obbligazionari globali di aggiungere ulteriore alfa, il che è positivo dal punto di vista di una gestione attiva.
Quali sono le sue attuali prospettive sul reddito fisso?
Un contesto di tassi a lungo termine elevati e stabili supporta il caso rialzista per il reddito fisso. Sono probabili altri tagli dei tassi, ma i rendimenti a lungo termine dovrebbero rimanere vicini ai livelli attuali. Sia perché i prezzi incorporano già una discreta quantità di tagli e sia perché le pesanti emissioni di titoli di stato per una politica fiscale accomodante (e una forte crescita del debito pubblico) potrebbero impedire qualsiasi calo sostanziale e sostenuto dei tassi a lungo termine. Possibile pertanto una lenta normalizzazione della curva dei rendimenti, con il risultato di una piccola variazione nell'intervallo per i tassi a lungo termine nonostante un eventuale calo dei tassi a breve termine.
Considerati gli elevati rendimenti odierni, cosa pensa del reddito fisso rispetto alla liquidità o alle azioni?
Con gli elevati rendimenti attuali e i mercati azionari che continuano a salire verso nuovi massimi, è allettante per gli investitori restare in liquidità o investire in azioni. Tuttavia lo scenario odierno ci fa pensare ad una solida occasione di investimento strategico nel reddito fisso. I rendimenti della liquidità scenderanno presto e, probabilmente, sottoperformeranno se i tassi rimangono stabili o vengono tagliati. Per quanto riguarda invece le azioni, in caso di una brusca correzione, le obbligazioni tendono ad agire storicamente come solidi ammortizzatori nei portafogli. La nostra visione cautamente ottimistica a lungo termine per i settori del credito è un altro aspetto positivo per i rendimenti del mercato obbligazionario. Le prospettive per i rendimenti del credito rimangono favorevoli grazie a solidi fondamentali, moderazione delle nuove emissioni e un contesto tecnico favorevole mentre gli investitori si spostano verso il reddito fisso per bloccare rendimenti più elevati al picco del ciclo dei tassi di interesse.
Come affrontate l'idea di un tasso di interesse neutrale potenzialmente più elevato di quanto inizialmente previsto?
Al momento pensiamo a rendimenti obbligazionari più elevati, non più bassi. E dal punto di vista di un gestore obbligazionario, anche senza tagli dei tassi, penso che il valore delle obbligazioni e il rendimento offerto in un contesto di tassi più elevati preannunciano una crescita maggiore, il che è positivo. Penso che siamo in un mondo in cui i rendimenti saranno più elevati e gli spread, salvo recessione, saranno più stretti. Non vogliamo che i tagli dei tassi si verifichino in modo davvero significativo e rapido per evitare di concludere in fretta questo contesto davvero favorevole al reddito fisso.
Qual è la sua opinione sulla progressione delle politiche delle banche centrali nel prossimo anno?
Stiamo entrando in un periodo caratterizzato da condizioni che sono molto più coerenti con le norme storiche con rendimenti che, probabilmente, rimarranno nella fascia alta. Negli Stati Uniti, il rendimento del Treausury a 10 anni dovrebbe oscillare tra 3,5% e 4,7%. A livello globale stiamo archiviando il periodo di predominio delle banche centrali in cui operiamo da un po' di tempo che ha bloccato molto il valore a livello globale. Basti pensare a gennaio di quest'anno, quando era impossibile per la BCE considerare di tagliare i tassi prima della Fed. I tagli dei tassi sembrano destinati a verificarsi in modo più deciso al di fuori degli Stati Uniti, mentre il Giappone è nel mezzo di una normalizzazione politica per la prima volta in 20 anni. Negli Stati Uniti, la Fed dopo il primo taglio dei tassi dovrebbe proseguire l’allentamento monetario fino a raggiungere un tasso obiettivo di circa il 3%. La divergenza nella politica delle banche centrali a livello globale sta creando opportunità per i gestori obbligazionari globali di aggiungere ulteriore alfa, il che è positivo dal punto di vista di una gestione attiva.