L'outlook

Ubs Am non vede recessione e resta neutrale sull’azionario

L'allentamento monetario favorisce il comparto obbligazionario, con una preferenza per i bond corporate investment grade e per l’obbligazionario euro high yield

di Fabrizio Arnhold 3 Ottobre 2024 10:51

financialounge -  azionario obbligazionario outlook Teresa Gioffreda UBS AM
 

I rischi geopolitici in Medio Oriente fanno aumentare la volatilità sui mercati che, però, non perdono la bussola. “L’economia globale si trova in un momento importante in cui le banche centrali sono passate a politiche monetarie accomodanti, dopo i cicli di inasprimento aggressivi degli ultimi anni”, spiega Teresa Gioffreda, investment strategist di Ubs Am. “I tassi di interesse più elevati sono stati efficaci nel ridurre le pressioni inflazionistiche, ma resta da vedere se si riuscirà a raggiungere il risultato di un rallentamento della crescita, senza incorrere in una recessione”. Lo scenario di Ubs è quello di un atterraggio morbido.

INCERTEZZA PER IL VOTO USA


Il voto per le presidenziali americane si avvicina, con un duello che si gioca all’insegna dell’incertezza. “È probabile che gli Stati Uniti avranno uno Congresso diviso, con una Camera a maggioranza democratica e un Senato repubblicano – prosegue Gioffreda. “Questo dovrebbe essere un fattore positivo per i mercati perché dovrebbe permettere di non implementare le misure più estreme annunciate in campagna elettorale da entrambe le parti”. La preferenza è per gli Usa: “Siamo neutrali in un contesto di valutazioni elevate a livello di indice: privilegiamo gli Stati Uniti rispetto ai mercati sviluppati al di fuori degli Stati Uniti a causa del profilo degli utili più solidi e dell’esposizione relativamente minore al settore manifatturiero debole”, aggiunge la investment strategist di Ubs Am.

MIGLIORA LA CINA


Le misure introdotte dal governo cinese per supportare la crescita sono state apprezzate dai mercati. Per Gioffreda “il cambiamento positivo della politica in Cina dovrebbe contribuire a migliorare la performance dei mercati emergenti, in particolare data la domanda finale nei mercati sviluppati ancora resiliente”. Meno interessanti in questo momento le azioni della zona euro. Per quanto riguarda le commodity, c’è ancora spazio per il rally dell’oro. “Le materie prime sono diventate un’esposizione strutturale da mantenere per coprire il portafoglio dal rischio di inflazione e dai rischi geopolitici – prosegue Teresa Gioffreda -. Abbiamo un leggero sovrappeso sull’oro, diventato ormai una delle coperture preferite dagli investitori per questi rischi, con domanda sostenuta da parte delle banche centrali”.

BOND, ULTIMA CHIAMATA


Le banche centrali hanno iniziato a tagliare i tassi, con l’inflazione che prosegue nella discesa. “In questo scenario i mercati obbligazionari tornano a svolgere il loro ruolo di decorrelazione rispetto ai mercati azionari in un portafoglio multi-asset”, commenta Anaïs Brunner, fixed income strategist di Ubs Am. “Anche se i rendimenti sono scesi rispetto a un anno fa, pensiamo di essere ancora su livelli interessanti, che non dureranno a lungo visto che le banche centrali dovrebbero continuare a tagliare i tassi nel prossimo anno”. Entrando più nel dettaglio, si mantiene un sovrappeso in termini di duration sia su Stati Uniti sia su zona Euro, con lo sguardo che si può ampliare a tutti i paesi che hanno avviato un allentamento monetario.

INTERESSANTI LE OBBLIGAZIONI CORPORATE IG


“Consideriamo interessanti le obbligazioni corporate con rating investment grade, in particolare quelle in euro”, prosegue Anaïs Brunner. “Siamo positivi, in modo selettivo, anche sulle obbligazioni in valuta locale: nel complesso gli emergenti sono stati in grado di mantenere prima l’inflazione sotto controllo, grazie a politiche monetarie più proattive; inoltre, tassi più bassi della Fed e le prospettive di un dollaro Usa meno forte sono un fattore positivo per le valute locali di questi Paesi”.

E QUELLE HIGH YIELD IN EURO


La duration dell’indice dell’obbligazionario euro high yield è relativamente breve, 2,7 anni, e questo, come emerge dall’analisi di Ubs Am, ha permesso di avere una volatilità più contenuta rispetto alle obbligazioni investment grade “che sono legate all’aumentata volatilità dei tassi di interesse governativi”, conclude la fixed income strategist di Ubs Am.

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