La decisione

L'Ue approva i dazi aggiuntivi sulle auto elettriche cinesi, ma gli Stati si dividono

Italia e Francia votano a favore, la Germania contro. La Commissione europea continua comunque a cercare un accordo con Pechino, che chiede di rinviare l'applicazione delle restrizioni per evitare "attriti commerciali"

di Davide Lentini 4 Ottobre 2024 11:43

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Come era previsto, da Bruxelles è arrivato il via libera dei Paesi dell'Unione europea all'introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi. E' la risposta ai maxi sussidi elargiti da Pechino alle proprie aziende, definiti sleali dall'Europa. Le nuove tariffe si aggiungono ai dazi standard del 10% già applicati dall'Ue in caso le importazioni di auto. La votazione, però, ha spaccato gli Stati membri.

LA DIVISIONE IN COMITATO


All'interno del comitato Ue per la difesa commerciale, infatti, non è stata raggiunta una maggioranza qualificata né a favore né contro la proposta della Commissione che quindi ha approvato il provvedimento, avendo comunque raggiunto il sostegno necessario: dieci stati membri si sono pronunciati a favore, 5 contro, 12 si sono astenuti. L'Italia ha votato a favore, così come la Francia. La Germania, invece, si è espressa contro, mentre la Spagna si è astenuta.

SI LAVORA A UN ACCORDO


Ma se da una parte l'Europa prova a limitare la concorrenza cinese aumentando le tariffe, dall'altra la Commissione conferma di voler portare avanti le trattative con la Cina per verificare la possibilità di raggiungere un accordo, in assenza del quale i nuovi dazi sarebbero applicati per almeno 5 anni. "I negoziati sono in corso 'in buona fede' - ha spiegato un funzionario della Commissione europea ai giornalisti presenti a Bruxelles - L'indagine dell'Ue sui veicoli elettrici prodotti in Cina ha sempre perseguito l'obiettivo di raggiungere condizioni di parità e non di imporre tariffe per il gusto di imporle".

OLTRE 3 MILIONI DI AUTO NON VENDUTE


Secondo la Commissione, la capacità produttiva inutilizzata della Cina, pari a tre milioni di veicoli elettrici all'anno che devono essere esportati, è il doppio di tutto il mercato dell'Ue. Date le tassazioni al 100% negli Stati Uniti e in Canada, lo sbocco più ovvio per questi veicoli elettrici è diventato l'Europa. La Commissione europea ha comunque chiarito che "continuiamo a negoziare con Cina, perchè siamo aperti a trovare una soluzione".

PECHINO: "RISCHIO ATTRITI COMMERCIALI"


Dopo l'approvazione dei dazi, però, la Cina ha invitato l'Ue a ritardarne l'applicazione "per evitare una escalation di attriti commerciali", almeno stando a quanto riportano i media di Pechino.  Da parte sua la Camera di commercio cinese ha espresso forte insoddisfazione nei confronti dell'Europa, per aver promosso misure che sono state definite di 'protezionismo commerciale'. In un comunicato stampa la Ccceu "esprime la sua profonda delusione per questo risultato e incoraggia fortemente l'Unione europea a ritardare l'applicazione dei dazi doganali e a dare priorità alla risoluzione delle controversie e delle tensioni commerciali attraverso il dialogo".

 

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