La crisi dell'automotive
I concessionari Stellantis scaricano Tavares e chiedono all'Ue di rinviare l'elettrico
I rivenditori appoggiano la proposta di Acea di rivedere le scadenze previste per le vendite di auto elettriche. E si dicono in netta contrapposizione con il Ceo dell'azienda che rappresentano
di Davide Lentini 7 Ottobre 2024 14:20
Ora Carlos Tavares viene scaricato, in corsa, anche dai suoi concessionari. Che per la prima volta si schierano contro l’azienda che vendono, al punto da decidere di tutelarsi da soli. I rivenditori Stellantis hanno infatti preso carta e penna per chiedere all’Unione europea di rinviare di due anni l’entrata in vigore delle nuove regole sulle auto elettriche, in linea con quanto già fatto da Acea, l’associazione europea dei costruttori di auto. Mentre lo stesso Tavares, Ceo di Stellantis, ha sempre appoggiato le scadenze europee che, nell'ambito del Green Deal, prevedono di raddoppiare la vendita di auto elettriche entro il 2025 per ridurre le emissioni di CO2. Un obiettivo che, stando i numeri di immatricolazioni degli ultimi mesi, sarà ben difficile da raggiungere. E i concessionari lo sanno bene.
L’immagine oggi è quella di un’azienda che va in una direzione, per le decisioni del suo management, e la base che va da un’altra. Uno scollamento che rischia di costare caro a Stellantis, più di quanto non stia già pagando: da un mese le previsioni di vendita sono state riviste al ribasso, con un profit warning che ha fatto registrare pesanti vendite sul titolo. Da inizio anno, infatti, ha perso il 43% del valore. E i dati sulle nuove immatricolazioni non lasciano presagire nulla di buono. Anzi.
Non a caso i concessionari lo hanno ribadito nella lettera all’Ue con cui chiedono di rivedere i termini per la spinta all’elettrico. Sanno che i loro magazzini sono pieni di auto invendute, in più parlano quotidianamente con i possibili clienti, sempre più scettici nel comprare un’auto elettrica: mancano le infrastrutture, colonnine di ricarica in primis, mancano gli incentivi e l’autonomia è ancora troppo bassa. “Spesso rifiutano le auto elettriche - scrivono nella lettera inviata a Ursula von der Leyen - a causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative Ue”.
Una serie di difficoltà che Tavares sembra ignorare, sebbene il suo destino appaia sempre più segnato: un mese fa è uscita la notizia che John Elkan, presidente di Stellantis, ha avviato la ricerca di un nuovo Ceo che dovrebbe subentrare nel 2026, alla scadenza naturale del suo contratto. Ma di fronte a quest’ennesima tegola, non è escluso che la proprietà decida di accelerare l’avvicendamento. Tra i nomi dei possibili sostituti circola quello di Luca De Meo, presidente di Acea, ex Fiat e dal 2020 presidente e amministratore delegato del gruppo Renault. L’inedito asse che si è appena creato tra i concessionari Stellantis e lo stesso De Meo potrebbe spingere in questa direzione.
LA CRISI DEL TITOLO STELLANTIS
L’immagine oggi è quella di un’azienda che va in una direzione, per le decisioni del suo management, e la base che va da un’altra. Uno scollamento che rischia di costare caro a Stellantis, più di quanto non stia già pagando: da un mese le previsioni di vendita sono state riviste al ribasso, con un profit warning che ha fatto registrare pesanti vendite sul titolo. Da inizio anno, infatti, ha perso il 43% del valore. E i dati sulle nuove immatricolazioni non lasciano presagire nulla di buono. Anzi.
AI CLIENTI NON PIACE L'ELETTRICO
Non a caso i concessionari lo hanno ribadito nella lettera all’Ue con cui chiedono di rivedere i termini per la spinta all’elettrico. Sanno che i loro magazzini sono pieni di auto invendute, in più parlano quotidianamente con i possibili clienti, sempre più scettici nel comprare un’auto elettrica: mancano le infrastrutture, colonnine di ricarica in primis, mancano gli incentivi e l’autonomia è ancora troppo bassa. “Spesso rifiutano le auto elettriche - scrivono nella lettera inviata a Ursula von der Leyen - a causa di preoccupazioni su prezzo, autonomia e accessibilità. Ciò ci pone in una posizione contraria a quella del produttore che rappresentiamo, che rimane ottimista circa il rispetto di queste severe normative Ue”.
CHI DOPO TAVARES?
Una serie di difficoltà che Tavares sembra ignorare, sebbene il suo destino appaia sempre più segnato: un mese fa è uscita la notizia che John Elkan, presidente di Stellantis, ha avviato la ricerca di un nuovo Ceo che dovrebbe subentrare nel 2026, alla scadenza naturale del suo contratto. Ma di fronte a quest’ennesima tegola, non è escluso che la proprietà decida di accelerare l’avvicendamento. Tra i nomi dei possibili sostituti circola quello di Luca De Meo, presidente di Acea, ex Fiat e dal 2020 presidente e amministratore delegato del gruppo Renault. L’inedito asse che si è appena creato tra i concessionari Stellantis e lo stesso De Meo potrebbe spingere in questa direzione.
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