L'analisi

Capital Group vede un rafforzamento dei fondamentali in Giappone

Oltre alle valutazioni convenienti, l’azionario è sostenuto da un positivo contesto di reflazione, dal miglioramento della produttività e dai benefici per la delocalizzazione delle industrie in Asia per le tensioni geopolitiche

di Leo Campagna 9 Ottobre 2024 10:07

financialounge -  Capital Group Christophe Braun giappone mercati
Quest’anno il mercato azionario giapponese ha registrato movimenti violenti, sia al rialzo che al ribasso. Dopo aver toccato nei primi sette mesi i massimi storici, l'inatteso rialzo dei tassi della Bank of Japan (BoJ) ad agosto e l'impennata dello yen, hanno fatto precipitare sia il Nikkei 225 che il Tokyo Stock Price Index (TOPIX). Indici che hanno poi rapidamente recuperato le perdite. “Ci aspettiamo che la banca centrale continui ad aumentare i tassi se l'economia e l'inflazione si evolveranno come previsto” tiene a precisare Christophe Braun, Investment Director di Capital Group.

FED E DATI MACRO


Secondo il quale, nel breve termine, i rendimenti dello yen e delle azioni giapponesi in generale dipenderanno non solo dalla politica monetaria locale, ma anche dalle mosse della Federal Reserve statunitense e dai dati macroeconomici, soprattutto negli Stati Uniti. Su un orizzonte pluriennale, specifica comunque Braun, i fondamentali delle azioni giapponesi sono solidi e le valutazioni rimangono convenienti, con un rapporto prezzo / utili (p/e) di 12, cioè in un range storicamente interessante.

MIGLIORAMENTI NELLA CORPORATE GOVERNANCE


A contribuire in modo significativo alla ripresa del mercato è l'impegno del governo per modernizzare il sistema aziendale del Paese e superare le resistenze di lunga data a dare priorità agli interessi degli azionisti. “Le società giapponesi tendono a detenere una notevole quantità di liquidità nei loro bilanci ma adesso sembrano disposte a restituirne una parte agli azionisti tramite riacquisti di azioni, migliore allocazione del capitale e razionalizzazione. Riteniamo che questi miglioramenti nella corporate governance proseguiranno e che la recente volatilità eserciterà una maggiore pressione sulle società per proteggere le loro quotazioni” spiega il manager di Capital Group.

REFLAZIONE E PRODUTTIVITÀ


Altrettanto cruciale per la ripresa del Giappone è il contesto di reflazione, dopo anni in cui la crescita del Paese ha sofferto il calo dei prezzi. Inoltre il governo ha cercato di stimolare la crescita puntando sul miglioramento della produttività, sostenuto da un solido quadro di proprietà intellettuale e da una cultura del perfezionamento continuo, nota come kaizen, che incoraggia progressi e aumenti di produttività incrementali. “Il Giappone è il primo polo di R&S in Asia, in particolare in segmenti all'avanguardia come l'informatica quantistica, l'IA e i materiali avanzati” ricorda Braun che poi segnala anche il ruolo di Tokyo come hub per i data center, con oltre 1.100 strutture in costruzione o in progetto.

L’INDUSTRIA GIAPPONESE DEI SEMICONDUTTORI


Nel frattempo, l'industria giapponese dei semiconduttori, leader a livello mondiale negli anni Ottanta, dovrebbe beneficiare della necessità di diversificazione del settore a livello globale a seguito dell'acuirsi dei rischi geopolitici. “Nel frattempo l’iniziativa strategica, denominata "Digital Garden City Nation", dovrebbe rafforzare ulteriormente l'attrattiva del Giappone come hub dei semiconduttori. Il focus è sull'utilizzo delle tecnologie digitali per risolvere i problemi regionali, migliorare le infrastrutture e creare nuove opportunità commerciali, promuovendo uno sviluppo economico più equilibrato in tutto il Paese” fa sapere il manager di Capital Group.

LA POSSIBILE PROSSIMA MOSSA DELLA BANK OF JAPAN (BOJ)


Guardando alla possibile prossima mossa da parte della BoJ, Braun reputa graduale il piano di normalizzazione della politica della banca centrale che potrebbe riuscire a contenere il deprezzamento dello yen, a ridurre l'inflazione e a stimolare la domanda interna reale. “La tanto necessaria crescita salariale potrebbe non concretizzarsi, la liquidazione del carry trade sullo yen potrebbe sconvolgere i mercati globali e gli Stati Uniti indebolirsi più del previsto. Ma riteniamo che la recente volatilità consideri tali scenari troppo probabili” conclude l’Investment Director di Capital Group.

Trending