Big Tech
Google a rischio smantellamento negli Usa per l’accusa di monopolio nelle ricerche online
Il Dipartimento di Giustizia pensa a “misure correttive e strutturali” per limitare il dominio nei motori di ricerca. Sarebbero a rischio le divisioni Chrome e Android, titolo in rosso nel pre-market
di Antonio Cardarelli 9 Ottobre 2024 10:06
“Misure correttive e strutturali” contro Google per contrastare il monopolio nella ricerca online. Detto in altre parole Google, controllata da Alphabet, rischia lo smembramento. La possibilità è stata ventilata dal Dipartimento di Giustizia Usa in un documento visionato dal Financial Times. Negli scambi pre-market di Wall Street il titolo cede poco più dell'1%.
Il pronunciamento del Dipartimento di Giustizia arriva dopo la sentenza di condanna, risalente allo scorso agosto, ai danni di Google. In quell’occasione il giudice della corte distrettuale Amit Mehta aveva condannato il colosso tech per aver mantenuto un monopolio per la ricerca e gli annunci online attraverso accordi di distribuzione blindati. Il secondo round per Google potrebbe essere ancor più doloroso del previsto, dato che il governo Usa starebbe prendendo in considerazione interventi radicali per porre fine a tale monopolio.
Nel mirino del Dipartimento potrebbero finire il browser Chrome, l'app store Play e il sistema operativo Android, considerati strumenti per ottenere vantaggi sui competitor o sui nuovi arrivati. Inoltre, sempre secondo le indiscrezioni del Financial Times, i procuratori potrebbero costringere Google a condividere i dati di ricerca degli utenti con le aziende rivali. Sono quattro, in particolare, le aree di intervento individuate: la distribuzione della ricerca e la condivisione dei ricavi, la generazione e la visualizzazione dei risultati di ricerca, la scala e la monetizzazione della pubblicità, la raccolta e l'uso dei dati. “Per oltre un decennio, Google ha controllato i canali di distribuzione più popolari, lasciando ai rivali pochi o nessun incentivo a competere per gli utenti - ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia nel documento - Per rimediare completamente a questi danni è necessario non solo porre fine al controllo di Google sulla distribuzione di oggi, ma anche garantire che non possa controllare la distribuzione di domani”.
La risposta di Alphabet non si è fatta attendere ed è stata pubblicata sul sito web di Google. "Dividere Chrome e Android li distruggerebbe perché cambierebbe il loro modello di business, aumenterebbe il costo dei dispositivi e minerebbe Android e Google Play nella loro competizione con l'iPhone e l'App Store". Sulla possibilità di condividere i dati di ricerca con altre aziende, Google replica che “rappresenterebbe un rischio per la protezione dei dati e la sicurezza". Secondo Google, le raccomandazioni del governo degli Stati Uniti "vanno ben oltre le questioni legali affrontate in questo caso".
LA SENTENZA DI AGOSTO
Il pronunciamento del Dipartimento di Giustizia arriva dopo la sentenza di condanna, risalente allo scorso agosto, ai danni di Google. In quell’occasione il giudice della corte distrettuale Amit Mehta aveva condannato il colosso tech per aver mantenuto un monopolio per la ricerca e gli annunci online attraverso accordi di distribuzione blindati. Il secondo round per Google potrebbe essere ancor più doloroso del previsto, dato che il governo Usa starebbe prendendo in considerazione interventi radicali per porre fine a tale monopolio.
CHROME E ANDROID NEL MIRINO
Nel mirino del Dipartimento potrebbero finire il browser Chrome, l'app store Play e il sistema operativo Android, considerati strumenti per ottenere vantaggi sui competitor o sui nuovi arrivati. Inoltre, sempre secondo le indiscrezioni del Financial Times, i procuratori potrebbero costringere Google a condividere i dati di ricerca degli utenti con le aziende rivali. Sono quattro, in particolare, le aree di intervento individuate: la distribuzione della ricerca e la condivisione dei ricavi, la generazione e la visualizzazione dei risultati di ricerca, la scala e la monetizzazione della pubblicità, la raccolta e l'uso dei dati. “Per oltre un decennio, Google ha controllato i canali di distribuzione più popolari, lasciando ai rivali pochi o nessun incentivo a competere per gli utenti - ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia nel documento - Per rimediare completamente a questi danni è necessario non solo porre fine al controllo di Google sulla distribuzione di oggi, ma anche garantire che non possa controllare la distribuzione di domani”.
LA REPLICA DI GOOGLE
La risposta di Alphabet non si è fatta attendere ed è stata pubblicata sul sito web di Google. "Dividere Chrome e Android li distruggerebbe perché cambierebbe il loro modello di business, aumenterebbe il costo dei dispositivi e minerebbe Android e Google Play nella loro competizione con l'iPhone e l'App Store". Sulla possibilità di condividere i dati di ricerca con altre aziende, Google replica che “rappresenterebbe un rischio per la protezione dei dati e la sicurezza". Secondo Google, le raccomandazioni del governo degli Stati Uniti "vanno ben oltre le questioni legali affrontate in questo caso".
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