Mercato obbligazionario

PGIM Fixed Income ottimista sul reddito fisso con due interrogativi

Robert Tipp, Chief Investment Strategist, Head of Global Bonds, vede una prosecuzione del mercato rialzista, ma bisogna capire quanto i tassi possono calare e se l’economia debole sia una minaccia

di Stefano Caratelli 11 Ottobre 2024 14:00

financialounge -  mercati obbligazioni PGIM Fixed Income Robert Tipp
Il reddito fisso ha registrato ancora solidi rendimenti nel terzo trimestre, proseguendo il trend rialzista delle obbligazioni nei mercati sviluppati nato dalle ceneri del ribasso del 2022, indicendo a essere ottimisti sulle prospettive del reddito fisso in generale. Ma rimangono alcuni interrogativi su quanto scenderanno i tassi dopo aver superato il picco e se la crescita più debole che ha spinto le banche centrali ad allentare minaccerà le prospettive del credito. Finora il mercato rialzista non è stato alimentato da un calo dei rendimenti, con quelli di Bund e Treasury vicini ai livelli dell'autunno 2022, e i forti rendimenti sono stati in gran parte il risultato del semplice guadagno dei prodotti di credito con la riduzione degli spread.

POTENZIALE PER TORNARE AI LIVELLI PRE-COVID


PGIM Fixed Income, nel suo Outlook Reddito Fisso a cura di Robert Tipp, Chief Investment Strategist, Head of Global Bonds, ritiene che le banche centrali siano pronte a continuare a tagliare, dato che si è aperto il potenziale per un ritorno ai livelli di stagnazione secolare pre-COVID. Considerando la forte inversione della curva dei rendimenti, è già incorporata una notevole dose di ottimismo riguardo alla moderazione dell’economia e ai tagli dei tassi. I tassi a lungo termine potrebbero consolidarsi sui livelli attuali finché non emergerà un quadro più chiaro sui tassi terminali nei mercati sviluppati. Con tassi a breve in calo la curva dei rendimenti è destinata a continuare a inclinarsi gradualmente, secondo Tipp.

FED E BCE FORSE DOVRANNO TAGLIARE PIÙ DEL PREVISTO


L’esperto di PGIM lancia però un avvertimento per i rialzisti osservando che, se le attuali espansioni dei mercati sviluppati sono state piuttosto insensibili alla stretta delle banche centrali, forse lo stesso varrà per la discesa. In altre parole, spiega Tipp, se la BCE vuole che la crescita salga almeno all'1% o più e la Fed vuole che acceleri per contenere il deterioramento del mercato del lavoro, forse dovranno tagliare più del previsto per ottenere l'effetto desiderato, e i tassi potrebbero scendere sotto le aspettative di consenso. Gli spread sono vicini ai minimi storici, lasciando poco spazio per l'apprezzamento del capitale da un'ulteriore compressione.

IL MERCATO RIALZISTA DEI PRODOTTI A SPREAD NON È FINITO


Questo non significa, secondo Tipp, che mercato rialzista dei prodotti a spread è finito, anche se gli extra-rendimenti in futuro saranno probabilmente relativamente misurati, derivanti più dal rendimento incrementale che da un ulteriore restringimento degli spread. Il livello degli spread e l'ansia per il contesto economico e geopolitico stanno facendo riflettere gli investitori. Ma gli spread rimangono stretti perché i fondamentali del credito sono rimasti relativamente solidi e le banche centrali hanno spostato l'attenzione sull'incentivazione della crescita, sembrando sulla buona strada per raggiungere un atterraggio morbido.

IL FATTORE AZIONARIO E LA LIQUIDITÀ


Il rally delle Borse ha indubbiamente incentivato le allocazioni azionarie di alcuni investitori, e anche i saldi di liquidità continuano a crescere, ma resta da capire quando le preoccupazioni per le valutazioni azionarie potrebbero tornare a galla. Con il calo dei tassi di liquidità, prosegue Tipp, gli investitori potrebbero essere spinti ad acquistare prodotti a spread per bloccare i rendimenti a lungo termine. L'afflusso su fondi obbligazionari, già in forte crescita, è destinato a crescere ulteriormente con il calo dei rendimenti della liquidità e l'intensificarsi della ricerca di rendimento, con una dinamica che dovrebbe mantenere una pressione al ribasso sui rendimenti e far sì che gli spread rimangano vicini ai loro livelli storici.

POSSIBILE CONSOLIDAMENTO A BREVE


Sebbene sia possibile un consolidamento a breve sulla scia del calo dei tassi nel terzo trimestre, la previsione di PGIM Fixed Income rimane relativamente invariata: con rendimenti e spread destinati a rimanere relativamente in range, gli investitori dovrebbero ottenere solidi rendimenti dal reddito fisso. L'unico aggiustamento apportato al quarto trimestre è che sono migliorate le prospettive a medio-lungo termine di un calo dei tassi che favorisca i rendimenti.

MA LE PROSPETTIVE FAVOREVOLI RIMANGONO


L'elevata incertezza del contesto politico, geopolitico ed economico continuerà probabilmente a generare confusione, ma anche opportunità di aggiungere valore attraverso una gestione attiva, sottolinea Tipp, anche se è possibile un certo consolidamento a breve termine. Ma nel complesso, sottolinea in conclusione l’esperto di PGIM Fixed Income, le prospettive favorevoli per i rendimenti del reddito fisso nel medio-lungo termine rimangono, grazie a tassi e spread che appaiono in range o destinati a scendere dai livelli attuali.

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