L'analisi

Il quadro macro conferma lo scenario di soft-landing positivo per i mercati

Pictet Asset Management, in un commento di Flora Dishnica, vede ritorno di interesse per le obbligazioni Usa mentre diventa più cauta sull’azionario, per l’esposizione al rischio geopolitico

di Stefano Caratelli 14 Ottobre 2024 15:16

financialounge -  Flora Dishnica mercati Pictet Asset Management
Di recente i mercati hanno registrato ottime performance sull'azionario, mentre sull’obbligazionario si è assistito a rintracciamenti, soprattutto in Usa. Ma i timori di inizio agosto possono considerarsi superati perché il mix di crescita e inflazione rassicura sullo scenario di soft landing, sostenuto anche dall'avvio del ciclo di allentamento della Fed, mentre in Europa invece crescita e inflazione sono risultate sotto le attese, confermando le previsioni dei mercati di un ulteriore taglio dei tassi di a ottobre, che sembrava esclusa dalla riunione di settembre della Bce.

RIENTRA IL PESSIMISMO SULLA RECESSIONE


Flora Dishnica, Investment Manager di Pictet Asset Management, sottolinea che sta tornando interessante l'obbligazionario Usa, man mano che sul mercato rientra l'eccesso di pessimismo sulle probabilità di recessione, sebbene le valutazioni rimangano oggi più care rispetto all'Europa e vulnerabili a una eventuale vittoria di Trump al voto del 5 novembre. Pictet AM mantiene una posizione di cautela sul mercato azionario rispetto alla prima parte dell'anno, nonostante sia sostenuto da un mix di fattori macro favorevoli, in quanto non è immune dai rischi geopolitici. Pertanto la scelta è per portafogli compositi, con dollaro e oro che rimangono alleati della diversificazione.

DATI RASSICURANTI SULL’OCCUPAZIONE USA


Secondo Dishnica nel quadro americano il dato più rassicurante è stato quello di ottobre sull'occupazione, che ha confortato gli investitori rispetto ai numeri di inizio agosto, complici delle turbolenze estive. A settembre la crescita dei posti di lavoro era stata robusta e oltre le attese, confermando le parole di Powell a Jackson Hole, che non si attendeva un ulteriore rallentamento sul mercato del lavoro.

RIAFFERMATA LA PUT DELLA FED


Con il primo taglio di settembre è stata quindi riaffermata la put della FED a supporto dell'occupazione e, indirettamente, della crescita. Powell è riuscito a convincere in modo efficace il mercato sulle ragioni della necessità di un taglio da 50 punti base, precisando come non ci fosse alcun ritardo nella politica monetaria, ma, come ben narrato dallo stesso presidente della FED, il calo dell'inflazione è stato il fattore cruciale dietro questa decisione, piuttosto che i timori di recessione latente o mercato del lavoro ancora non eccessivamente robusto.

STIMOLO CINESE DA VALUTARE CON CAUTELA


A questo quadro positivo, prosegue l’esperta di Pictet AM, si aggiungono gli stimoli in Cina, dall’allentamento monetario alle misure a favore degli investimenti azionari, che inizialmente i mercati hanno accolto con entusiasmo, soprattutto per l’attesa di altri annunci a breve. Anche se tatticamente molto interessanti, secondo Dishnica queste misure sono però da valutare con cautela sul lungo termine, specialmente circa l’efficacità nel sollevare in modo sostenibile consumi e immobiliare, i due grandi problemi del Paese

TRUMP SAREBBE MENO FAVOREVOLE ALLE OBBLIGAZIONI


Alcuni fattori potrebbero aggiungere volatilità in questo quadro sostanzialmente favorevole. Al primo posto l’esperta di Pictet AM cita le elezioni Usa, con sondaggi sono ancora inconcludenti e relativamente bilanciati. La tenuta dell'economia dovrebbe favorire l'amministrazione uscente rappresentata da Harris, e anche i mercati prezzano come meno probabile una vittoria di Trump, che avrebbe implicazioni meno favorevoli sull'obbligazionario.

OTTIMISTICHE LE ATTESE SUGLI UTILI USA


Il secondo fattore di potenziale volatilità è legato all’escalation in Medio Oriente, che potrebbe coinvolgere più direttamente gli Usa o destabilizzare maggiormente il mercato del petrolio, che al momento ha risentito relativamente poco, per l’eccesso di offerta. Infine Dishnica cita la stagione degli utili Usa, dove vede attese eccessivamente ottimistiche per il 2025, il che potrebbe riservare delle sorprese.

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