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Verso le elezioni Usa

Forchielli a Big Match: ''A Taiwan sarà guerra. E con Trump dazi più alti"

Anche l'Europa, in caso di vittoria del candidato repubblicano, rischia tariffe sulle merci esportate negli Usa. Ma il vero pericolo può arrivare dalla guerra con la Cina per il controllo dell'isola

di Davide Lentini 16 Ottobre 2024 07:58

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Il sondaggio di YouGov su cosa pensano gli elettori americani rispetto ai dazi che potrebbero essere inaspriti verso la Cina, e pure verso altri Paesi, Europa compresa, fa ben capire quanto il tema appassioni poco. Di base gli americani sono divisi, e pure tiepidi in materia: c’è solo una leggera maggioranza tra gli elettori di Donald Trump secondo i quali sarebbe opportuno che gli Usa introducessero dazi al 10% sulle merci importate dalla maggior parte dei Paesi esteri, e aumentassero al 60% quelli per le merci importate dalla Cina, fermo restando che le tariffe per le auto elettriche cinesi sono oggi al 100%.

COME CAMBIANO GLI EQUILIBRI


Il tema è al centro del dibattito politico in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre, perché sulla base di chi vincerà e della politica più o meno protezionistica che vorrà attuare, si ridisegneranno gli equilibri economico finanziari globali.

DAZI ANCHE SU ALTRI PAESI?


Ospite della seconda puntata di Big Match, lo speciale di Financialounge.com sulla corsa alla Casa Bianca, Alberto Forchielli, Founding partner di Mindful Capital Partners, si è detto convinto che in caso di vittoria di Trump ci sarà un’ulteriore stretta sui dazi, mentre Kamala Harris manterrà quelli in vigore dal 2018. “Se l’inasprimento delle tariffe riguarderà solo la Cina - dice Forchielli - le conseguenze saranno minime: i cinesi se l’aspettano. Se invece saranno estese ad altri paesi dell’Asia, del Sud Est asiatico e dell’Europa, avremo ricadute pesanti sui rapporti tra i Paesi”.

POSSIBILE AUMENTO INFLAZIONE USA


Il rischio per gli Usa, però, è che un innalzamento dei dazi potrebbe contribuire a far aumentare di nuovo l’inflazione. Salvatore Bruno, responsabile gestione attiva di Generali Asset Management, ne è convinto: “Un impulso al protezionismo insieme a altri provvedimenti che Trump vorrebbe introdurre, come la riduzione delle tasse sulle imprese e una diversa politica dell’immigrazione, porteranno a una crescita inflattiva degli Usa. Questo impatterà sulla politica monetaria di rientro della Fed, che a ricaduta si abbatterà anche sulle decisioni delle altre Banche centrali”.

COSA RISCHIA L'EUROPA


La vittoria di Trump potrebbe compromettere anche i rapporti con l’Europa, secondo Bruno. “Se dovesse vincere Harris - spiega - non ci saranno novità, sarà mantenuto lo status quo. Con Trump, invece, la situazione sarà più estrema: se imporrà dazi anche all’Unione europea, sono state stimate perdite di diverse percentuali nella crescita economica. Ma avremo comunque effetti anche se i dazi interesseranno solo la Cina. Ne risentiranno, infatti, i Paesi europei che hanno stretti rapporti commerciali con l’Oriente. In più - conclude il manager di Generali Asset Management - la Cina potrebbe decidere di vendere in Europa quello che non potrà più vendere negli Usa, alterando così il nostro mercato”.

SICURA LA GUERRA A TAIWAN


I rapporti Usa Cina rischiano di inasprirsi anche per altro. Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di una possibile guerra a Taiwan, dopo che la Cina stessa ha iniziato a schierare le sue navi attorno all’isola che, come ripetuto più volte dal presidente Xi Jinping, vuole torni sotto il loro territorio. “Credo che una guerra nel pacifico tra la Cina e Taiwan sia un fatto scontato - commenta Forchielli a Big Match - Non so se scoppierà domani o l’anno prossimo, o ancora tra un paio di anni, ma prima o poi succederà: non sarà uno sbarco sulle spiagge di Taiwan, troppo pericoloso, ma un blocco navale, le cui prove generali la Cina sta effettuando in questi giorni”.

IL RUOLO DEGLI USA


Taiwan oggi non è autosufficiente, importa merci e energia dall’estero, quindi basterebbe un blocco di 2 settimane per mettere l’isola in ginocchio. “Ma gli Usa, che hanno forti interessi a Taiwan, non staranno a guardare - aggiunge Forchielli - perché controllano tutti gli stretti navali attorno alla Cina. Quindi, in caso di guerra, gli Stati Uniti potranno soffocare la Cina, chiudendo lo stretto principale di Malacca oltre a tutti gli altri”. Uno scenario sullo sfondo di queste elezioni presidenziali, che potrebbe dover affrontare il prossimo inquilino della Casa Bianca.

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