Politica monetaria
Per Amundi il taglio dei tassi di interesse potrebbe non bastare a sostenere il rialzo dei mercati
Sono necessari una crescita favorevole, solidi utili societari e investimenti per un aumento della produttività capace di supportare la performance dei mercati sul lungo termine
di Leo Campagna 18 Ottobre 2024 19:00
Il taglio di 50 punti base del tasso d’interesse di riferimento da parte della Federal Reserve statunitense può essere interpretato in due modi. Per i mercati si tratta di una mossa che potrebbe imprimere un forte slancio ai consumi e agli investimenti. Alcuni osservatori temono invece che la Fed abbia tagliato in modo così massiccio i tassi di interesse perché preoccupata per l'economia. “Secondo noi la verità sta nel mezzo: la realtà sarà il prodotto di queste due narrazioni e dovrà tener conto di diversi aspetti” fanno sapere Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer di Amundi, e Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute.
I primis sarà indispensabile monitorare negli Stati Uniti l’andamento del mercato del lavoro, dei consumi e del tasso di risparmio per valutare l’effettiva portata del rallentamento dell’economia mentre le stime sulla crescita nella zona Euro vengono riviste al ribasso. “Nella zona Euro abbiamo ridefinito le nostre stime sulla crescita del PIL reale per il 2024 (portandole dall’1,2% all’1%) soprattutto a causa della debolezza della domanda interna” riferiscono Mortier e Defend che, guardando alla Fed, ritengono che una sua maggiore propensione ad ulteriori tagli dei tassi offrirebbe alla BCE e alla Bank of England margini più ampi di manovra per ridurre i propri tassi di riferimento.
Un altro aspetto da tenere in conto è che, sia Kamala Harris che Donald Trump, per quanto con diversi orientamenti politici, sembrano accomunati dall’assenza di preoccupazione per i pesanti deficit fiscali. In Europa invece è il contrario e, su temi come gli investimenti e la produttività, i divari con gli Stati Uniti si sono ampliati nel corso degli anni. Nel frattempo, gli stimoli monetari della Cina stanno indubbiamente contribuendo a migliorare il sentiment del mercato.
“Dal momento che riteniamo improbabile una recessione mentre l’inflazione in discesa agevola l’allentamento monetario delle banche centrali, adottiamo una posizione moderatamente positiva sul rischio” rivelano i due manager di Amundi che, tuttavia, sottolineano che l'effetto benefico dei tagli dei tassi di interessi si propagherà solo nel tempo all’intera economia. Sono pertanto necessari una crescita favorevole, solidi utili societari e investimenti per un aumento della produttività capace di supportare la performance dei mercati sul lungo termine.
In quest’ottica Mortier e Defend sono costruttivi sulla duration, analizzando però le divergenze globali tra le curve dei rendimenti. “Manteniamo una view positiva sugli Stati Uniti e sull’Europa (anche se un po’ meno rispetto a prima), mentre siamo più ottimisti sul Regno Unito. Nell’ambito del debito dei Paesi emergenti i rendimenti sono interessanti, ma i possibili dazi statunitensi potrebbero pesare su quei segmenti che presentano valutazioni elevate”. Inoltre mentre l’oro è il bene rifugio di eccellenza nei periodi di forte incertezza geopolitica (e lo è ancor di più quando le banche centrali tagliano i tassi di interesse) i due manager studiano alcuni punti di ingresso nell'azionario pur restando leggermente positivi su Regno Unito e Giappone.
Dal momento che la normalizzazione dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa sta avvenendo a velocità diverse, Mortier e Defend ritengono cruciale un approccio attivo. La duration britannica è stata pertanto rivista al rialzo perché con il rallentamento dell’inflazione persistono i timori sulla crescita, mentre nel credito statunitense la preferenza è ai titoli finanziari rispetto a quelli non finanziari: nel credito europeo, invece, oltre ai titoli finanziari piace il debito subordinato, mentre prevale la prudenza sui titoli dei settori dei consumi e retail.
Nell'azionario, la priorità dei due manager di Amundi, è sui fondamentali e sulle valutazioni. In attesa della ripresa economica, i mercati dovrebbero risultare meno direzionali con una maggiore rotazione legata anche alle valutazioni. “Possibile che altri titoli al di fuori delle mega-cap USA offriranno rendimenti interessanti e manteniamo una posizione bilanciata puntando sui titoli difensivi di elevata qualità e sulle azioni value rispetto alle growth. Anche in Europa privilegiamo una posizione bilanciata tramite i titoli ciclici e difensivi di qualità” argomentano Mortier e Defend.
I quali, guardano infine ai Paesi emergenti, rivelano una preferenza per le obbligazioni in valuta forte e una maggiore selezione su quelle in valuta locale. “Stiamo ricercando opportunità in quei mercati che di recente hanno subito correzioni eccessive e che quindi ora presentano valutazioni interessanti e preferiamo Brasile, Colombia e Perù. L’Asia, invece, presenta moltissime opportunità nell’azionario preferendo comunque un approccio selettivo” concludono i due manager di Amundi.
CRESCITA NELLA ZONA EURO RIVISTA AL RIBASSO
I primis sarà indispensabile monitorare negli Stati Uniti l’andamento del mercato del lavoro, dei consumi e del tasso di risparmio per valutare l’effettiva portata del rallentamento dell’economia mentre le stime sulla crescita nella zona Euro vengono riviste al ribasso. “Nella zona Euro abbiamo ridefinito le nostre stime sulla crescita del PIL reale per il 2024 (portandole dall’1,2% all’1%) soprattutto a causa della debolezza della domanda interna” riferiscono Mortier e Defend che, guardando alla Fed, ritengono che una sua maggiore propensione ad ulteriori tagli dei tassi offrirebbe alla BCE e alla Bank of England margini più ampi di manovra per ridurre i propri tassi di riferimento.
PESANTI DEFICIT FISCALI NEGLI USA
Un altro aspetto da tenere in conto è che, sia Kamala Harris che Donald Trump, per quanto con diversi orientamenti politici, sembrano accomunati dall’assenza di preoccupazione per i pesanti deficit fiscali. In Europa invece è il contrario e, su temi come gli investimenti e la produttività, i divari con gli Stati Uniti si sono ampliati nel corso degli anni. Nel frattempo, gli stimoli monetari della Cina stanno indubbiamente contribuendo a migliorare il sentiment del mercato.
IMPROBABILE UNA RECESSIONE
“Dal momento che riteniamo improbabile una recessione mentre l’inflazione in discesa agevola l’allentamento monetario delle banche centrali, adottiamo una posizione moderatamente positiva sul rischio” rivelano i due manager di Amundi che, tuttavia, sottolineano che l'effetto benefico dei tagli dei tassi di interessi si propagherà solo nel tempo all’intera economia. Sono pertanto necessari una crescita favorevole, solidi utili societari e investimenti per un aumento della produttività capace di supportare la performance dei mercati sul lungo termine.
ORO BENE RIFUGIO PER ECCELLENZA
In quest’ottica Mortier e Defend sono costruttivi sulla duration, analizzando però le divergenze globali tra le curve dei rendimenti. “Manteniamo una view positiva sugli Stati Uniti e sull’Europa (anche se un po’ meno rispetto a prima), mentre siamo più ottimisti sul Regno Unito. Nell’ambito del debito dei Paesi emergenti i rendimenti sono interessanti, ma i possibili dazi statunitensi potrebbero pesare su quei segmenti che presentano valutazioni elevate”. Inoltre mentre l’oro è il bene rifugio di eccellenza nei periodi di forte incertezza geopolitica (e lo è ancor di più quando le banche centrali tagliano i tassi di interesse) i due manager studiano alcuni punti di ingresso nell'azionario pur restando leggermente positivi su Regno Unito e Giappone.
PREFERENZA PER I TITOLI OBBLIGAZIONARI FINANZIARI
Dal momento che la normalizzazione dei tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa sta avvenendo a velocità diverse, Mortier e Defend ritengono cruciale un approccio attivo. La duration britannica è stata pertanto rivista al rialzo perché con il rallentamento dell’inflazione persistono i timori sulla crescita, mentre nel credito statunitense la preferenza è ai titoli finanziari rispetto a quelli non finanziari: nel credito europeo, invece, oltre ai titoli finanziari piace il debito subordinato, mentre prevale la prudenza sui titoli dei settori dei consumi e retail.
NELL’AZIONARIO FOCUS SU FONDAMENTALI E VALUTAZIONI
Nell'azionario, la priorità dei due manager di Amundi, è sui fondamentali e sulle valutazioni. In attesa della ripresa economica, i mercati dovrebbero risultare meno direzionali con una maggiore rotazione legata anche alle valutazioni. “Possibile che altri titoli al di fuori delle mega-cap USA offriranno rendimenti interessanti e manteniamo una posizione bilanciata puntando sui titoli difensivi di elevata qualità e sulle azioni value rispetto alle growth. Anche in Europa privilegiamo una posizione bilanciata tramite i titoli ciclici e difensivi di qualità” argomentano Mortier e Defend.
L’APPEAL DI BRASILE, COLOMBIA E PERÙ
I quali, guardano infine ai Paesi emergenti, rivelano una preferenza per le obbligazioni in valuta forte e una maggiore selezione su quelle in valuta locale. “Stiamo ricercando opportunità in quei mercati che di recente hanno subito correzioni eccessive e che quindi ora presentano valutazioni interessanti e preferiamo Brasile, Colombia e Perù. L’Asia, invece, presenta moltissime opportunità nell’azionario preferendo comunque un approccio selettivo” concludono i due manager di Amundi.