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Transizione energetica

Trump o Harris: cosa cambia per il settore energetico secondo Neuberger Berman

I candidati alla presidenza hanno profili politici ben noti in materia di energia, e gli esperti della casa d’investimento illustrano come potrebbero tradursi in pratica e le implicazioni per gli investitori

di Leo Campagna 19 Ottobre 2024 10:30

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L'amministrazione Biden-Harris ha puntato gran parte del suo capitale politico sulla transizione energetica, riducendo le emissioni di carbonio e incoraggiando l'uso di auto elettriche ed energie rinnovabili, mentre l'ex presidente Donald Trump è noto per il suo sostegno all'industria dei combustibili fossili e per la semplificazione della regolamentazione energetica. Alla luce dei recenti progressi sulle fonti di combustibile alternative, il rallentamento della crescita dello scisto negli Stati Uniti e il crescente fabbisogno energetico, Ronald B. Silvestri, e Jeff Wyll, analisti di ricerca senior di Neuberger Berman, hanno approfondito il significato, per il settore energetico, delle posizioni dei due candidati alla presidenza USA rivelando interessanti aspetti.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE


Il presidente Joe Biden si è impegnato dall’inizio del suo mandato quadriennale ad annullare gli ordini esecutivi di Trump, tra cui il rientro nell'accordo di Parigi sul clima e la revoca dell'approvazione dell'oleodotto Keystone XL tra il Canada occidentale e il Nebraska. Si è poi allineato agli ambientalisti rafforzando gli obiettivi di aria pulita per le automobili, bloccando l'esplorazione in alcune parti dell'Alaska e ritardando nuove locazioni nel Golfo del Messico. Significativo anche il suo sostegno alle energie rinnovabili con, in particolare, l'Inflation Reduction Act del 2022, che ha fornito centinaia di miliardi di dollari in sussidi fiscali e sovvenzioni per progetti energetici a basse emissioni di carbonio, catene di fornitura, acquisti di auto elettriche e altro ancora.

PRODUZIONE RECORD DI PETROLIO, GAS E ENERGIE ALTERNATIVE


“A nostro avviso, questa legislazione potrebbe fungere da catalizzatore di investimenti in energia pulita per molti anni a venire” spiegano Silvestri e Wyll. Nel complesso, una combinazione di economie resilienti e necessità di energia guidate dalla tecnologia ha contribuito a massimizzare la crescita del settore energetico in tutte le categorie, con una produzione record di petrolio, gas naturale e combustibili alternativi. Ma quali sono le aspettative generali per una prossima amministrazione o democratica o repubblicana?

LE ASPETTATIVE GENERALI


“Con Kamala Harris, molti prevedono una continuazione delle politiche a favore dell'energia pulita, tra cui il sostegno alle rinnovabili, il mantenimento dei requisiti di efficienza dei carburanti e la salvaguardia delle normative ambientali sulla produzione di petrolio e gas e sulle relative emissioni. Con Donald Trump, l'enfasi sarebbe probabilmente sulla produzione energetica nazionale, attraverso un processo di richiesta di autorizzazione più amichevole e una burocrazia ridotta”, argomentano i due manager di Neuberger Berman.

ENERGIA PULITA SEMPRE PIÙ ECONOMICA


Resta il fatto che negli ultimi anni l'energia pulita è diventata più competitiva in termini di costi, costituendo una quota crescente del mix di combustibili necessario per far funzionare l'economia statunitense e riducendo al contempo le emissioni di gas serra. Inoltre, dal momento che il sistema di governo del paese è decentralizzato, molte delle decisioni in materia di energia vengono in realtà prese dagli stati, limitando l'impatto della  Casa Bianca. “Nel frattempo la domanda di energia è in costante aumento in tutta l'economia e il gas naturale, a combustione relativamente pulita, dovrebbe rimanere una componente chiave del quadro energetico per molti anni a venire, indipendentemente da chi vincerà le elezioni. E’ inoltre probabile l’affermazione di un mix di fonti di combustibile che forniscano la migliore combinazione di affidabilità, minori emissioni e convenienza” riferiscono i due manager di Neuberger Berman.

IL VERO TEST NEI PROSSIMI ANNI


Infine, mentre la geopolitica resta un fattore critico (in particolare, ma non solo, per la crescente tensione in Medio Oriente), Silvestri e Wyll ritengono che, a prescindere dal possibile impatto delle politiche di Harris o Trump, i prezzi del petrolio e del gas naturale siano i principali motori dei livelli di attività. “Con prezzi del petrolio superiori a 70 dollari e prezzi del gas naturale intorno a 3 dollari, la produzione statunitense dovrebbe crescere nel breve e persino nel medio termine  indipendentemente dal fatto che alla Casa Bianca ci sia un democratico (supponendo che la politica di Harris sarà una continuazione di quella di Biden) o un repubblicano” sostengono i due manager, secondo i quali il vero test non avverrà quest'anno ma nei prossimi, a mano a mano che la direzione legislativa e normativa diventerà più chiara e interagirà con tendenze più ampie che influenzano l'economia globale.

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