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Cosa aspettarsi

Luci ed ombre della ripresa cinese: i risultati dell’analisi sul campo di RBC BlueBay AM

Per la casa d’investimento, che ha una view neutrale sul debito in valuta locale, è improbabile che la Cina post-crisi causi un'elevata volatilità dei prezzi degli asset sia all'interno sia all'esterno del Paese

di Leo Campagna 21 Ottobre 2024 10:24

financialounge -  BlueBay Asset Management Fixed Income mercati Polina Kurdyavko
Il piano per la ripresa economica presentato dal governo cinese è ben articolato e tiene conto delle diverse dinamiche economiche. Il freno del 3,7% alla crescita del PIL causato dalla crisi del settore immobiliare è stato più che compensato da una ripresa dei settori high-tech, verde e digitale. Settori che hanno contribuito per il 5,7% alla crescita del Pil quest'anno grazie in particolare alle esportazioni con tassi di crescita superiori al 20% su base annua per i pannelli solari e la produzione di batterie al litio. “Tuttavia, questa narrazione non sembra riflettere il sentiment sul campo” fa sapere Polina Kurdyavko, Head of BlueBay Emerging Markets e Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay che quest’estate ha visitato diverse province cinesi, incontrando funzionari del governo locale e centrale, nonché dirigenti di aziende e imprenditori privati.

PESO NEUTRALE SUL DEBITO IN VALUTA LOCALE


“Dopo il viaggio, rimaniamo sottopesati sul debito cinese in valuta forte sia nei fondi corporate sia in quelli sovrani, date le valutazioni relativamente ridotte, mentre abbiamo una view neutrale sul debito in valuta locale. Nel complesso, riteniamo che una Cina post-crisi non offra agli investitori l'opportunità di generare rendimenti interessanti” spiega la manager che poi specifica il disallineamento tra i dati macro e il sentiment della popolazione.

PRESERVARE LA CRESCITA DELLE ESPORTAZIONI


In primo luogo, argomenta Kurdyavko, in alcuni settori lo slancio delle esportazioni fa leva sulla riduzione dei costi e dei margini: per tenere sotto controllo i costi, un gran numero di dipendenti statali ha subito tagli agli stipendi. Inoltre, rispetto alle imprese private, le imprese statali sono in grado di resistere a una maggiore pressione sui margini al fine di raggiungere gli obiettivi fissati dal governo. “Preservare la crescita delle esportazioni rappresenta un obiettivo politico fondamentale. Questo spiega in parte perché i volumi delle esportazioni cinesi verso l'UE e gli Stati Uniti continuino a crescere, nonostante l'aumento dei dazi” puntualizza la portfolio manager di RBC BlueBay AM.

IL PESO DELLA BUROCRAZIA


Dal momento che la crescita delle esportazioni rimane una priorità del governo è improbabile che Pechino risponda in modo aggressivo a ulteriori rialzi tariffari, né attraverso una forte svalutazione della valuta (che danneggerebbe il percorso a lungo termine dello yuan come valuta di riserva) sia attraverso contromisure che potrebbero portare a carenze di prodotti. A frenare il ritmo della ripresa contribuisce anche il sentiment negativo all'interno del settore privato su quale pesa la burocrazia, il cui crescente carico viene segnalato anche da alcuni operatori privati.

CLIMA DI SFIDUCIA TRA GOVERNI LOCALI E QUELLO CENTRALE


Emerge poi un clima di sfiducia tra governi locali e quello centrale che porta quest'ultimo a essere riluttante a convogliare ulteriori fondi verso il primo per compensare parzialmente la riduzione dei ricavi derivanti dalla vendita di terreni nel settore immobiliare in difficoltà, anche perché c’è una percezione di cattiva gestione dei generosi finanziamenti ricevuti dai governi locali nel periodo pre-Covid.

SFIDE STRUTTURALI DA RISOLVERE


Ci sono poi alcune sfide strutturali da risolvere come l'eccesso di capacità in alcuni settori e la mancanza di consolidamento. Ad esempio, invece di dieci grandi operatori privati che producono veicoli elettrici, la Cina ha oltre 200 aziende nel settore, il che porta a guerre dei prezzi e all'erosione dei margini. Nell’ambito della demografia, invece, oltre all'invecchiamento della popolazione si stanno acuendo le differenze tra gli studenti delle aree rurali e quelli delle città. Infine, le continue tensioni geopolitiche globali stanno creando un clima di sfiducia tra la Cina e l'Occidente che pesa negativamente sul sentiment sia all'interno del paese, sia tra la Cina e i suoi partner commerciali.

FATTORI INCORAGGIANTI


A rendere invece ottimista Kurdyavko sul lungo termine concorrono una serie di fattori chiave, a cominciare dall'etica del lavoro che in Cina è la più forte tra tutti gli altri paesi emergenti che ha visitato. È inoltre incoraggiata dalla comprensione del mercato e dalla visione economica di diversi membri del Politburo come Yuan Jiajun (segretario del Partito di Chongqing) e Chen Jining (segretario del Partito di Shanghai).

LA RIPRESA “CON CARATTERISTICHE CINESI”


In ogni caso, sottolinea la portfolio manager di RBC BlueBay AM, la Cina continua a generare un aumento annuo del Pil equivalente alla dimensione della crescita totale del Pil dell'Unione europea. “Anche se è probabile che la ripresa ‘con caratteristiche cinesi’ richieda più tempo di quanto gli investitori siano disposti ad aspettare, è altrettanto improbabile che causi un'elevata volatilità dei prezzi degli asset sia all'interno sia all'esterno della Cina” conclude Kurdyavko.

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