Verso il voto Usa
Ora anche il mercato finanziario cinese inizia a prezzare la vittoria di Trump
Gli investitori asiatici temono il ritorno alla Casa Bianca dei repubblicani e un rallentamento del taglio dei tassi della Fed. Secondo Fitchratings i nuovi dazi annunciati da Trump incideranno dell'1% sul Pil di Cina, Corea e Vietnam
di Davide Lentini 24 Ottobre 2024 15:12
Non solo i mercati americani, adesso anche la Cina inizia a pensare che la rielezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti possa concretizzarsi. I segnali ci sono tutti, da giorni. Anche oggi, infatti, le Borse cinesi hanno chiuso in negativo, in un clima di generale debolezza per diverse piazze asiatiche. L'indice Hang Seng di Hong Kong ha perso l'1,3%, mentre la Borsa di Shanghai ha ceduto lo 0,68% e quella di Shenzhen lo 0,9.
Sulle performance delle Borse cinesi pesa la mancata iniezione di liquidità da parte del Governo per risollevare l'economia. Annunciata da tempo, per ora è stata attuata solo in parte, tanto che le ricadute si fanno sentire da giorni anche sulle Borse europee, in particolare sul settore del lusso. Ma tra gli investitori sta emergendo anche una certa avversione al rischio in attesa di capire quali potranno essere le prossime mosse della Fed: c'è infatti il timore che, di fronte ai dati sul mercato del lavoro statunitense, la Banca centrale americana rallenti l'atteso taglio dei tassi di interesse. Ma l'avversione al rischio è legata soprattutto alla possibilità che venga rieletto Trump e scattino quindi pesanti dazi per l'economia cinese.
L'impatto sull'economia cinese e asiatica in generale, prodotto dall'eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca, è stato evidenziato anche da uno studio di Fitchratings, secondo il quale il Pil reale di Cina, Corea del Sud e Vietnam subirebbe un taglio alla crescita di almeno l'1% nel 2028. L'India, che è meno orientata all'export, non ne sarebbe toccata, mentre i tassi di interesse più bassi dovuti a un contesto economico più debole potrebbero influenzare la redditività delle banche e i costi del credito, con effetti variabili nei mercati APAC. Oltre ai dazi già annunciati da Trump in caso di vittoria sulle merci in arrivo dal territorio cinese, potrebbero scattare tariffe più alte anche per Corea e Vietnam. I provvedimenti interesserebbero soprattutto le aziende di elettronica e tecnologia, settori chiave per l’economia di questi paesi.
I TIMORI DEGLI INVESTITORI
Sulle performance delle Borse cinesi pesa la mancata iniezione di liquidità da parte del Governo per risollevare l'economia. Annunciata da tempo, per ora è stata attuata solo in parte, tanto che le ricadute si fanno sentire da giorni anche sulle Borse europee, in particolare sul settore del lusso. Ma tra gli investitori sta emergendo anche una certa avversione al rischio in attesa di capire quali potranno essere le prossime mosse della Fed: c'è infatti il timore che, di fronte ai dati sul mercato del lavoro statunitense, la Banca centrale americana rallenti l'atteso taglio dei tassi di interesse. Ma l'avversione al rischio è legata soprattutto alla possibilità che venga rieletto Trump e scattino quindi pesanti dazi per l'economia cinese.
TRUMP E IL PIL ASIATICO
L'impatto sull'economia cinese e asiatica in generale, prodotto dall'eventuale ritorno di Trump alla Casa Bianca, è stato evidenziato anche da uno studio di Fitchratings, secondo il quale il Pil reale di Cina, Corea del Sud e Vietnam subirebbe un taglio alla crescita di almeno l'1% nel 2028. L'India, che è meno orientata all'export, non ne sarebbe toccata, mentre i tassi di interesse più bassi dovuti a un contesto economico più debole potrebbero influenzare la redditività delle banche e i costi del credito, con effetti variabili nei mercati APAC. Oltre ai dazi già annunciati da Trump in caso di vittoria sulle merci in arrivo dal territorio cinese, potrebbero scattare tariffe più alte anche per Corea e Vietnam. I provvedimenti interesserebbero soprattutto le aziende di elettronica e tecnologia, settori chiave per l’economia di questi paesi.
Trending