banner top elezioni-usa-2024
Cosa aspettarsi

Elezioni Usa e mercati emergenti: abrdn analizza 5 scenari di investimento in base al risultato

Mentre l’abrdn Global Macro Research mantiene una previsione di vittoria 50/50 tra Harris e Trump, Robert Gilhooly (abrdn) indica i pro e i contro dei diversi scenari possibili post voto

di Leo Campagna 31 Ottobre 2024 12:07

financialounge -  abrdn mercati mercati emergenti Robert Gilhooly
I risultati delle elezioni statunitensi influenzeranno sia il futuro scenario economico che quello geopolitico, con importanti impatti sulle prospettive dei mercati emergenti. “Incidono sui loro progressi economici e geopolitici futuri, dalle modifiche al commercio globale, all'impatto sulle migrazioni verso gli Stati Uniti, fino all'approccio del governo Usa alle relazioni internazionali” fa sapere Robert Gilhooly, Senior Emerging Markets Economist di abrdn.

LE PREVISIONI DELL’ABRDN GLOBAL MACRO RESEARCH


Mentre l’abrdn Global Macro Research mantiene la propria previsione di vittoria 50/50 tra Harris e Trump, il manager ha analizzato nel dettaglio i diversi possibili scenari posto voto del 5 novembre. “Una presidenza Harris con un Congresso diviso (40% di probabilità) è lo scenario che rappresenta in assoluto lo shock più limitato sia per gli Stati Uniti che per i mercati emergenti. Gli altri quattro scenari accumulano il 60% di probabilità, con una serie di ripercussioni politiche più rilevanti. Nonostante importanti differenze tra i vari scenari, emerge un denominatore comune: una maggiore pressione inflazionistica che implica un tasso dei Fed fund più elevato, contribuendo a ridurre la probabilità di tagli da parte delle banche centrali dei Paesi emergenti” riferisce Gilhooly.

SCENARIO ‘HARRIS CON LIMITAZIONI’


Lo scenario ‘Harris con limitazioni’, con i Democratici che restano alla Casa Bianca ma senza un Congresso unificato, è quello con la probabilità più alta (40%) secondo l’abrdn Global Macro Research. Uno scenario in cui è prevedibile un'ampia continuità politica interna ed estera con l'amministrazione Biden. Possibile un modesto aumento del deficit fiscale ma è difficile che le misure adottate possano imprimere una svolta sostanziale per crescita o l’inflazione, con la conseguenza di un costante allentamento monetario e di un soft landing. Dovrebbe proseguire l'approccio di Biden in materia di sicurezza nazionale e di restrizioni alle esportazioni verso la Cina, mentre gli alleati degli Stati Uniti subiscono maggiori pressioni per seguire attentamente la politica cinese.

SCENARIO ‘BLUE WAVE’


In caso invece di scenario ‘Blue Wave’ (a cui l’abrdn Global Macro Research attribuisce il 10% di probabilità), in cui i Democratici mantengono la Casa Bianca con un Congresso unificato, è probabile un aggravamento del deficit. Peserebbero a bilancio, infatti, le proroghe del TCJA, dei crediti d'imposta per l'infanzia e per la ricerca e lo sviluppo e del credito d'imposta per l'acquisto della prima casa. Lo slancio al commercio globale spingerebbe le pressioni inflazionistiche rallentando l’allentamento monetario da parte della Fed e delle banche centrali dei Paesi emergenti.

SCENARIO ‘TRUMP GUERRA COMMERCIALE 2.0’


Secondo l’abrdn Global Macro Research lo scenario con la seconda maggiore probabilità (25%) è il ‘Trump guerra commerciale 2.0’, in cui l’ex presidente USA vince le elezioni, ma con un Congresso diviso che frena i tagli alle tasse e gli interventi legislativi. Trump dovrebbe utilizzare gli ordini esecutivi per introdurre un dazio del 60% sui beni cinesi già presi di mira nel suo primo mandato, e sui partner commerciali con grandi eccedenze (ad esempio Messico, Vietnam e UE). Prevedibile un’accelerazione del reshoring dalla Cina, a vantaggio di alcuni Paesi emergenti. I dazi e la deglobalizzazione spingerebbero al rialzo l'inflazione statunitense, rallentando notevolmente il ritmo dei tagli USA e incidendo negativamente sul sentiment sui rischi.

SCENARIO ‘TRUMP FAVOREVOLE AI MERCATI’


Una presidenza Trump ‘favorevole ai mercati’, con un 15% di probabilità di materializzarsi per l’abrdn Global Macro Research, sarebbe positiva per i mercati emergenti: la Fed potrebbe tagliare meno, ma un'economia globale più forte e un mercato con un sentiment ‘risk on’ attenuerebbero l'impatto delle pressioni sul dollaro” specifica Gilhooly a proposito di questo scenario nel quale l'agenda di Trump tende a ripercorrere il modello impostato nella prima metà del suo primo mandato, con interventi concentrati sulla deregolamentazione e sui tagli alle tasse.

GLI IMPATTI DI UNA SECONDA GUERRA COMMERCIALE DI TRUMP


Al contrario, una seconda guerra commerciale sarebbe molto più difficile da gestire, creando un'ampia gamma di vincitori e vinti tra i mercati emergenti, con maggiori rischi per la Cina e vantaggi per  Paesi in grado di sfruttare il reshoring del settore manifatturiero. “Un maggior rigore in materia di migrazione e deportazioni avrebbe impatti soprattutto in America Latina ma è anche vero che più gli Stati Uniti si allontaneranno dalla Cina, più avranno bisogno del Messico” sottolinea Gilhooly. Il Senior Emerging Markets Economist di abrdn ritiene infine improbabile nel breve termine la soluzione dei conflitti tra Ucraina e Russia e del Medio Oriente con una seconda presidenza Trump mentre resta probabile una riformulazione delle relazioni sia con gli amici che con i nemici di Washington.

Trending