L'analisi

Politiche populiste: LGIM analizza le possibili conseguenze sull’economia globale

Tutti gli stakeholder devono prestare particolare attenzione a elezioni e referendum, dato che i risultati potrebbero avere un peso rilevante, non solo a livello politico, ma anche per i mercati

di Leo Campagna 1 Novembre 2024 09:14

financialounge -  James Carrick LGIM mercati
Attualmente nei Paesi Bassi, in Austria, in Italia e in numerose nazioni dell’Est Europa governano (o lo hanno fatto) forze politiche considerate populiste, spesso con posizioni di estrema destra, e altre omologhe si stanno presentando come favorite alle prossime elezioni in Francia e in Germania. Se martedi 5 novembre fosse eletto Trump, gli Stati Uniti diverrebbero un altro paese occidentale governato da un’amministrazione di questo tipo.

UNA CRESCENTE POLARIZZAZIONE DELLE FORZE POLITICHE


Si tratta di un fenomeno avviato verso un trend di lungo corso determinato dalla crescente polarizzazione delle forze politiche e dall’evoluzione delle tensioni geopolitiche. “Gli stakeholder devono prestare particolare attenzione a elezioni e referendum, dal momento che i risultati di questi potrebbero avere un peso molto consistente sulla direzione che prenderà il mondo di domani” fa sapere James Carrick, Global economist di Legal & General Investment Management (LGIM).

LA CONTRAPPOSIZIONE TRA LE FORZE ESTREME


E’ infatti sempre più evidente la contrapposizione tra le forze estreme che tende a neutralizzare le posizioni considerate centriste e che ha portato nei programmi elettorali tematiche considerate vietate o proibite. In parallelo, è probabile che in futuro possano essere messi in discussione i principi largamente accettati e condivisi dai governi degli ultimi decenni basati su bilanci statali sani, libero scambio, lotta ai cambiamenti climatici e indipendenza delle banche centrali dalla politica.

PROGRAMMI INCENTRATI SU UNA POLITICA FISCALE MOLTO ESPANSIVA


Ma quali potrebbero essere i possibili effetti di breve e di lungo termine di una ulteriore avanzata a livello globale di queste forze politiche? “In qualità di investitori responsabili possiamo tratteggiare i possibili scenari basandoci su quelle che sono le caratteristiche che li accomunano. A livello economico-finanziario, il denominatore comune di quasi tutti i populismi sono i programmi incentrati su una politica fiscale molto espansiva. Una impostazione che, qualora fosse implementata da un buon numero di grandi nazioni, potrebbe diventare un driver di primaria importanza, cui i mercati devono tenere conto” riferisce Carrick.

GLI EFFETTI NEL BREVE PERIODO…


Gli stimoli fiscali nel breve periodo hanno effetti sulla crescita, sull’inflazione e sulla politica delle banche centrali. Nel contesto attuale, assistiamo ad un rallentamento non particolarmente marcato delle economie e le banche centrali potrebbero scegliere di impegnarsi maggiormente a combattere l’inflazione che scaturirebbe da una fiscalità espansiva: i mercati azionari accuserebbero pressioni al ribasso sulla scia dei maggiori tassi d’interesse. Se però l’outlook economico dovesse peggiorare e le misure populiste fossero sostenute anche dalla politica monetaria meno restrittiva, allora le azioni ne beneficerebbero.

…E QUELLI NEL LUNGO PERIODO


Nel lungo periodo, invece, gli effetti finali di un governo populista possono essere ricavati da uno studio della American Economic Review, pubblicato nel 2023. “Questa ricerca, basata su un campione di 51 presidenti o primi ministri considerati populisti che hanno governato tra il 1900 e il 2020, evidenzia come dopo 15 anni il Pil pro-capite risulti inferiore del 10% rispetto al livello che si sarebbe raggiunto qualora ci fossero stati governi non populisti. Oltre ad una crescita realizzata inferiore a quella attesa, lo studio mostra anche la pesante eredità lasciata ai successori al governo in termini di deficit di bilancio elevati e isolamento commerciale” conclude il Global economist di LGIM.

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