Il caso
Elezioni Usa, problemi tecnici per le “voting machine” nella decisiva Pennsylvania?
Un malfunzionamento del software blocca gli scanner elettorali nelle macchine per il voto in una contea della Pennsylvania. Gli elettori vengono invitati a non rinunciare al voto ma il fatto getta ulteriore benzina sul fuoco
di Stefano Silvestri 5 Novembre 2024 18:38
Negli Stati Uniti, l'elezione del presidente non dipende unicamente dal totale dei voti popolari ottenuti.
Al centro del sistema elettorale statunitense c'è infatti il meccanismo del Collegio Elettorale, che assegna un determinato numero di "grandi elettori" a ogni singolo stato. Il candidato che raggiunge almeno 270 grandi elettori viene eletto presidente.
Non tutti gli Stati hanno però lo stesso peso politico, né mostrano una preferenza stabile per uno dei due principali partiti. Mentre realtà come la California e il Texas tendono a essere fedeli rispettivamente ai Democratici e ai Repubblicani, alcuni stati cambiano spesso preferenza da un’elezione all’altra.
Ecco allora nascere la definizione di “swing state”, o “stati in bilico”, che oscillano ogni volta tra Democratici e Repubblicani, dove il risultato rimane incerto fino all'ultimo e che, pertanto, diventano cruciali per determinare l'esito complessivo delle elezioni.
Tra gli swing state più noti ci sono la Florida, il Michigan, il Wisconsin e l’Ohio. E soprattutto la Pennsylvania, considerata uno dei più cruciali.
È dunque chiaro che qualsiasi problema elettorale la riguardi, balza immediatamente agli onori della cronaca. Soprattutto se si parla di queste elezioni presidenziali, le più discusse e controverse della storia americana, tra accuse reciproche e (supposte) influenze straniere.
Le voting machine, ossia le macchine di voto elettronico, sono dispositivi impiegati negli Stati Uniti per consentire agli elettori di esprimere il proprio voto in formato digitale durante le elezioni.
Tali macchinari, disponibili unicamente nei seggi elettorali, sono stati introdotti allo scopo di migliorare la velocità e la precisione dello scrutinio, riducendo la possibilità di errori umani e garantendo un conteggio immediato e automatizzato dei suffragi.
Le principali tipologie di macchine di voto elettronico negli Stati Uniti comprendono i sistemi di voto a registrazione diretta elettronica (Direct Recording Electronic, DRE) e i sistemi di voto a scansione ottica (Optical Scan Voting Systems).
I sistemi DRE permettono agli elettori di votare direttamente su uno schermo touch o mediante pulsanti, registrando in formato elettronico ciascun voto su una memoria digitale. Alcuni modelli di DRE forniscono anche una ricevuta cartacea, chiamata Voter Verified Paper Audit Trail (VVPAT), che consente una verifica fisica dei voti registrati, a garanzia di trasparenza e affidabilità.
Nei sistemi di voto a scansione ottica, invece, gli elettori compilano una scheda cartacea, spesso apponendo un segno accanto al nome del candidato prescelto. La scheda viene quindi inserita in una macchina che la scansiona e registra elettronicamente il voto. Questo metodo combina la sicurezza del voto su supporto cartaceo con la rapidità dello scrutinio elettronico.
Così però come i sistemi basati sulle tradizionali schede elettorali sono suscettibili di manomissione, anche i sistemi informatici possono essere soggetti a guasti, intrusioni e manipolazioni. Per questo motivo, negli Stati Uniti sono stati implementati audit post-elettorali, come i Risk Limiting Audit, al fine di verificare la corrispondenza tra i risultati elettronici e i voti fisici registrati.
Inoltre, molte giurisdizioni richiedono che le macchine di voto elettronico non siano connesse a Internet durante l'uso, per prevenire intrusioni esterne.
Quanto appena descritto è funzionale a capire meglio i fatti che si stanno rincorrendo in queste ore. E che potrebbero essere una delle molte polemiche elettorali, che divampano improvvisamente, e che altrettanto improvvisamente si spengono.
Eppure, quanto ci apprestiamo a scrivere sta venendo corroborato in queste ore da una serie di video che circolano sui canali social di alcune note testate giornalistiche (e non solo). Video che mostrano come un problema tecnico stia creando disagi agli elettori della contea di Cambria, in Pennsylvania.
Funzionari elettorali locali hanno infatti confermato un malfunzionamento del software nel sistema di voto elettronico che ha impedito agli scanner delle voting machine di registrare le schede elettorali, causando preoccupazione e rallentamenti all’inizio della giornata elettorale.
Ron Repak, avvocato della contea di Cambria, ha spiegato che la commissione elettorale della contea è venuta a conoscenza del problema già nelle prime ore della mattina e ha immediatamente preso provvedimenti per evitare che gli elettori rimanessero esclusi dal voto.
La commissione ha infatti ottenuto un ordine del tribunale per estendere l’orario di apertura dei seggi, assicurando che nessuno fosse allontanato e che a tutti fosse garantita la possibilità di esprimere il proprio voto.
Il senatore della Pennsylvania, Wayne Langerholc Jr, è intervenuto confermando di essere stato informato del problema e che i malfunzionamenti potrebbero non limitarsi alla sola contea di Cambria, ma coinvolgere anche altre contee.
Langerholc ha quindi espresso il suo impegno a monitorare la situazione affinché nessun voto vada perso in questo momento cruciale per il paese.
Il fatto che quanto appena riportato stia accadendo proprio in Pennsylvania, uno degli swing state più importanti nel panorama elettorale degli Stati Uniti, che può dunque essere l’ago della bilancia nelle elezioni presidenziali, non sta certamente passando inosservato.
Così come non passa inosservato il fatto che, sempre la stessa contea di Cambria, lo scorso 12 ottobre abbia visto il suo Consiglio Elettorale respingere 21 domande di registrazione degli elettori, dopo che un'indagine condotta dall'Ufficio del Procuratore Distrettuale della Contea aveva rivelato che il lotto di moduli presentava irregolarità, secondo quanto riferito dalle autorità.
I 21 moduli erano stati presentati, presumibilmente, da un gruppo non identificato dopo un evento di registrazione.
Le irregolarità e i ritardi come quelli appena descritti rischiano di influenzare l’affluenza e, con essa, l’intero esito elettorale.
E in un contesto in cui la fiducia degli elettori nel sistema elettorale è cruciale, sollevano dubbi e polemiche, gettano ulteriore benzina sul fuoco, mettendo sotto pressione le autorità impegnate a garantire trasparenza e affidabilità di elezioni quanto mai problematiche.
Al centro del sistema elettorale statunitense c'è infatti il meccanismo del Collegio Elettorale, che assegna un determinato numero di "grandi elettori" a ogni singolo stato. Il candidato che raggiunge almeno 270 grandi elettori viene eletto presidente.
Non tutti gli Stati hanno però lo stesso peso politico, né mostrano una preferenza stabile per uno dei due principali partiti. Mentre realtà come la California e il Texas tendono a essere fedeli rispettivamente ai Democratici e ai Repubblicani, alcuni stati cambiano spesso preferenza da un’elezione all’altra.
Ecco allora nascere la definizione di “swing state”, o “stati in bilico”, che oscillano ogni volta tra Democratici e Repubblicani, dove il risultato rimane incerto fino all'ultimo e che, pertanto, diventano cruciali per determinare l'esito complessivo delle elezioni.
Tra gli swing state più noti ci sono la Florida, il Michigan, il Wisconsin e l’Ohio. E soprattutto la Pennsylvania, considerata uno dei più cruciali.
È dunque chiaro che qualsiasi problema elettorale la riguardi, balza immediatamente agli onori della cronaca. Soprattutto se si parla di queste elezioni presidenziali, le più discusse e controverse della storia americana, tra accuse reciproche e (supposte) influenze straniere.
VOTING MACHINE: PRO E CONTRO
Le voting machine, ossia le macchine di voto elettronico, sono dispositivi impiegati negli Stati Uniti per consentire agli elettori di esprimere il proprio voto in formato digitale durante le elezioni.
Tali macchinari, disponibili unicamente nei seggi elettorali, sono stati introdotti allo scopo di migliorare la velocità e la precisione dello scrutinio, riducendo la possibilità di errori umani e garantendo un conteggio immediato e automatizzato dei suffragi.
Le principali tipologie di macchine di voto elettronico negli Stati Uniti comprendono i sistemi di voto a registrazione diretta elettronica (Direct Recording Electronic, DRE) e i sistemi di voto a scansione ottica (Optical Scan Voting Systems).
I sistemi DRE permettono agli elettori di votare direttamente su uno schermo touch o mediante pulsanti, registrando in formato elettronico ciascun voto su una memoria digitale. Alcuni modelli di DRE forniscono anche una ricevuta cartacea, chiamata Voter Verified Paper Audit Trail (VVPAT), che consente una verifica fisica dei voti registrati, a garanzia di trasparenza e affidabilità.
Nei sistemi di voto a scansione ottica, invece, gli elettori compilano una scheda cartacea, spesso apponendo un segno accanto al nome del candidato prescelto. La scheda viene quindi inserita in una macchina che la scansiona e registra elettronicamente il voto. Questo metodo combina la sicurezza del voto su supporto cartaceo con la rapidità dello scrutinio elettronico.
Così però come i sistemi basati sulle tradizionali schede elettorali sono suscettibili di manomissione, anche i sistemi informatici possono essere soggetti a guasti, intrusioni e manipolazioni. Per questo motivo, negli Stati Uniti sono stati implementati audit post-elettorali, come i Risk Limiting Audit, al fine di verificare la corrispondenza tra i risultati elettronici e i voti fisici registrati.
Inoltre, molte giurisdizioni richiedono che le macchine di voto elettronico non siano connesse a Internet durante l'uso, per prevenire intrusioni esterne.
IL CASO DI CAMBRIA
Quanto appena descritto è funzionale a capire meglio i fatti che si stanno rincorrendo in queste ore. E che potrebbero essere una delle molte polemiche elettorali, che divampano improvvisamente, e che altrettanto improvvisamente si spengono.
Eppure, quanto ci apprestiamo a scrivere sta venendo corroborato in queste ore da una serie di video che circolano sui canali social di alcune note testate giornalistiche (e non solo). Video che mostrano come un problema tecnico stia creando disagi agli elettori della contea di Cambria, in Pennsylvania.
Funzionari elettorali locali hanno infatti confermato un malfunzionamento del software nel sistema di voto elettronico che ha impedito agli scanner delle voting machine di registrare le schede elettorali, causando preoccupazione e rallentamenti all’inizio della giornata elettorale.
Ron Repak, avvocato della contea di Cambria, ha spiegato che la commissione elettorale della contea è venuta a conoscenza del problema già nelle prime ore della mattina e ha immediatamente preso provvedimenti per evitare che gli elettori rimanessero esclusi dal voto.
La commissione ha infatti ottenuto un ordine del tribunale per estendere l’orario di apertura dei seggi, assicurando che nessuno fosse allontanato e che a tutti fosse garantita la possibilità di esprimere il proprio voto.
Il senatore della Pennsylvania, Wayne Langerholc Jr, è intervenuto confermando di essere stato informato del problema e che i malfunzionamenti potrebbero non limitarsi alla sola contea di Cambria, ma coinvolgere anche altre contee.
Langerholc ha quindi espresso il suo impegno a monitorare la situazione affinché nessun voto vada perso in questo momento cruciale per il paese.
BENZINA SUL FUOCO
Il fatto che quanto appena riportato stia accadendo proprio in Pennsylvania, uno degli swing state più importanti nel panorama elettorale degli Stati Uniti, che può dunque essere l’ago della bilancia nelle elezioni presidenziali, non sta certamente passando inosservato.
Così come non passa inosservato il fatto che, sempre la stessa contea di Cambria, lo scorso 12 ottobre abbia visto il suo Consiglio Elettorale respingere 21 domande di registrazione degli elettori, dopo che un'indagine condotta dall'Ufficio del Procuratore Distrettuale della Contea aveva rivelato che il lotto di moduli presentava irregolarità, secondo quanto riferito dalle autorità.
I 21 moduli erano stati presentati, presumibilmente, da un gruppo non identificato dopo un evento di registrazione.
Le irregolarità e i ritardi come quelli appena descritti rischiano di influenzare l’affluenza e, con essa, l’intero esito elettorale.
E in un contesto in cui la fiducia degli elettori nel sistema elettorale è cruciale, sollevano dubbi e polemiche, gettano ulteriore benzina sul fuoco, mettendo sotto pressione le autorità impegnate a garantire trasparenza e affidabilità di elezioni quanto mai problematiche.
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