Il dato
L’inflazione Usa sale del 2,6% a ottobre e i mercati guardano ai rischi della Trumpflation
Crescita in linea con le stime per il carovita americano, ma gli osservatori temono una frenata della Fed a cause delle possibili conseguenze delle politiche fiscali di Trump. Rendimenti dei T-Bond in deciso calo
di Antonio Cardarelli 13 Novembre 2024 14:54
In linea con quanto atteso, nel mese di ottobre l’inflazione Usa è cresciuta del 2,6% rispetto all’anno precedente, in crescita dal +2,4% del mese di settembre. Su base mensile i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2%. Il rendimento dei T-Bond decennale, che si muove inversamente al prezzo, è in ribasso al 4,38% dal 4,433% di ieri. Il rendimento del titolo a tre mesi è in calo al 4,524%.
Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro, il dato “core” (depurato dai prezzi di beni alimentati ed energetici) è cresciuto dello 0,3% su base mensile e del 3,3% su base annuale. I prezzi energetici sono rimasti invariati rispetto al mese precedente, quelli dei generi alimentari sono aumentati dello 0,2%. Rispetto a un anno prima, i prezzi energetici sono diminuiti del 4,9%, quelli dei generi alimentari sono aumentati del 2,1%.
Guardando ai prossimi mesi, i mercati temono l’impatto sull’inflazione delle politiche del nuovo presidente Donald Trump. Gli osservatori vedono un possibile aumento di uno o due punti del carovita, la cosiddetta Trumpflation. I dazi annunciati dal nuovo presidente americano sui prodotti cinesi (60%) e su quelli del resto del mondo (10%), la stretta contro l’immigrazione clandestina e il rinnovo dei tagli fiscali potrebbero avere un impatto sui prezzi. Di fronte a una crescita dell’inflazione la Federal Reserve, che pochi giorni fa ha effettuato un taglio da 25 punti base dei tassi di interesse, potrebbe mettere in pausa l’allentamento monetario.
IL DATO “CORE”
Secondo i dati diffusi dal Dipartimento del Lavoro, il dato “core” (depurato dai prezzi di beni alimentati ed energetici) è cresciuto dello 0,3% su base mensile e del 3,3% su base annuale. I prezzi energetici sono rimasti invariati rispetto al mese precedente, quelli dei generi alimentari sono aumentati dello 0,2%. Rispetto a un anno prima, i prezzi energetici sono diminuiti del 4,9%, quelli dei generi alimentari sono aumentati del 2,1%.
OCCHI SULLA TRUMPFLATION
Guardando ai prossimi mesi, i mercati temono l’impatto sull’inflazione delle politiche del nuovo presidente Donald Trump. Gli osservatori vedono un possibile aumento di uno o due punti del carovita, la cosiddetta Trumpflation. I dazi annunciati dal nuovo presidente americano sui prodotti cinesi (60%) e su quelli del resto del mondo (10%), la stretta contro l’immigrazione clandestina e il rinnovo dei tagli fiscali potrebbero avere un impatto sui prezzi. Di fronte a una crescita dell’inflazione la Federal Reserve, che pochi giorni fa ha effettuato un taglio da 25 punti base dei tassi di interesse, potrebbe mettere in pausa l’allentamento monetario.
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