Mercati azionari
Azionario Cina: Schroders svela i punti di forza che favoriscono un approccio attivo
I gestori attivi possono selezionare aziende a buon mercato soprattutto al di fuori dell’MSCI China con fondamentali solidi guardando oltre l’incertezza macroeconomica, normativa e geopolitica
di Leo Campagna 17 Novembre 2024 12:00
Le preoccupazioni macroeconomiche, l'incertezza normativa e le tensioni geopolitiche hanno frenato l’appeal degli investimenti azionari in Cina negli ultimi anni. Tuttavia si tratta della seconda economia più grande al mondo e il Paese con la seconda popolazione più numerosa. Inoltre, in termini di capitalizzazione di mercato in dollari, ha il secondo mercato azionario al mondo, dopo gli Stati Uniti.
“Riteniamo che le prospettive future siano diverse. Il mercato resta inefficiente mentre è aumentata l'incertezza, ma questo potrebbe creare opportunità per le strategie basate sui fondamentali”, sostiene Andrew Rymer, Senior Strategist, Schroders, che ha individuato sei motivi per favorire un approccio attivo quando si investe nell’azionario cinese.
Il primo dei quali è legato all’inefficienza del mercato con aziende a basso costo che generano elevati rendimenti azionari, ma con altre economiche ma di bassa qualità. “In molti settori sono presenti aziende a buon mercato con fondamentali solidi, che rappresentano opportunità potenzialmente interessanti. Ma ci sono anche società altrettanto convenienti ma con fondamentali più deboli, che potrebbero costituire delle “trappole di valore”, spiega Rymer.
In secondo luogo, si nota la prevalenza di investitori retail: negli USA gli investitori istituzionali detengono circa il 70% del mercato mentre in Cina sono intorno al 10%. Gli investitori retail tendono ad assumere orizzonti d’investimento più brevi e potenzialmente reagire in modo emotivo ed eccessivo alle dinamiche di mercato e questo storicamente ha contribuito a far crescere la volatilità sull’azionario cinese. Un contesto capace di determinare maggiori dispersioni dei titoli con significativi scostamenti dai valori intrinseci, creando opportunità per gli investitori attivi a lungo termine.
Proprio quest’ultimo aspetto delinea il terzo elemento a favore dell’investimento nell’azionario cinese: le opportunità per i gestori attivi. E’ vero che il mercato è spesso guidato, soprattutto nel breve termine, dai flussi retail e dal sentiment ma l'analisi fondamentale resta cruciale. “L'incertezza macroeconomica e normativa e la geopolitica, hanno contribuito a distorcere la performance dei fondamentali negli ultimi anni, ma diversi fattori hanno premiato gli investitori sul lungo termine” specifica il Senior Strategist di Schroders.
In quarto luogo, si osserva in Cina una dispersione dei rendimenti azionari/settoriali molto più accentuata rispetto a quella dei mercati sviluppati e questo crea potenziali opportunità per le strategie attive. La dispersione dei rendimenti azionari/settoriali in Cina è, infatti, molto più elevata rispetto a quella dei mercati sviluppati. Se si confrontano i rendimenti dei titoli con le migliori e le peggiori performance in un determinato lasso di tempo di 12 mesi, si può constatare come la dispersione dei rendimenti in Cina risulti superiore di un terzo rispetto ai mercati sviluppati.
Come per altri mercati emergenti, e siamo al quinto fattore di supporto all’investimento nell’equity Cina, il numero medio di analisti che studiano le singole società negli indici cinesi è inferiore a quello sui mercati sviluppati. Questa minore copertura degli analisti e le limitate previsioni a lungo termine tendono a offrire ai gestori attivi interessanti finestre di opportunità per generare valore aggiunto.
Infine, i gestori attivi possono investire oltre gli indici tradizionali che non includono ancora molte società, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. Inoltre, i dieci titoli più importanti nell'indice MSCI China rappresentano oltre il 40% del mercato. “Puntando esclusivamente sull’indice MSCI China per investire nell’azionario cinese si rischia di risultare eccessivamente concentrati rispetto al mercato cinese più ampio. I gestori attivi possono gestire questo rischio creando portafogli più diversificati e investendo in titoli non rappresentati nell'MSCI China”, conclude il Senior Strategist di Schroders.
PROSPETTIVE FUTURE DIVERSE
“Riteniamo che le prospettive future siano diverse. Il mercato resta inefficiente mentre è aumentata l'incertezza, ma questo potrebbe creare opportunità per le strategie basate sui fondamentali”, sostiene Andrew Rymer, Senior Strategist, Schroders, che ha individuato sei motivi per favorire un approccio attivo quando si investe nell’azionario cinese.
INEFFICIENZA DEL MERCATO
Il primo dei quali è legato all’inefficienza del mercato con aziende a basso costo che generano elevati rendimenti azionari, ma con altre economiche ma di bassa qualità. “In molti settori sono presenti aziende a buon mercato con fondamentali solidi, che rappresentano opportunità potenzialmente interessanti. Ma ci sono anche società altrettanto convenienti ma con fondamentali più deboli, che potrebbero costituire delle “trappole di valore”, spiega Rymer.
PREVALENZA DI INVESTITORI RETAIL
In secondo luogo, si nota la prevalenza di investitori retail: negli USA gli investitori istituzionali detengono circa il 70% del mercato mentre in Cina sono intorno al 10%. Gli investitori retail tendono ad assumere orizzonti d’investimento più brevi e potenzialmente reagire in modo emotivo ed eccessivo alle dinamiche di mercato e questo storicamente ha contribuito a far crescere la volatilità sull’azionario cinese. Un contesto capace di determinare maggiori dispersioni dei titoli con significativi scostamenti dai valori intrinseci, creando opportunità per gli investitori attivi a lungo termine.
L’IMPORTANZA DELL’ANALISI FONDAMENTALE
Proprio quest’ultimo aspetto delinea il terzo elemento a favore dell’investimento nell’azionario cinese: le opportunità per i gestori attivi. E’ vero che il mercato è spesso guidato, soprattutto nel breve termine, dai flussi retail e dal sentiment ma l'analisi fondamentale resta cruciale. “L'incertezza macroeconomica e normativa e la geopolitica, hanno contribuito a distorcere la performance dei fondamentali negli ultimi anni, ma diversi fattori hanno premiato gli investitori sul lungo termine” specifica il Senior Strategist di Schroders.
AMPIA DISPERSIONE DEI RENDIMENTI SETTORIALI
In quarto luogo, si osserva in Cina una dispersione dei rendimenti azionari/settoriali molto più accentuata rispetto a quella dei mercati sviluppati e questo crea potenziali opportunità per le strategie attive. La dispersione dei rendimenti azionari/settoriali in Cina è, infatti, molto più elevata rispetto a quella dei mercati sviluppati. Se si confrontano i rendimenti dei titoli con le migliori e le peggiori performance in un determinato lasso di tempo di 12 mesi, si può constatare come la dispersione dei rendimenti in Cina risulti superiore di un terzo rispetto ai mercati sviluppati.
SCARSA COPERTURA DA PARTE DEGLI ANALISTI
Come per altri mercati emergenti, e siamo al quinto fattore di supporto all’investimento nell’equity Cina, il numero medio di analisti che studiano le singole società negli indici cinesi è inferiore a quello sui mercati sviluppati. Questa minore copertura degli analisti e le limitate previsioni a lungo termine tendono a offrire ai gestori attivi interessanti finestre di opportunità per generare valore aggiunto.
OPPORTUNITÀ AL DI FUORI DELL’MSCI CHINA
Infine, i gestori attivi possono investire oltre gli indici tradizionali che non includono ancora molte società, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. Inoltre, i dieci titoli più importanti nell'indice MSCI China rappresentano oltre il 40% del mercato. “Puntando esclusivamente sull’indice MSCI China per investire nell’azionario cinese si rischia di risultare eccessivamente concentrati rispetto al mercato cinese più ampio. I gestori attivi possono gestire questo rischio creando portafogli più diversificati e investendo in titoli non rappresentati nell'MSCI China”, conclude il Senior Strategist di Schroders.