Strategie di investimento

Per ELEVA Capital è il momento giusto per investire nell’azionario Europa

Il fondo ELEVA Absolute Return Europe ha aumentato l’esposizione netta all’equity europeo con un posizionamento bilanciato tra settori ciclici e difensivi e una preferenza per il growth rispetto al value

di Leo Campagna 22 Novembre 2024 12:50

financialounge -  Eleva Capital Eric Bendahan mercati
Negli ultimi mesi sono stati annunciati significativi interventi della autorità a livello globale come risposta alla fase di debolezza macroeconomica registrata durante l’estate. In Cina sono state varate misure per salvaguardare il mercato immobiliare e per stabilizzare un quadro economico in grave difficoltà. Le principali banche centrali dei paesi sviluppati (FED, BCE e BOE), dal canto loro, hanno inaugurato o proseguito il percorso di taglio dei tassi al fine di sostenere le economie.

L’ELEVA CAPITAL INDEX


“A partire da fine settembre il nostro indicatore macroeconomico (ELEVA Capital Index) è tornato a salire, interrompendo la fase di debolezza vissuta durante l’estate e archiviando l’ipotesi di una recessione in arrivo. Al contrario potrebbe fornire una buona base di partenza per registrare una crescita economica più sostenuta per il 2025, quando inizierà a vedersi l’effetto positivo sull’economia reale del taglio dei tassi d’interesse che, di solito, impiega tra i 6 ed i 9 mesi per materializzarsi dopo i primi interventi”, fa sapere Eric Bendahan, Fondatore e gestore di ELEVA Capital.

LA RIELEZIONE DI TRUMP


Nel frattempo, la rielezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha determinato una forte sovraperformance del mercato azionario americano rispetto al resto del mondo mentre l’Europa continua ad accumulare numerose notizie negative da inizio anno. Tra le quali spiccano le elezioni anticipate in Francia che hanno portato un nuovo assetto politico che ha spinto il mercato a penalizzare i titoli francesi. Inoltre, mentre restano evidenti le difficoltà economiche in Germania che hanno portato negli ultimi giorni all’instabilità politica, la rielezione di Trump rende probabile l’aumento dei dazi sulle esportazioni europee dall’attuale 10% al 20%.

PREVISTO UN FUTURO FIN TROPPO ROSEO PER GLI USA


“L’impressione è che il mercato stia dando per scontato un futuro fin troppo roseo per gli USA e fin troppo cupo per l’Europa”, commenta Bendahan che stima un impatto dello 0.3% - 0,4% sulla crescita del PIL europeo se i dati fossero implementati già a partire dall’1 gennaio 2025. Peraltro, aggiunge il manager, Trump si insedierà il 20 gennaio 2025 e potrebbe volerci un po' di tempo prima che i dazi trovino un’effettiva applicazione.

VALUTAZIONI E RENDIMENTO A FAVORE DELL’EUROPA


A vantaggio dell’Europa giocherà invece il cambio EUR/USD che favorisce le esportazioni delle aziende europee e che potrebbe mitigare di circa la metà l’impatto dei dazi, se applicati. In parallelo, mentre le politiche di Trump potrebbero risultare inflazionistiche e rallentare il percorso di taglio dei tassi d’interesse della FED, i prezzi al consumo in Europa appaiono sotto controllo permettendo alla BCE di continuare la riduzione dei tassi anche per il 2025. Per quanto riguarda il rapporto prezzo / utili attesi 2025 (p/e), in Europa è intorno a 13, in linea con la media storica degli ultimi 25 anni, al contrario degli Stati Uniti dove le valutazioni appaiono estremamente tirate. Infine, se si sommano dividendi e buyback, il rendimento del mercato azionario Europeo si attesta al 4,5% vs 3% negli Stati Uniti.

VICINA UN’INVERSIONE DI TENDENZA


“Abbiamo stimato l’eventuale impatto dei dazi sui nostri portafogli ed è emerso che solo una piccola parte delle aziende attualmente in portafoglio che generano circa il 29% del fatturato in Nord America sarebbe impattata dal momento che molte di esse sono multinazionali con impianti di produzione negli Stati Uniti sulle cui vendite non sarebbero applicati i dazi. Meno del 5% producono in Europa ed esportano negli Stati Uniti ma sono compagnie che aumentano il listino prezzi del 6-7% l’anno, in grado pertanto di assorbire un incremento dei costi del 10%” rivela Bendahan che poi ricorda come le azioni europee raramente sottoperformano di così tanto come negli ultimi 12 mesi e, di solito, da questi livelli registrano un’inversione di tendenza.

PREFERENZA PER IL GROWTH RISPETTO AL VALUE


In quest’ottica, il fondo ELEVA Absolute Return Europe ha approfittato nell’ultimo mese e mezzo della debolezza dell’azionario europeo per aumentare l’esposizione netta all’equity al 36% (dato al 14/11/2024), in sovrappeso rispetto alla media storica del 25%, con un posizionamento bilanciato tra settori ciclici e difensivi e una preferenza per il growth rispetto al value. Tra i settori ciclici il sovrappeso è sui consumi discrezionali (con titoli come Hermes, LVMH, BMW) e sui materiali (in particolare materiali per costruzioni) e un sottopeso in energia e tecnologia.

SOVRAPPESI NELL’HEALTHCARE E NELLE UTILITY


“Tra i settori difensivi il sovrappeso premia healthcare (con titoli come Sanofi, AstraZeneca, Novonordisk) e utility (in particolare nell'ambito del tema dell'elettrificazione, con E.ON e National Grid): sottopeso invece nei consumi di base e telecom. A livello geografico continuiamo ad avere un sovrappeso nel Regno Unito che riteniamo molto sottovalutato e con un’economia che si sta differenziando in positivo rispetto al resto d’Europa” conclude il Fondatore e gestore di ELEVA Capital.

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