Transizione energetica
Cop29 stanzia 300 miliardi l'anno, ma per i paesi più poveri sono briciole
Gli stati in via di sviluppo chiedevano almeno il doppio della cifra. Critiche arrivano da più parti: per Etica Sgr l'accordo "non ha soddisfatto le aspettative"
di Davide Lentini 25 Novembre 2024 11:43
Alla fine al vertice di Baku è passata la linea dei paesi più ricchi, che ha scontentato tutti, specie i paesi in via di sviluppo. Cop29 si è infatti chiusa con un mezzo accordo, almeno rispetto alle intenzioni iniziali: l’impegno per uno stanziamento di (soli) 300 miliardi l’anno, fino al 2035, per finanziare la transizione energetica. Soldi che verranno reperiti proprio dai paesi più ricchi attraverso fondi pubblici e investimenti privati, ma anche da possibili tasse globali che ricadranno, quindi, anche sul debito delle nazioni più povere. Che, non a caso, chiedevano non solo uno stanziamento più elevato, ma soprattutto finanziamenti a fondo perduto.
I 300 miliardi annui previsti dall’accordo raggiunto alla 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici sono la metà di quanto chiesto dai paesi in via di sviluppo. Tanto che l’India ha definito le risorse irrisorie e per diversi paesi africani la somma è “troppo poco”. E sebbene l’Unione europea parli di nuova era per la lotta ai cambiamenti climatici, la Francia si è esposta spiegando che l’accordo “non è all’altezza delle sfide che ci aspettano”. Anche perché il superamento dei combustibili fossili, previsto da Cop28, è sparito dai testi conclusivi di quest’anno.
Diverse le prese di posizione contro questo accordo a metà, anche dal mondo della finanza. Per Etica Sgr, società italiana di gestione del risparmio che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici e responsabili, l’intesa “non ha soddisfatto le aspettative”, e soprattutto si allungano i tempi per raggiungere gli obiettivi di ridurre le fonti di inquinamento.
“È necessario agire subito per invertire la rotta - spiega Luca Mattiazzi, Direttore generale di Etica Sgr - In un contesto così complesso, siamo convinti che la finanza abbia un ruolo chiave. Un approccio di investimento responsabile, oggi più che mai, deve integrare considerazioni legate al cambiamento climatico. Noi di Etica Sgr crediamo che ridurre le emissioni e salvaguardare il clima siano sfide cruciali e impellenti. A queste, inoltre, si affiancano anche obiettivi come la promozione della Pace, la lotta alla povertà, il rispetto per i diritti umani e la salute come diritto fondamentale per tutti”.
LE CRITICHE DEI PAESI POVERI
I 300 miliardi annui previsti dall’accordo raggiunto alla 29esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici sono la metà di quanto chiesto dai paesi in via di sviluppo. Tanto che l’India ha definito le risorse irrisorie e per diversi paesi africani la somma è “troppo poco”. E sebbene l’Unione europea parli di nuova era per la lotta ai cambiamenti climatici, la Francia si è esposta spiegando che l’accordo “non è all’altezza delle sfide che ci aspettano”. Anche perché il superamento dei combustibili fossili, previsto da Cop28, è sparito dai testi conclusivi di quest’anno.
ETICA SGR: "I TEMPI SI ALLUNGANO"
Diverse le prese di posizione contro questo accordo a metà, anche dal mondo della finanza. Per Etica Sgr, società italiana di gestione del risparmio che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici e responsabili, l’intesa “non ha soddisfatto le aspettative”, e soprattutto si allungano i tempi per raggiungere gli obiettivi di ridurre le fonti di inquinamento.
IL RUOLO CHIAVE DELLA FINANZA
“È necessario agire subito per invertire la rotta - spiega Luca Mattiazzi, Direttore generale di Etica Sgr - In un contesto così complesso, siamo convinti che la finanza abbia un ruolo chiave. Un approccio di investimento responsabile, oggi più che mai, deve integrare considerazioni legate al cambiamento climatico. Noi di Etica Sgr crediamo che ridurre le emissioni e salvaguardare il clima siano sfide cruciali e impellenti. A queste, inoltre, si affiancano anche obiettivi come la promozione della Pace, la lotta alla povertà, il rispetto per i diritti umani e la salute come diritto fondamentale per tutti”.