Sunday View

Data center: tra Terra e spazio, non nascondersi dietro un dito

Una tematica molto calda per aziende e Paesi, che fanno del “dato” una delle loro ricchezze più importanti. Da occidente a oriente, fino anche allo spazio: dove e come siamo pronti a spingerci?

di Lorenzo Cleopazzo 8 Dicembre 2024 10:00

financialounge -  data center sunday view tecnologia
Dove guarda il saggio?

Nel modo di dire, mentre l’uomo indica la luna, lo stolto fissa il suo dito. Ma siamo sicuri che il saggio guardi davvero la Luna? E che lo stolto sia davvero uno stolto? Tutti risponderebbero di sì a entrambe le domande, forse anche aggiungendo che i quesiti sembrano alquanto insensati. Ci perdonerete, allora, se li piazziamo subito qui, in bella vista, ma ci stavano così bene...

Proviamo a ragionare un attimo: il saggio è detto così perché punta la Luna, un’entità superiore rispetto a noi – letteralmente: sta in cielo –, mentre l’altro è ingenuo perché guarda il dito – un oggetto così terreno – anziché ciò che indica. E allora noi che guardiamo la scena da fuori? In fondo non guardiamo né la Luna, né il dito. Eppure, descrivendo la scena, non possiamo non guardare entrambi. Nonostante questo, però, ci siamo persi un dettaglio: dove guarda il saggio?

Per ora teniamo in standby la domanda. Anzi, meglio, diamo una risposta provvisoria: il saggio guarda proprio qui, al Sunday View numero 97.

Dai che ormai manca sempre meno alla cifra tonda!

IL “COME”


I data center, in Italia, sono un bel problema. Questa, però, è solo una faccia della medaglia. L’altra sarebbe: i data center, in Italia, sono una bella opportunità.

La differenza è geografica, per così dire: non tutto il nostro territorio è pronto ad accogliere questa tipologia di costruzioni. La mancanza di normative diffuse ha messo in difficoltà le società che volevano investire in questo senso, trovandosi a prediligere le aree del Nord Italia – Lombardia in primis – che si sono invece attrezzate. Nonostante questo, anche se molto localizzati, in una decade sono sorti circa un centinaio di data center nel nostro Paese, dove sono attesi altri investimenti per circa 15 miliardi nei prossimi tre anni.

Tutto molto bello, certo, ma sappiamo che c’è sempre qualcuno che fa le cose più in grande. E quel qualcuno – indovinate un po’ – sono Stati Uniti e Cina. La domanda che si pongono loro è un po’ quella che si sono fatti in Italia di fronte alla mancanza di norme: “Come costruire dei data center?”, solo che Washington e Pechino non sono indecisi tra Cinisello Balsamo o Cologno Monzese, ma puntano dritti dritti alla Luna. Entrambi i Paesi vogliono stabilirvisi in pianta stabile, mettendo in piedi grandi programmi spaziali e concretizzandoli prima del rivale. Il punto, quindi, è sempre lo stesso: come? Come realizzare questi data center lunari? Come si possono trasportare da qui a lì? Come possiamo concretizzare tutto questo, mantenendo invariata la neutralità – ambientale e geopolitica – della Luna?

Domande difficili a cui rispondere, che ci riportano alla questione con cui abbiamo aperto questo Sunday View.

IL SAGGIO E LO STOLTO


Il saggio indica la Luna e lo stolto guarda il dito. L’uomo assennato punta in alto, quello ottuso non alza lo sguardo. Il primo va al di là della propria esistenza terrena, il secondo ci rimane ancorato. Ma se il saggio si proiettasse completamente verso la Luna, se si dedicasse anima e corpo a ciò che è “al di là”, sarebbe davvero così intelligente? Se puntasse non solo il dito, ma anche lo sguardo verso il cielo, dimentico di quella che è la sua realtà, come potrebbe raggiungere i propri risultati?

Nel Simposio, Platone faceva dire a Socrate – sì, perché trattava il suo maestro come un personaggio dei propri libri – che il Desiderio può essere una spinta solo verso ciò che non si ha. Il Saggio, dunque, non è stolto perché vuole qualcosa che non appartiene al suo mondo, anzi, sarebbe un “sapiente” nell’accezione più socratica del termine. Certo diventerebbe uno stolto se si dimenticasse completamente la propria dimensione, così come Socrate era criticato da qualche suo contemporaneo. Per esempio Aristofane, che nella sua commedia “Le Nuvole” descrive il filosofo come fluttuante tra i suoi pensieri, sempre con la testa per aria – e proprio da qui deriva il modo di dire. Ma qui allora torniamo al detto dell’inizio: chi viene descritto come “Stolto”, in realtà è il più pragmatico dei due. Colui che guarda il dito, anziché la Luna, non si perde in discorsoni metafisici, ma si fida solo di ciò che può toccare con mano. Potremmo chiederci chi dei due sia l’esempio giusto da seguire, ma la prima domanda da farsi dovrebbe essere sempre la stessa: come?

NASCONDERE LA LUNA DIETRO UN DITO


Come sarebbe giusto mirare alla Luna, e come sarebbe giusto rimanere pragmatici?

A puntare il dito ci si mette un attimo, a fissare i propri obiettivi, a essere propositivi; ciò che fa la differenza è la volontà dimostrata durante il percorso per raggiungere certi risultati. Allo stesso modo rimanere ancorati a ciò che conosciamo, chiusi nelle nostre comfort zone, è fin troppo semplice; è importante riuscire ad aprirci a ciò che non ci appartiene. Ciò che non ci appartiene ancora.

E vale la pena sottolineare quest’ultima parola, perché fa tutta la differenza del mondo. Quando le aziende progettano investimenti spaziali per costruire data center in Italia, ma mancano leggi concrete; quando Usa e Cina vogliono crearne altri sulla Luna, ma senza dei risultati concreti che possano rasserenare il mondo. Quando si punta in alto, ma senza una base solida da cui partire, rischiamo di celare la Luna a noi stessi, nascondendola dietro a un dito.

Il saggio e lo stolto del detto sono due personaggi sono molto più labili di quanto non si possa credere. I loro ruoli sono a rischio, anche perché basta poco che si scambiano, o che mutano radicalmente.

Dunque, dove guarda il saggio? Se è davvero ciò che diciamo che è, allora punta alla luna, ma guarda il dito. E lo stolto? Bè, lui guarda il dito, ma per sognare la Luna.

Noi? Noi osserviamo la scena da fuori, limitandoci a commentare. Non siamo né più saggi, né più stolti dei protagonisti. Siamo solo degli osservatori, con i piedi ben piantati per terra, e gli occhi rivolti al cielo.

BONUS TRACK


Un altro consiglio per un regalo di Natale lunare? Sconsigliamo un data center. Dicono sia un po’ impegnativo da impacchettare.

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