La view
''Dai dazi di Trump rischi per crescita Usa e livello dei tassi di interesse''
Axel Botte, Head of Market Strategy di Ostrum AM, affiliata Natixis IM, analizza il potenziale impatto delle politiche di Trump in diverse aree, dall’Ue alla Cina
di Stefano Caratelli 13 Dicembre 2024 14:00
Il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump porta con sé un ritorno all'imprevedibilità: la politica commerciale USA è destinata a inasprirsi, con un aumento delle tariffe, la Cina è nel mirino, così come Canada e Messico, anche se formano una zona di libero scambio con gli stessi USA in base a un accordo commerciale che dovrà essere rinegoziato nel 2026. L'aumento dei dazi comporterà un aumento dei prezzi per i consumatori americani, creando una fonte di incertezza che potrebbe pesare in materia di investimenti.
Sono le osservazioni di un commento a cura di Axel Botte, Head of Market Strategy di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, che nel suo scenario prevede che la crescita economia degli USA dovrebbe scendere sotto il tasso potenziale del 2% nel 2025, attestandosi all’1,6%. Secondo le stime di Ostrum AM, anche l'Europa, con un 1% nel 2025, e la Cina, potrebbero risentire dell'inasprimento della politica commerciale di Trump. Ma, osserva Botte, sia in Germania che in Cina esiste un margine di bilancio per stimolare la domanda interna.
L’esperto dell’affiliata di Natixis IM aggiunge che sono probabili anche misure di ritorsione, sotto forma di tariffe doganali o restrizioni delle quote di importazione, ad esempio, nel caso della Cina, sui prodotti agricoli americani. Infine, secondo Botte sarà importante distinguere i rumors dal segnale sulle politiche dell'immigrazione e del clima: gli annunci di Donald Trump sull'espulsione di milioni di immigrati illegali e sulla priorità data ai combustibili fossili rischiano di scontrarsi con alcune realtà.
Passando al fronte monetario, Ostrum AM ritiene è probabile che la BCE riduca i tassi a circa il 2,25% a metà del 2025 per attenuare lo shock esterno, mantenendo l'euro a circa 1,05 sul dollaro, mentre la Fed, nel frattempo, continuerà probabilmente il suo costante allentamento, la cui portata sarà limitata dall'effetto delle politiche di Trump sull'inflazione.
I Fed Fund dovrebbero così stabilizzarsi intorno al 3,50%, al livello più alto dell'intervallo neutrale. I rischi per la crescita sono molti, sottolinea Botte, spiegando che oltre alla politica commerciale, i tagli fiscali promessi negli USA richiedono una drastica riduzione della spesa federale per evitare che il deficit scivoli verso l'8% o il 9% del PIL. Anche questo, rileva in conclusione l’esperto dell’affiliata Natixis, eserciterebbe una pressione sui tassi d'interesse a lungo termine degli USA, provocando probabilmente un calo degli asset a rischio.
CRESCITA USA SOTTO IL POTENZIALE NEL 2025
Sono le osservazioni di un commento a cura di Axel Botte, Head of Market Strategy di Ostrum AM, affiliata di Natixis IM, che nel suo scenario prevede che la crescita economia degli USA dovrebbe scendere sotto il tasso potenziale del 2% nel 2025, attestandosi all’1,6%. Secondo le stime di Ostrum AM, anche l'Europa, con un 1% nel 2025, e la Cina, potrebbero risentire dell'inasprimento della politica commerciale di Trump. Ma, osserva Botte, sia in Germania che in Cina esiste un margine di bilancio per stimolare la domanda interna.
POSSIBILI RITORSIONI CINESI, IMPATTO SU GREEN E IMMIGRAZIONE
L’esperto dell’affiliata di Natixis IM aggiunge che sono probabili anche misure di ritorsione, sotto forma di tariffe doganali o restrizioni delle quote di importazione, ad esempio, nel caso della Cina, sui prodotti agricoli americani. Infine, secondo Botte sarà importante distinguere i rumors dal segnale sulle politiche dell'immigrazione e del clima: gli annunci di Donald Trump sull'espulsione di milioni di immigrati illegali e sulla priorità data ai combustibili fossili rischiano di scontrarsi con alcune realtà.
IMPATTO SU BCE E FED, CHE LIMITERÀ LA PORTATA DEI TAGLI
Passando al fronte monetario, Ostrum AM ritiene è probabile che la BCE riduca i tassi a circa il 2,25% a metà del 2025 per attenuare lo shock esterno, mantenendo l'euro a circa 1,05 sul dollaro, mentre la Fed, nel frattempo, continuerà probabilmente il suo costante allentamento, la cui portata sarà limitata dall'effetto delle politiche di Trump sull'inflazione.
SARÀ NECESSARIA UNA RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA USA
I Fed Fund dovrebbero così stabilizzarsi intorno al 3,50%, al livello più alto dell'intervallo neutrale. I rischi per la crescita sono molti, sottolinea Botte, spiegando che oltre alla politica commerciale, i tagli fiscali promessi negli USA richiedono una drastica riduzione della spesa federale per evitare che il deficit scivoli verso l'8% o il 9% del PIL. Anche questo, rileva in conclusione l’esperto dell’affiliata Natixis, eserciterebbe una pressione sui tassi d'interesse a lungo termine degli USA, provocando probabilmente un calo degli asset a rischio.