Materie prime

Generali Investments indica come sfruttare il concentrato di opportunità nei metalli critici

Sono undici i metalli più esposti a squilibri e volatilità spinti dalla transizione energetica e digitale: cruciali nel processo di investimento la selettività e l’analisi ESG

di Leo Campagna 13 Dicembre 2024 19:00

financialounge -  economia Generali Investments materie prime metalli industriali Tarek Issaoui
L’analisi storica ha dimostrato che la ‘transizione energetica’ ha finora comportato la sovrapposizione e l’interconnessione di diverse fonti energetiche e il loro stretto rapporto con un numero sempre maggiore di materiali, sia in termini di numero che di volume. La maggior parte di queste nuove esigenze richiede grandi investimenti iniziali in materiali ed energia.

UN QUADRO INFLAZIONISTICO CHE ALIMENTA LA VOLATILITÀ


“Osserviamo un quadro inflazionistico che alimenterà la volatilità influenzando i prezzi delle materie prime a lungo termine così come la valutazione azionarie delle società minerarie e metallurgiche” fa sapere Tarek Issaoui, Chief Economist di Sycomore AM (parte di Generali Investments), secondo il quale questi effetti non saranno uniformi, poiché l’intensità della domanda varia a seconda dei metalli e l’offerta non cresce a un ritmo costante.

GLI 11 ELEMENTI ALTAMENTE CRITICI


Gli investitori devono identificare i metalli, le leghe e i componenti metallici che saranno maggiormente influenzati dalla crescente necessità dell’economia a livello globale. “Gli 11 elementi altamente critici che dovrebbero essere maggiormente esposti a squilibri sono 11, sei dei quali ultra-critici (Zinco, Nichel, Rame, Stagno e due elementi delle terre rare:  Praseodimio e Neodimio) e altri cinque altamente critici (Grafite, Silicio, Litio, Tungsteno  e un’altra terra rara, Disprosio)” spiega Issaoui,

DISALLINEAMENTO TRA DOMANDA E OFFERTA


Dal punto di vista degli investitori, la volatilità dei prezzi è destinata ad aumentare a seguito del previsto disallineamento tra domanda e offerta, in particolare durante gli shock negativi dal lato dell’offerta. Le attività minerarie e di raffinazione dei metalli saranno cruciale, soprattutto per consentire l’elettrificazione, la digitalizzazione e il lungo percorso verso un mix energetico a basse emissioni di carbonio. Inoltre, le questioni sostanziali ambientali, sociali, dei diritti umani e di governance del settore dei metalli potranno generare rischi significativi.

UN CONCENTRATO DI OPPORTUNITÀ ATTRAENTI


Si tratta di un ambiente rischioso e volatile dove però questi fattori combinati hanno creato un concentrato di opportunità attraenti. “Cruciale resta la selettività in base ai criteri extra-finanziari ESG come base per l’analisi del rischio. In questo tipo di investimento occorre valutate sia l’impatto economico che quello per l’ambiente e la società” riferisce il Chief Economist di Sycomore AM.

LE MAGGIORI QUANTITÀ DI INQUINAMENTO DIRETTO


Il quale ricorda come queste siano attività che generano le maggiori quantità di inquinamento diretto con il 75% delle miniere industriali  concentrato in soli 13 paesi: Russia, Cina, Australia, Stati Uniti, Indonesia, Brasile, Canada, Cile, Sudafrica, Perù, Guyana, Argentina e India. D’altra parte, ciò che viene prodotto dalle miniere e dall’industria dei metalli pesanti trova applicazioni negli oggetti e nelle infrastrutture utilizzati nella vita di tutti i giorni. Resta il fatto che alcuni metalli sono più critici di altri e gli squilibri tra domanda e offerta non si manifestano uniformemente nei segmenti di mercato, mentre i costi umani e ambientali differiscono in modo significativo tra gli operatori del settore e le località dei siti.

LA STRATEGIA DI INVESTIMENTO DI SYCOMORE AM


“La strategia di investimento di Sycomore AM si basa su un’analisi extra-finanziaria approfondita e orientata agli stakeholder nota come SPICE e su un’analisi ambientale granulare e olistica strutturata attorno al Net Environmental Contribution, NEC. Si tratta di un universo composto da oltre 150 società quotate successivamente ristretto a una lista di acquisto di 32 titoli basata su criteri regionali, di dimensione, liquidità e criticità” specifica Issaoui.

DUE DOZZINE DI SOCIETÀ QUOTATE


Lo step successivo, tramite ulteriori screening di sostenibilità basati su criteri ESG, ha permesso di ridurre l’elenco a due dozzine di società quotate. “Una rosa ristretta nella quale rientrano società minerarie (Imerys, Freeport-McMoRan, Teck Resources Limited e MP Materials Corp. l’unica specializzata nell’estrazione delle terre rare negli Stati Uniti), società integrate di estrazione e raffinazione (Boliden, Eramet), produttori di attrezzature minerarie (Epiroc, Metso Outotec), società di riciclaggio (Befesa, Umicore) e società di raffinazione-riciclaggio (AMG, Aurubis)” conclude il Chief Economist di Sycomore AM.

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