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Mercati azionari 2025: Wall Street resta centrale, ma esistono altre opportunità da sfruttare
Fidelity International, nel commento mensile della co-CIO Niamh Broadie-Machura, sottolinea la spinta della vittoria di Trump al mercato Usa, dove però le valutazioni hanno raggiunto livelli elevati
di Stefano Caratelli 16 Dicembre 2024 14:29
Il 2025 che sta per iniziare si presenta con opportunità attraenti per l’azionario globale, ma sono distribuite disparatamente tra regioni e settori, con ampi spazi che si aprono tra vincitori e perdenti. In questo scenario, gli investitori devono farsi guidare da un’analisi attenta e dalla consapevolezza del rischio. Sono le raccomandazioni conclusive di Fidelity International nel suo ultimo commento mensile dell’anno a cura della co-CIO Niamh Broadie-Machura, che rileva come nel corso del 2024 le performance azionarie mensile siano state biforcate con divergenze significative tra l’azionario USA e i mercati europei e globali, con l’esito del voto che ha assegnato nuovamente la Casa Bianca a Donald Trump che ha catapultato in avanti il rendimento della Borsa americana. Ora i mercati sono focalizzati sui trend stagionali favorevoli e sull’attività di buyback, ma ci sono aree di rischio.
Anche se servono ancora maggiori dettagli sulle politiche del nuovo presidente americano, il sentiment indica in generale che sono destinate a creare un ambiente favorevole sia per la crescita economica che per gli utili societari. I dati storici su oltre 200 anni mostrano che un’amministrazione repubblicana genera ritorni sopra la media nel primo biennio, per cui nel 2025 ci si può aspettare una crescita di performance e utili per le aziende USA guidata da diversi fattori, tra cui l’Intelligenza Artificiale e il rimpatrio o l’avvicinamento di molte attività. La diffusione della prima ha ancora molto spazio di crescita, mentre il secondo tema ha un supporto bi-partisan.
Fidelity stima che siano già partiti oltre 200 miliardi di dollari di investimenti in industria manifatturiera e costruzioni, tre volte il ritmo pre-Covid, e in accelerazione. Ma, avverte Niamh Broadie-Machura, le valutazioni delle azioni USA rappresentano un rischio, da cui gli investitori possono difendersi ricorrendo a specifiche strategie. L’esperta di Fidelity cita i dividendi storicamente fonte di ritorno superiore all’inflazione, mentre prosegue il trend dell’eccezionalismo USA, rafforzato dall’esito del voto di novembre, che esalta la capacità del mercato USA di generare crescita degli utili. Per cui l’allocazione in azioni americane resta valida, ma ci sono altri mercati da non ignorare.
Tra questi c’è il Giappone, che sta entrando in una fase di reflazione con governo, istituzioni e aziende che cavalcano il tema della normalizzazione di tassi e inflazione, che porta con sé salari più alti e investimenti, creando un circolo virtuoso, come sottolinea Bank of Japan. Anche le riforme di governance vanno avanti ed hanno molto spazio di implementazione, mentre le aziende vantano bilanci solidi e valutazioni non impegnative. L’esperta di Fidelity vede però il rischio che la combinazione di yen in rafforzamento e tassi più alti possa rappresentare un vento contrario per gli utili verso fine 2025, specialmente per il settore dell’export.
Anche la Cina ha il potenziale di entrare finalmente in una fase di mercato Toro, se riesce a costruire il pacchetto giusto di misure di stimolo fiscale. Niamh Broadie-Machura vede segnali che i politici di Pechino sono ben consapevoli della necessità di uno stimolo efficace, ma osserva che finora è stato seguito un approccio conservativo fatto di tante misure minori più che di un vero e proprio “big bang” fiscale. Il pacchetto di politica monetaria svelato a settembre mostra la volontà di fare di più, ma restano ancora poco visibili azioni appropriate.
Un rischio che incombe sulla Cina è rappresentato dall’evoluzione delle relazioni commerciali con gli USA. Se si riusciranno ad evitare gli esiti più estremi, si verrebbe a creare un mercato più favorevole per l’azionario cinese. In caso contrario, osserva in conclusione l’esperta di Fidelity, l’intera regione ASEAN potrebbe beneficiare della diversificazione delle catene di fornitura e di una quota maggiore di investimenti diretti esteri.
RAFFORZATO L’ECCEZIONALISMO USA, MA ANCHE OPPORTUNITÀ GLOBALI
Anche se servono ancora maggiori dettagli sulle politiche del nuovo presidente americano, il sentiment indica in generale che sono destinate a creare un ambiente favorevole sia per la crescita economica che per gli utili societari. I dati storici su oltre 200 anni mostrano che un’amministrazione repubblicana genera ritorni sopra la media nel primo biennio, per cui nel 2025 ci si può aspettare una crescita di performance e utili per le aziende USA guidata da diversi fattori, tra cui l’Intelligenza Artificiale e il rimpatrio o l’avvicinamento di molte attività. La diffusione della prima ha ancora molto spazio di crescita, mentre il secondo tema ha un supporto bi-partisan.
VALUTAZIONI ELEVATE, I DIVIDENDI OFFRONO PROTEZIONE
Fidelity stima che siano già partiti oltre 200 miliardi di dollari di investimenti in industria manifatturiera e costruzioni, tre volte il ritmo pre-Covid, e in accelerazione. Ma, avverte Niamh Broadie-Machura, le valutazioni delle azioni USA rappresentano un rischio, da cui gli investitori possono difendersi ricorrendo a specifiche strategie. L’esperta di Fidelity cita i dividendi storicamente fonte di ritorno superiore all’inflazione, mentre prosegue il trend dell’eccezionalismo USA, rafforzato dall’esito del voto di novembre, che esalta la capacità del mercato USA di generare crescita degli utili. Per cui l’allocazione in azioni americane resta valida, ma ci sono altri mercati da non ignorare.
EVOLUZIONE POSITIVA IN GIAPPONE, RISCHIO YEN-TASSI
Tra questi c’è il Giappone, che sta entrando in una fase di reflazione con governo, istituzioni e aziende che cavalcano il tema della normalizzazione di tassi e inflazione, che porta con sé salari più alti e investimenti, creando un circolo virtuoso, come sottolinea Bank of Japan. Anche le riforme di governance vanno avanti ed hanno molto spazio di implementazione, mentre le aziende vantano bilanci solidi e valutazioni non impegnative. L’esperta di Fidelity vede però il rischio che la combinazione di yen in rafforzamento e tassi più alti possa rappresentare un vento contrario per gli utili verso fine 2025, specialmente per il settore dell’export.
IN CINA C’È UN POTENZIALE MA DA CONCRETIZZARE
Anche la Cina ha il potenziale di entrare finalmente in una fase di mercato Toro, se riesce a costruire il pacchetto giusto di misure di stimolo fiscale. Niamh Broadie-Machura vede segnali che i politici di Pechino sono ben consapevoli della necessità di uno stimolo efficace, ma osserva che finora è stato seguito un approccio conservativo fatto di tante misure minori più che di un vero e proprio “big bang” fiscale. Il pacchetto di politica monetaria svelato a settembre mostra la volontà di fare di più, ma restano ancora poco visibili azioni appropriate.
LE IMPLICAZIONI DELLE RELAZIONI COMMERCIALI CON GLI USA
Un rischio che incombe sulla Cina è rappresentato dall’evoluzione delle relazioni commerciali con gli USA. Se si riusciranno ad evitare gli esiti più estremi, si verrebbe a creare un mercato più favorevole per l’azionario cinese. In caso contrario, osserva in conclusione l’esperta di Fidelity, l’intera regione ASEAN potrebbe beneficiare della diversificazione delle catene di fornitura e di una quota maggiore di investimenti diretti esteri.