Politica monetaria
La Fed taglierà i tassi, lasciando poi margine di manovra per il futuro
È la previsione di Allianz Global Investors in un commento di Michael Krautzberger, che sottolinea i dati ancora positivi sull’economia Usa. Il ritorno di Trump, però, suggerisce una certa dose di cautela nel 2025
di Stefano Caratelli 17 Dicembre 2024 15:11
La Fed taglierà ancora i tassi all’ultima riunione del Fomc del 2024 che si conclude il 18 dicembre, ma si lascerà un margine di manovra sul ritmo dei futuri tagli. L’attesa è che riduca i tassi di interesse di 25 punti base il target dei Fed fund al 4,25-4,50%, ma i dati economici USA sono rimasti relativamente positivi dall'ultima riunione di novembre, con anche il risultato delle elezioni statunitensi che implica un orientamento politico favorevole alla crescita nel 2025. Lo mette in rilievo un commento di Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, secondo cui, guardando all'inizio del 2025, la Fed applicherà maggiore cautela nell'avvicinare la politica monetaria a un livello neutrale, evitando probabilmente un ulteriore taglio a gennaio, mentre valuta i dati in arrivo.
L’esperto di AllianzGI nota che il pricing del mercato è cambiato, riflettendo una prospettiva meno accomodante per la politica della Fed, con il tasso sui Fed funds ora previsto leggermente sotto il 4% a giugno 2025, ritenendo che questa aspettativa sia ragionevole in questo momento, dato il contesto economico USA attuale. Dal punto di vista strategico, AllianzGI preferisce un approccio tattico alla duration, favorendo una posizione short sulla duration USA rispetto ai mercati obbligazionari europei, mentre è anche favorevoli a strategie di irripidimento della curva USA, data l'elevata offerta prevista, ed è positiva sugli strumenti di protezione dall'inflazione, considerando i potenziali rischi nel 2025.
Insieme alle decisioni di politica monetaria, la Fed renderà anche pubbliche le sue ultime proiezioni economiche, nelle quali, secondo Krautzberger, dovrebbe prevedere un altro anno di crescita in trend del PIL americano nel 2025. Un focus particolare sarà dedicato a vedere se la Fed rivedrà al rialzo le sue proiezioni sull’indice PCE core, possibilmente valutando anche l’impatto della futura politica tariffaria della nuova amministrazione americana. Le previsioni mediane per il 2025 e per il livello a più lungo termine dei Fed fund potrebbero essere riviste al rialzo rispetto al 3,4% al 2,9% stimati rispettivamente a settembre.
I mercati dei tassi di interesse forward si sono già mossi per riflettere il rischio di una politica meno accomodante della Fed in futuro, con il tasso terminale di questo ciclo prezzato ora intorno al 3,5%. Krautzberger nota comunque che molte buone notizie sull’economia USA sono già ben prezzate sia dall’azionario che dalle valutazioni creditizie. Un aumento dell’incertezza sulla politica USA e/o qualsiasi frenata più brusca delle attese del mercato del lavoro nella prima metà del 2025 potrebbero aprire una fase di maggior volatilità per gli asset a rischio, il che a sua volta influenzerebbe le attese del mercato sul livello del tasso terminale di questo ciclo.
Nel breve termine, l’esperto di AllianzGI dichiara una preferenza per un approccio tattico short alla duration USA rispetto ai mercati dei bond europei e un posizionamento in vista di una curva più ripida dei rendimenti americani, nella convinzione che il premio di rischio sia troppo basso per compensare gli investitori da quello assunto nel detenere Treasury americani. Krautzberger è anche favorevole a detenere strumenti di protezione dall’inflazione, date le prospettive della futura politica USA in campo tariffario e di contenimento dell’immigrazione.
APPROCCIO TATTICO ALLA DURATION IN VISTA DI CURVA PIÙ RIPIDA
L’esperto di AllianzGI nota che il pricing del mercato è cambiato, riflettendo una prospettiva meno accomodante per la politica della Fed, con il tasso sui Fed funds ora previsto leggermente sotto il 4% a giugno 2025, ritenendo che questa aspettativa sia ragionevole in questo momento, dato il contesto economico USA attuale. Dal punto di vista strategico, AllianzGI preferisce un approccio tattico alla duration, favorendo una posizione short sulla duration USA rispetto ai mercati obbligazionari europei, mentre è anche favorevoli a strategie di irripidimento della curva USA, data l'elevata offerta prevista, ed è positiva sugli strumenti di protezione dall'inflazione, considerando i potenziali rischi nel 2025.
ATTESA PER LE PROIEZIONI AGGIORNATE DI INFLAZIONE
Insieme alle decisioni di politica monetaria, la Fed renderà anche pubbliche le sue ultime proiezioni economiche, nelle quali, secondo Krautzberger, dovrebbe prevedere un altro anno di crescita in trend del PIL americano nel 2025. Un focus particolare sarà dedicato a vedere se la Fed rivedrà al rialzo le sue proiezioni sull’indice PCE core, possibilmente valutando anche l’impatto della futura politica tariffaria della nuova amministrazione americana. Le previsioni mediane per il 2025 e per il livello a più lungo termine dei Fed fund potrebbero essere riviste al rialzo rispetto al 3,4% al 2,9% stimati rispettivamente a settembre.
MERCATI CONCENTRATI SUL LIVELLO TERMINALE DEI TASSI
I mercati dei tassi di interesse forward si sono già mossi per riflettere il rischio di una politica meno accomodante della Fed in futuro, con il tasso terminale di questo ciclo prezzato ora intorno al 3,5%. Krautzberger nota comunque che molte buone notizie sull’economia USA sono già ben prezzate sia dall’azionario che dalle valutazioni creditizie. Un aumento dell’incertezza sulla politica USA e/o qualsiasi frenata più brusca delle attese del mercato del lavoro nella prima metà del 2025 potrebbero aprire una fase di maggior volatilità per gli asset a rischio, il che a sua volta influenzerebbe le attese del mercato sul livello del tasso terminale di questo ciclo.
POSIZIONARSI PER UN PREMIO PIÙ ALTO SUI TREASURY
Nel breve termine, l’esperto di AllianzGI dichiara una preferenza per un approccio tattico short alla duration USA rispetto ai mercati dei bond europei e un posizionamento in vista di una curva più ripida dei rendimenti americani, nella convinzione che il premio di rischio sia troppo basso per compensare gli investitori da quello assunto nel detenere Treasury americani. Krautzberger è anche favorevole a detenere strumenti di protezione dall’inflazione, date le prospettive della futura politica USA in campo tariffario e di contenimento dell’immigrazione.