Le prospettive per investire

AllianceBernstein vede un 2025 sfidante con opportunità per gli investitori attivi

Per la casa d’investimento ci saranno occasioni nella curva dei tassi Usa tra 5 e 30 anni e in quella europea tra 2 e 10 anni e nelle aziende di alta qualità negli Usa, in Europa e in Asia

di Leo Campagna 7 Gennaio 2025 08:00

financialounge -  AllianceBernstein Chris Hogbin investimenti
In una fase di grande incertezza geopolitica come quella attuale, le traiettorie dell'inflazione, dei tassi di interesse e della crescita macroeconomica sono difficili da decifrare. Tuttavia, i momenti critici della storia economica e politica possono anche creare opportunità entusiasmanti per gli investitori attivi. In quest’ottica i team di AllianceBernstein hanno delineato i contorni delle grandi questioni che potrebbero dar vita a una nuova era per i portafogli di investimento obbligazionari e azionari.

RIDUZIONE DEI RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI


In ambito obbligazionario, in particolare, mentre la maggior parte delle banche centrali dei mercati sviluppati persegue nelle politiche di allentamento ora si attende un minor numero di tagli dei tassi rispetto a quanto ipotizzato in precedenza dalla Federal Reserve. “Finché non ci sarà chiarezza sui dazi, sulle tasse e sulle altre politiche dell'amministrazione entrante, nel breve periodo è probabile che aumenti la volatilità dei tassi. Tuttavia, nei prossimi due anni i rendimenti del reddito fisso dovrebbero scendere incrementando i prezzi dei bond che si muovono in direzione opposta ai rendimenti” fa sapere Chris Hogbin, Global Head Investments di AllianceBernstein.

EVITARE GLI HIGH YIELD CON RATING CCC


Più in particolare il manager prevede che negli Stati Uniti la pendenza tra i rendimenti a 5 e 30 anni sia quella che registrerà l'aumento maggiore mentre in Europa dovrebbe essere quella tra i 2 e i 10 anni. In ambito creditizio, invece, sebbene gli spread siano storicamente ristretti, la persistente solidità dei fondamentali aziendali induce ad un cauto ottimismo a patto di adottare una gestione attiva e un'accurata selezione dei titoli. Se, in generale, saranno favoriti gli emittenti investment grade finanziariamente più solidi, a livello settoriale energia e finanza andranno incontro a una minore regolamentazione mentre il commercio all’ingrosso potrebbe soffrire in quanto dipende dalle importazioni. Nell’high yield meglio evitare i titoli con rating CCC in cui si concentra la maggior parte dei default.

FOCALIZZARSI SUI FONDAMENTALI


“Anche nell’azionario ci aspettiamo una persistente volatilità ma gli investitori possono seguire principi chiari” spiega Hogbin. “In primo luogo, dato che il nuovo policy mix statunitense avrà probabilmente effetti inflazionistici nel tempo, riteniamo che le azioni rimarranno strumenti fondamentali per generare rendimenti superiori al carovita. In secondo luogo, meglio restare focalizzati sui fondamentali societari e sugli asset di alta qualità. La ricerca bottom-up volta a determinare l'esposizione delle imprese a potenziali cambiamenti top-down può aiutare a distinguere le aziende a rischio da quelle che potrebbero beneficiare delle nuove dinamiche di policy”.

DISTINGUERE TRA VINCITORI E PERDENTI


Tuttavia, ammette il manager di AllianceBernstein, distinguere tra vincitori e perdenti potrebbe non essere così semplice. Negli USA l'imposizione fiscale contenuta dovrebbe offrire alle aziende di alta qualità migliori opportunità di rafforzare i propri vantaggi competitivi, sostenendo la crescita degli utili e il potenziale di rendimento a lungo termine. Una possibile deregolamentazione potrebbe invece giovare a molte imprese, ad esempio eliminando gli ostacoli per alcune mega cap tecnologiche e aiutando le maggiori banche statunitensi mediante una ripresa dell'attività di M&A. “Riteniamo che un'esposizione azionaria diversificata a un gruppo nutrito di società statunitensi permetterebbe di cogliere il potenziale di utile e rendimento che potrebbe essere sbloccato nei prossimi anni” specifica Hogbin.

OPPORTUNITÀ IN IMPRESE INGIUSTAMENTE SVANTAGGIATE


Secondo il quale se è vero che la sovraperformance delle azioni USA rispetto a quelle di altri paesi ha raggiunto livelli storicamente elevati, i mercati azionari non statunitensi saranno sottoposti a notevoli pressioni anche in vista dei nuovi possibili dazi USA. “Potrebbero emergere opportunità in imprese ingiustamente considerate svantaggiate. Alcune aziende giapponesi ed europee che hanno fabbriche negli Stati Uniti potrebbero in realtà beneficiare delle politiche di Trump. Le imprese non statunitensi con posizioni dominanti in mercati di nicchia potrebbero riuscire a resistere alle pressioni derivanti dai dazi. Inoltre, le aziende di alta qualità che non dipendono dalle esportazioni verso gli Stati Uniti non dovrebbero essere danneggiate dalle politiche statunitensi” riferisce il manager.

UN MIGLIORE POTENZIALE DI GENERAZIONE DI ALFA


Nonostante i maggiori ostacoli presenti nei mercati azionari non statunitensi, gli investitori in grado di individuare titoli con una capacità di tenuta sottovalutata potrebbero pertanto nascondere un miglior potenziale di generazione di alfa. “I portafogli orientati a investire in aziende con un miglior potenziale di crescita degli utili, che potrebbero essere sottovalutate a causa dell'incertezza politica, dovrebbero offrire agli investitori un'esposizione strategica al potenziale di rendimento reale che sarà molto ricercato nei prossimi anni” conclude il Global Head Investments di AllianceBernstein.

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