L'apertura dei mercati
Fed preoccupata per i possibili effetti inflazionistici delle politiche di Trump
Dai verbali emergono i timori dei banchieri centrali americani per i dazi in arrivo nel 2025. Crolla la produzione industriale tedesca nel mese di novembre, deboli le Borse asiatiche
di Antonio Cardarelli 9 Gennaio 2025 09:08
Avvio in rosso per le Borse europee. A Piazza Affari frenano le banche e il Ftse Mib cede lo 0,7%. Partenza debole anche per Parigi e Francoforte, che segnano -0,3%.
I verbali della Federal Reserve pubblicati ieri confermano i timori dei banchieri centrali americani per un possibile aumento dell’inflazione nel 2025. A preoccupare la Fed sono i possibili effetti dei dazi che Donald Trump ha annunciato. Ieri seduta piatta a Wall Street mentre oggi la Borsa Usa resterà chiusa in occasione del funerale di Jimmy Carter, 39esimo presidente Usa morto il 29 dicembre all’età di 100 anni. Nella giornata di ieri sono crollati i titoli legati al settore quantistico dopo le parole del ceo di Nvidia, che ha parlato di 15-30 anni come tempistica per l’adozione diffusa di computer con questa tecnologia.
In Europa da registrare il calo della produzione industriale tedesca: -2,8% su base annuale nel mese di novembre, mentre rispetto a ottobre 2024 la crescita è stata dell’1,5%. Destatis ha rivisto i dati di ottobre che segnano -0,4% mensile e -4,2% annuo. Sempre in Germania, continua a peggiorare il sentiment sull'industria automotive tedesca. Il Business Climate Index dell'Ifo ha segnato a dicembre un calo a -34,7 punti dai -32,4 punti di novembre. Borse asiatiche deboli per l’andamento deludente dell’economia cinese, dove l’inflazione stenta a dare segnali di ripresa. Tokyo cede lo 0,87%, Hong Kong e Shanghai viaggiano in perdita.
Sul valutario, si stabilizza il dollaro, con l'euro. Poco mossi anche i prezzi del petrolio, con la debolezza dell'economia cinese che pesa e con il calo delle scorte negli Usa. Il Wti è a 73,33 dollari mentre il Brent scambia a 76,15 dollari.
LA FED TEME I DAZI
I verbali della Federal Reserve pubblicati ieri confermano i timori dei banchieri centrali americani per un possibile aumento dell’inflazione nel 2025. A preoccupare la Fed sono i possibili effetti dei dazi che Donald Trump ha annunciato. Ieri seduta piatta a Wall Street mentre oggi la Borsa Usa resterà chiusa in occasione del funerale di Jimmy Carter, 39esimo presidente Usa morto il 29 dicembre all’età di 100 anni. Nella giornata di ieri sono crollati i titoli legati al settore quantistico dopo le parole del ceo di Nvidia, che ha parlato di 15-30 anni come tempistica per l’adozione diffusa di computer con questa tecnologia.
GERMANIA: CROLLA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
In Europa da registrare il calo della produzione industriale tedesca: -2,8% su base annuale nel mese di novembre, mentre rispetto a ottobre 2024 la crescita è stata dell’1,5%. Destatis ha rivisto i dati di ottobre che segnano -0,4% mensile e -4,2% annuo. Sempre in Germania, continua a peggiorare il sentiment sull'industria automotive tedesca. Il Business Climate Index dell'Ifo ha segnato a dicembre un calo a -34,7 punti dai -32,4 punti di novembre. Borse asiatiche deboli per l’andamento deludente dell’economia cinese, dove l’inflazione stenta a dare segnali di ripresa. Tokyo cede lo 0,87%, Hong Kong e Shanghai viaggiano in perdita.
VALUTE E PETROLIO
Sul valutario, si stabilizza il dollaro, con l'euro. Poco mossi anche i prezzi del petrolio, con la debolezza dell'economia cinese che pesa e con il calo delle scorte negli Usa. Il Wti è a 73,33 dollari mentre il Brent scambia a 76,15 dollari.
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