L'analisi
Azionario, il dominio dei flussi passivi offre occasioni storiche agli investitori attivi
DPAM, in un commento di Aurélien Duval, spiega come il peso di pochi titoli negli indici e la volatilità penalizzano chi replica i benchmark, mentre favoriscono molto la selezione basata sui fondamentali
di Stefano Caratelli 13 Gennaio 2025 14:21
I mercati azionari stanno offrendo un'opportunità storica agli investitori attivi, in quanto sempre più dominati da strategie passive in un contesto di elevata volatilità. Le tendenze recenti sottolineano questo cambiamento, con il numero record di titoli che hanno subito sostanziali oscillazioni in occasione della pubblicazione degli utili, un contesto che offre agli investitori di lungo periodo, orientati ai fondamentali, numerose opportunità di performance superiori. I titoli che si muovono di oltre il 10% all'annuncio dei risultati ha raggiunto livelli senza precedenti, lo scorso trimestre: il 37% delle società di tecnologia, media e telecomunicazioni ha registrato queste oscillazioni, rispetto a meno del 20% solo tre anni fa, con un aumento strutturale della volatilità che riflette un mercato guidato dal breve termine, con gli hedge fund e altri capitali in rapida evoluzione che dominano il trading, con discrepanze che gli investitori attivi possono sfruttare.
Aurélien Duval, Fund Manager di DPAM, sottolinea che la rapida crescita degli investimenti passivi, che oggi rappresentano oltre il 50% degli asset azionari Usa in gestione, non solo ha trasformato il mercato, ma ha anche introdotto rischi significativi. I principali indici, come l'MSCI World, sono diventati altamente concentrati, con le prime 10 società che rappresenteranno oltre il 25% della capitalizzazione nel 2024. La concentrazione è ancora più pronunciata in Usa e in settori come la tecnologia, dove una manciata di titoli guida la maggior parte dei rendimenti, comportando rischi sistemici, per il peso di questi titoli sui benchmark, per gli investitori passivi collegati.
Duval fa l'esempio di Meta che nel 2022 ha subito un calo del 25% della capitalizzazione dopo aver disatteso le aspettative sugli utili e una debole forward guidance. Gli investitori passivi non hanno potuto adeguarsi, mentre i gestori attivi hanno avuto la flessibilità di ridurre o evitare l'esposizione, o di sfruttare l'opportunità. Secondo l'esperto di DPAM questi rischi sono insiti in una strategia passiva, che alloca il capitale in base alla capitalizzazione più che al valore sottostante. Anche i fondi attivi possano avere un’alta concentrazione, ma possono costruire portafogli in base ai fondamentali di lungo periodo, mentre gli investitori passivi replicano gli indici, dove le ponderazioni sono determinate dalla capitalizzazione, il che offre pochi spunti sulla performance attesa a lungo termine.
Di qui l’opportunità per gli investitori a lungo termine, con Duval che rileva come l'aumento dei flussi passivi distorca il comportamento del mercato perché i titoli dei principali indici spesso vedono le valutazioni modificarsi indipendentemente dai fondamentali, mentre quelli fuori dai benchmark sono sempre più trascurati. Così si creano bolle di valutazione o opportunità nella parte alta dell'indice, e persistenti inefficienze nella parte bassa, offrendo ampie prospettive agli investitori attivi. L’esperto di DPAM cita ad esempio la fine del 2022, quando si sono presentate opportunità per incrementare le posizioni in Microsoft, Alphabet o Nvidia, che gli investitori attivi hanno saputo cogliere.
Duval chiude la sua analisi con un “invito all'azione” sottolineando che le attuali dinamiche rappresentano un'opportunità senza precedenti per i gestori attivi. L'elevata volatilità, i crescenti rischi di concentrazione nelle strategie passive e le distorsioni del mercato causate dai flussi passivi creano un terreno fertile per il successo dei gestori attivi, che grazie a una rigorosa ricerca fondamentale e a una solida capacità di giudizio sono in grado di distinguere tra perturbazioni temporanee e cambiamenti strutturali, individuando con precisione gli asset valutati non correttamente.
Mantenendo la disciplina e concentrandosi sul valore intrinseco, proprio questi asset possono infatti affrontare efficacemente queste sfide e trarre il massimo vantaggio dalle inefficienze del mercato, assicurandosi un netto vantaggio competitivo nei mercati in evoluzione.
PIÙ FONDI PASSIVI, PIÙ RISCHI
Aurélien Duval, Fund Manager di DPAM, sottolinea che la rapida crescita degli investimenti passivi, che oggi rappresentano oltre il 50% degli asset azionari Usa in gestione, non solo ha trasformato il mercato, ma ha anche introdotto rischi significativi. I principali indici, come l'MSCI World, sono diventati altamente concentrati, con le prime 10 società che rappresenteranno oltre il 25% della capitalizzazione nel 2024. La concentrazione è ancora più pronunciata in Usa e in settori come la tecnologia, dove una manciata di titoli guida la maggior parte dei rendimenti, comportando rischi sistemici, per il peso di questi titoli sui benchmark, per gli investitori passivi collegati.
INVESTITORI ATTIVI AVVANTAGGIATI
Duval fa l'esempio di Meta che nel 2022 ha subito un calo del 25% della capitalizzazione dopo aver disatteso le aspettative sugli utili e una debole forward guidance. Gli investitori passivi non hanno potuto adeguarsi, mentre i gestori attivi hanno avuto la flessibilità di ridurre o evitare l'esposizione, o di sfruttare l'opportunità. Secondo l'esperto di DPAM questi rischi sono insiti in una strategia passiva, che alloca il capitale in base alla capitalizzazione più che al valore sottostante. Anche i fondi attivi possano avere un’alta concentrazione, ma possono costruire portafogli in base ai fondamentali di lungo periodo, mentre gli investitori passivi replicano gli indici, dove le ponderazioni sono determinate dalla capitalizzazione, il che offre pochi spunti sulla performance attesa a lungo termine.
INEFFICIENZE E BOLLE DI VALUTAZIONE
Di qui l’opportunità per gli investitori a lungo termine, con Duval che rileva come l'aumento dei flussi passivi distorca il comportamento del mercato perché i titoli dei principali indici spesso vedono le valutazioni modificarsi indipendentemente dai fondamentali, mentre quelli fuori dai benchmark sono sempre più trascurati. Così si creano bolle di valutazione o opportunità nella parte alta dell'indice, e persistenti inefficienze nella parte bassa, offrendo ampie prospettive agli investitori attivi. L’esperto di DPAM cita ad esempio la fine del 2022, quando si sono presentate opportunità per incrementare le posizioni in Microsoft, Alphabet o Nvidia, che gli investitori attivi hanno saputo cogliere.
MOMENTO DI GRANDI OPPORTUNITÀ
Duval chiude la sua analisi con un “invito all'azione” sottolineando che le attuali dinamiche rappresentano un'opportunità senza precedenti per i gestori attivi. L'elevata volatilità, i crescenti rischi di concentrazione nelle strategie passive e le distorsioni del mercato causate dai flussi passivi creano un terreno fertile per il successo dei gestori attivi, che grazie a una rigorosa ricerca fondamentale e a una solida capacità di giudizio sono in grado di distinguere tra perturbazioni temporanee e cambiamenti strutturali, individuando con precisione gli asset valutati non correttamente.
TRARRE IL MASSIMO VANTAGGIO
Mantenendo la disciplina e concentrandosi sul valore intrinseco, proprio questi asset possono infatti affrontare efficacemente queste sfide e trarre il massimo vantaggio dalle inefficienze del mercato, assicurandosi un netto vantaggio competitivo nei mercati in evoluzione.