Guerra in Medio Oriente
Svolta nei negoziati: ''Hamas ha accettato la bozza di accordo con Israele''
L'intesa divisa in tre fasi, con alcuni dettagli ancora da definire. Previsto il rilascio iniziale di 250 ostaggi palestinesi e di 5 soldatesse israeliane. Ai colloqui di pace c'era anche un inviato di Trump
di Davide Lentini 14 Gennaio 2025 12:32
Svolta nelle difficili trattative per il cessate il fuoco in Medioriente. Secondo quanto riportato dall'agenzia Associated Press e poi confermato da più fonti, due funzionari israeliani coinvolti nei colloqui hanno annunciato che Hamas ha accettato la bozza di accordo che prevede si interrompere qualsiasi conflitto nella Striscia di Gaza e il rilascio di centinaia di ostaggi. Ai colloqui nella notte hanno partecipato anche il capo del Mossad Barnea, il primo ministro del Qatar al Thani e un inviato di Trump in Medio Oriente, Witkoff. Tre i paesi mediatori: Usa, Egitto e Qatar. Il presidente americano Biden, che ha fatto sapere di essersi coordinato proprio con il suo successore Trump, ha commentato: "Siamo sul punto di veder realizzata l'intesa". Anche Hamas ha confermato in una nota che "i negoziati sono alla fase finale", auspicando "un accordo chiaro e globale".
L’accordo è diviso in tre fasi: nella prima, che durerà 42 giorni, è previsto il rilascio da parte di Hamas di 33 israeliani feriti, tra cui donne, bambini e anziani, e 5 soldatesse. Per ognuna di loro Israele rilascerà 50 palestinesi ancora detenuti. In totale, quindi, saranno rilasciate 250 persone tra cui 30 militanti condannati che stanno scontando l'ergastolo. Contestualmente le forze israeliane si ritireranno dai centri abitati di Gaza, permettendo ai palestinesi di tornare nelle loro case nel nord della Striscia. Previsto anche l’arrivo di aiuti umanitari, con l’ingresso di circa 600 camion al giorno.
Se la prima fase dell'accordo è piuttosto delineata, la seconda è ancora da definire e sarà negoziata durante i primi 42 giorni. La bozza dell'intesa, tra l'altro, non prevede che il cessate il fuoco continui fino al raggiungimento di un accordo definitivo, quindi nel caso in cui le trattative andassero oltre il primo periodo, non è escluso che Israele riprenda le ostilità, come ha sempre fatto intendere il primo ministro Netanyahu. Sul piatto c'è la liberazione da parte di Hamas degli ostaggi israeliani maschi: saranno rilasciati solo alla fine della guerra e dopo il completo ritiro delle forze nemiche da Gaza.
La terza e ultima fase prevede che gli ostaggi rimanenti, compresi i corpi di quelli deceduti, verrebbero restituiti in cambio di un piano di ricostruzione che dovrebbe durare dai 3 ai 5 anni da attuare nella Striscia di Gaza sotto la supervisione internazionale.
IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI
L’accordo è diviso in tre fasi: nella prima, che durerà 42 giorni, è previsto il rilascio da parte di Hamas di 33 israeliani feriti, tra cui donne, bambini e anziani, e 5 soldatesse. Per ognuna di loro Israele rilascerà 50 palestinesi ancora detenuti. In totale, quindi, saranno rilasciate 250 persone tra cui 30 militanti condannati che stanno scontando l'ergastolo. Contestualmente le forze israeliane si ritireranno dai centri abitati di Gaza, permettendo ai palestinesi di tornare nelle loro case nel nord della Striscia. Previsto anche l’arrivo di aiuti umanitari, con l’ingresso di circa 600 camion al giorno.
LE PARTI CONTROVERSE
Se la prima fase dell'accordo è piuttosto delineata, la seconda è ancora da definire e sarà negoziata durante i primi 42 giorni. La bozza dell'intesa, tra l'altro, non prevede che il cessate il fuoco continui fino al raggiungimento di un accordo definitivo, quindi nel caso in cui le trattative andassero oltre il primo periodo, non è escluso che Israele riprenda le ostilità, come ha sempre fatto intendere il primo ministro Netanyahu. Sul piatto c'è la liberazione da parte di Hamas degli ostaggi israeliani maschi: saranno rilasciati solo alla fine della guerra e dopo il completo ritiro delle forze nemiche da Gaza.
LA RICOSTRUZIONE
La terza e ultima fase prevede che gli ostaggi rimanenti, compresi i corpi di quelli deceduti, verrebbero restituiti in cambio di un piano di ricostruzione che dovrebbe durare dai 3 ai 5 anni da attuare nella Striscia di Gaza sotto la supervisione internazionale.
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