Le prospettive

Le 5 idee di investimento nel mercato azionario per il 2025 di Wellington Management

Con l'espansione della crescita degli utili, il rinnovato valore della diversificazione globale e il potenziale delle mid e small cap la casa d’investimento intravede opportunità interessanti per la gestione attiva

di Leo Campagna 14 Gennaio 2025 16:24

financialounge -  Andrew Heiskell azioni mercati nicolas wylenzek wellington management
La crescita sembra destinata ad accelerare, in particolare negli Stati Uniti, nonostante una incertezza in merito all'impatto della nuova amministrazione Trump, le potenziali future misure di stimolo della Cina e il permanere di alcuni rischi. Lo sostengono Andrew Heiskell, Equity Strategist e Nicolas Wylenzek, Macro Strategist, Wellington Management che spiegano: “Con il riemergere improvviso dell'inflazione nel periodo post-pandemia si è passati dall'allentamento monetario (quantitative easing) alla stretta monetaria (quantitative tightening). I policymaker devono ora fare i conti tra crescita economica e inflazione, con la politica monetaria che dovrà essere strutturalmente più restrittiva”.

OTTENERE VALUTAZIONI CORRETTE


In quest’ottica, i due esperti hanno individuato cinque idee utili per il 2025 per gli investitori azionari attivi, la prima delle quali riguarda l’ottenimento delle corrette valutazioni. “Il secondo semestre del 2024 ha registrato l'inizio di una crescita degli utili più ampia, che è andata oltre le mega cap. La generale espansione della crescita economica associata a un'inflazione più bassa e a tassi di interessi a breve termine inferiori favorisce diversi settori. L’espansione della crescita, una maggiore dispersione, minori correlazioni e una volatilità superiore, dovrebbero creare opportunità di selezione dei titoli per gli investitori dinamici” riferiscono Heiskell e Wylenzek.

IL VALORE DELLA DIVERSIFICAZIONE


Il valore della diversificazione è un secondo tema. Partendo dal presupposto che l'inflazione non solo sarà strutturalmente più alta, ma anche più variabile tra i diversi Paesi, è prevedibile che possa tradursi in una desincronizzazione dei cicli economici con le banche centrali impegnate ad adeguare i tassi per contrastare le questioni specifiche delle singole economie. “Si tratta di una tendenza già visibile nei mercati azionari, dove le correlazioni tra i Paesi sono ai livelli più bassi degli ultimi venti anni. Un approccio diversificato a livello globale dovrebbe pertanto risultare cruciale alla luce di una dispersione crescente tra regioni con molteplici opportunità da cogliere, in particolare quando l'agenda 2.0 di Trump inizierà a prendere forma” specificano i due manager di Wellington Management.

ANDARE OLTRE LA DIVERSIFICAZIONE REGIONALE


Strettamente collegata al secondo tema c’è l’idea di andare oltre la diversificazione regionale. “Siamo convinti che gli investitori possano cercare la diversificazione anche spingendosi oltre il fattore Paese” argomentano  Heiskell e Wylenzek. Nel corso del tempo, i titoli hanno assunto una maggiore correlazione al settore o al tema a cui appartengono, piuttosto che alla regione. Sia perchè le società a capitalizzazione elevata sono diventate più internazionali e sia perché l'investimento tematico ha acquisito sempre maggiore popolarità tra gli investitori. A questo proposito, il suggerimento è quello di diversificare le strategie tematiche che dovrebbero beneficiare di un cambiamento strutturale, come ad esempio, la sicurezza globale, l'automazione, la transizione energetica e l'innovazione medica.

EUROPA, INTERESSANTE PER LA SELEZIONE DEI TITOLI AZIONARI


Secondo i due manager di Wellington Management, inoltre, l'Europa potrebbe rappresentare un interessante mercato azionario per la selezione dei titoli. Il Vecchio Continente sta attualmente sperimentando un significativo cambiamento di regime, trainato da diversi fattori strutturali. “Prevediamo un'inflazione e tassi di interesse strutturalmente più elevati, maggiori interventi della politica, una rinnovata enfasi sulle valutazioni e una diminuzione dell'attrattiva relativa dell'esposizione internazionale” sottolineano Heiskell e Wylenzek che individuano nei settori del segmento value, come i titoli bancari e delle telecomunicazioni europei, nei titoli difensivi e nelle small cap europee i principali beneficiari di questo cambiamento di regime.

MAGGIORE VALORE PER LE SMALL E MID CAP


Infine, ma non per rilevanza, spicca l’idea che le aziende a piccola o media capitalizzazione potrebbero assumere maggiore valore. Le small e mida cap sottoperformano ormai da più di tredici anni, con uno sconto di valutazione storicamente ampio rispetto alle large cap. Sono state penalizzate dalla maggiore sensibilità alle condizioni economiche e al rialzo dei tassi di interesse. “L'espansione della crescita economica, una minore inflazione e il taglio dei tassi di interesse potrebbero ora cominciare a favorire gli utili. Una dinamica che potrebbe comportare disparità e  dispersione tra le small cap rendendole particolarmente interessante, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, In particolare i gestori attivi, che avranno la possibilità di individuare titoli sottovalutati in un segmento che generalmente rappresenta una parte meno efficiente del mercato rispetto alle large cap” concludono i due manager di Wellington Management.

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