La novità
I vini "NoLo", con poco o senza alcol debuttano al Vinitaly 2025
La domanda per i vini NoLo (No-Low alcohol) è in costante aumento. Da dicembre, con un decreto del governo, si possono produrre anche in Italia
di Fabrizio Arnhold 29 Gennaio 2025 10:02
Una tendenza che si sta ritagliando un ruolo sempre più ampio nel panorama internazionale del vino. Stiamo parlando dei vini NoLo (No-Low alcohol) che entrano ufficialmente nell’offerta della 57esima edizione del Vinitaly, in programma dal 6 al 9 aprile 2025. L’annuncio di Veronafiere è arrivato da Jeddah, in Arabia Saudita, nel corso di una masterclass proprio sui vini senza alcol.
“Vinitaly è crocevia delle tendenze che da sempre intercetta, monitora e analizza al fine di potenziare servizi e contenuti per le nostre aziende espositrici e per il settore”, ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. “In questa ottica, da quest'anno, i vini NoLo entrano per la prima volta nel programma della rassegna per potenziare il ruolo di Vinitaly, che apre nuovi mercati e affronta le sfide dell'evoluzione della domanda”.
La richiesta di vini senza alcol è in costante aumento. Lo scorso dicembre è arrivato anche il via libera alla produzione di in Italia, con un decreto del governo. Una mossa che mira a non escludere le aziende vitivinicole italiane dal mercato che, a livello globale, conta numeri rilevanti in grado di generare un fatturato di un miliardo di euro solo negli Stati Uniti, il principale mercato per il vino italiano.
In Italia non è possibile chiamare “vino” una bevanda con un tenore alcolico inferiore agli 8,5 gradi. I vini NoLo, già molto popolari e apprezzati in Francia e Spagna, hanno ovviamente un livello alcolico più basso. Finora, quindi, le aziende erano costrette a produrre questi vini all’estero, ma da quest’anno le regole sono cambiate. Secondo alcune stime di Uiv, Unione italiana vini, in Italia il 36% dei consumatori è interessato a consumare bevande dealcolate.
INTERCETTARE NUOVE TENDENZE
“Vinitaly è crocevia delle tendenze che da sempre intercetta, monitora e analizza al fine di potenziare servizi e contenuti per le nostre aziende espositrici e per il settore”, ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. “In questa ottica, da quest'anno, i vini NoLo entrano per la prima volta nel programma della rassegna per potenziare il ruolo di Vinitaly, che apre nuovi mercati e affronta le sfide dell'evoluzione della domanda”.
DOMANDA IN AUMENTO
La richiesta di vini senza alcol è in costante aumento. Lo scorso dicembre è arrivato anche il via libera alla produzione di in Italia, con un decreto del governo. Una mossa che mira a non escludere le aziende vitivinicole italiane dal mercato che, a livello globale, conta numeri rilevanti in grado di generare un fatturato di un miliardo di euro solo negli Stati Uniti, il principale mercato per il vino italiano.
L’IMPIANTO NORMATIVO
In Italia non è possibile chiamare “vino” una bevanda con un tenore alcolico inferiore agli 8,5 gradi. I vini NoLo, già molto popolari e apprezzati in Francia e Spagna, hanno ovviamente un livello alcolico più basso. Finora, quindi, le aziende erano costrette a produrre questi vini all’estero, ma da quest’anno le regole sono cambiate. Secondo alcune stime di Uiv, Unione italiana vini, in Italia il 36% dei consumatori è interessato a consumare bevande dealcolate.
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