Economia e mercati
Natixis IM: perché il Treasury Usa sarà il barometro dei mercati nel 2025
Un commento di Jack Janasiewicz analizza il possibile trend dei titoli del Tesoro americano in rapporto all’outlook di mercato indicandone andamento ed opportunità rispetto a quelle di altre asset class
di Stefano Caratelli 31 Gennaio 2025 14:00
La seconda presidenza Trump avrà implicazioni ad ampio raggio per gli investitori di tutte le asset class, me un marcato rialzo del rendimento del Treasury metterebbe a repentaglio l’ottimismo dei mercati, per cui il decennale USA rappresenta un barometro chiave del rischio e del sentiment per il 2025. I Treasury sono guidati principalmente da inflazione e aspettative di crescita. Anche se per molti un catalizzatore è anche il finanziamento del deficit, l'offerta di titoli del debito conta marginalmente e raramente è in grado di determinare la direzione dei rendimenti nel lungo periodo.
E’ la lettura proposta da Natixis IM in un commento di Jack Janasiewicz, Portfolio Manager Natixis IM Solutions, che si aspetta un rallentamento del PIL USA nei prossimi trimestri ma anche che la spesa pubblica rimanga sostenuta, soprattutto per la difesa, mentre la spesa per consumi è destinata a diminuire, dato che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi e la crescita dei salari reali rallenta. L’esperto di Natixis IM nota che di recente spesa e investimenti pubblici statali e locali hanno contribuito molto alla crescita e stiamo già assistendo all'ampliamento dei buchi di bilancio in molti Stati, e prevede un rallentamento dell'impulso fiscale, mentre nei prossimi trimestri l'economia continui a ridimensionarsi rispetto all’elevato livello di crescita reale.
Anche la disinflazione non è ancora scomparsa, prosegue Janasiewicz, riconoscendo picchi dell'inflazione nel settore dei beni, ma trovando poche prove a sostegno dell'idea che questi singhiozzi siano l'inizio di un impulso inflazionistico sostenuto. Ancora più importante, secondo l’analisi di Natixis IM, è la vischiosità dell'inflazione, in gran parte il prodotto dei prezzi imputati e dei beni rifugio, i cui dati continuano a indicare che è in corso un'ulteriore disinflazione che dovrebbe durare fino a fine anno.
Con i beni rifugio che finalmente mostrano segni di ripresa, e un mercato del lavoro che punta a un maggiore raffreddamento, Janasiewicz vede poche ragioni per credere che l'inflazione non continuerà a tendere verso l'obiettivo del 2% entro la fine del 2025. Per quanto riguarda i rendimenti dei Treasury, tutto questo porta a prevedere una fascia di oscillazione, e con poche ragioni per aspettarsi una ripresa dell'inflazione, una significativa rottura al di sopra del 5% sembra una probabilità a basso rischio.
Con una crescita probabilmente in rallentamento, ma rispetto a un livello elevato, Janasiewicz vede il PIL statunitense tornare al trend, ponendo probabilmente una soglia minima per i rendimenti intorno al 4%. I rischi più ovvi segnalati in conclusione dall’esperto di Natixis IM sono: dazi che sfociano in una guerra commerciale che spinge i prezzi al rialzo per un periodo prolungato o uno stallo politico sul tetto del debito pubblico che sfocia in un default tecnico del governo. Sicuramente cosiddetti “eventi di coda”, ma con risultati degni di nota.
PIL USA IN RALLENTAMENTO MA SPESA PUBBLICA SOSTENUTA
E’ la lettura proposta da Natixis IM in un commento di Jack Janasiewicz, Portfolio Manager Natixis IM Solutions, che si aspetta un rallentamento del PIL USA nei prossimi trimestri ma anche che la spesa pubblica rimanga sostenuta, soprattutto per la difesa, mentre la spesa per consumi è destinata a diminuire, dato che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi e la crescita dei salari reali rallenta. L’esperto di Natixis IM nota che di recente spesa e investimenti pubblici statali e locali hanno contribuito molto alla crescita e stiamo già assistendo all'ampliamento dei buchi di bilancio in molti Stati, e prevede un rallentamento dell'impulso fiscale, mentre nei prossimi trimestri l'economia continui a ridimensionarsi rispetto all’elevato livello di crescita reale.
PERCORSO A SINGHIOZZO DI RIENTRO DELL’INFLAZIONE
Anche la disinflazione non è ancora scomparsa, prosegue Janasiewicz, riconoscendo picchi dell'inflazione nel settore dei beni, ma trovando poche prove a sostegno dell'idea che questi singhiozzi siano l'inizio di un impulso inflazionistico sostenuto. Ancora più importante, secondo l’analisi di Natixis IM, è la vischiosità dell'inflazione, in gran parte il prodotto dei prezzi imputati e dei beni rifugio, i cui dati continuano a indicare che è in corso un'ulteriore disinflazione che dovrebbe durare fino a fine anno.
RENDIMENTI DEI TREASURY IN UNA FASCIA DI OSCILLAZIONE
Con i beni rifugio che finalmente mostrano segni di ripresa, e un mercato del lavoro che punta a un maggiore raffreddamento, Janasiewicz vede poche ragioni per credere che l'inflazione non continuerà a tendere verso l'obiettivo del 2% entro la fine del 2025. Per quanto riguarda i rendimenti dei Treasury, tutto questo porta a prevedere una fascia di oscillazione, e con poche ragioni per aspettarsi una ripresa dell'inflazione, una significativa rottura al di sopra del 5% sembra una probabilità a basso rischio.
RISCHI LEGATI A DAZI E STALLO SUL TETTO AL DEBITO
Con una crescita probabilmente in rallentamento, ma rispetto a un livello elevato, Janasiewicz vede il PIL statunitense tornare al trend, ponendo probabilmente una soglia minima per i rendimenti intorno al 4%. I rischi più ovvi segnalati in conclusione dall’esperto di Natixis IM sono: dazi che sfociano in una guerra commerciale che spinge i prezzi al rialzo per un periodo prolungato o uno stallo politico sul tetto del debito pubblico che sfocia in un default tecnico del governo. Sicuramente cosiddetti “eventi di coda”, ma con risultati degni di nota.