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Dal Trump 2.0 più vantaggi che svantaggi per le multinazionali, favorite le “multilocali”

Capital Group, in un commento di Steven Smith, spiega che le politiche “America First” potrebbero rivelarsi vantaggiose per multinazionali globali, ma con forte presidio locale anche fuori dagli Usa

di Stefano Caratelli 3 Febbraio 2025 17:40

financialounge -  Capital Group donald Trump mercati Steven Smith
Il ritorno di Donald Trump alla presidenza Usa rappresenta un cambiamento di paradigma nelle politiche globali, con potenziali impatti su commercio, geopolitica e crescita economica di molti Paesi. Le multinazionali, soprattutto quelle fuori dagli USA, potrebbero dover fronteggiare sfide dovute a dazi e politiche protezionistiche da parte dell’Amministrazione Trump. Ma le aziende globali in grado di adattarsi alle richieste dei mercati locali e ai contesti normativi potrebbero avere un vantaggio strategico in questo nuovo capitolo dell'economia globale.

GLI INVESTITORI GUARDANO CON CAUTELA AL RITORNO DI TRUMP


Lo sottolinea un commento di Steven Smith, Investment Director di Capital Group, che analizza sfide e vantaggi per le multinazionali con Trump 2.0, osservando che i mercati hanno iniziato il 2025 con gli investitori che guardano con cautela agli USA perché molti ritengono che il ritorno di Trump potrebbe potenzialmente innescare un cambiamento di paradigma nelle politiche USA e globali, con un possibile impatto su ampie aree dell'economia e dei mercati.

MULTINAZIONALI FAVORITE DA ADATTABILITÀ E ESPERIENZA


Secondo Smith è difficile stabilire in che misura si concretizzeranno alcune delle politiche proposte da Trump, alcune delle quali, come il focus sulla crescita interna, la protezione dell'industria Usa, la deregolamentazione, e una posizione più dura sull'immigrazione, potrebbero avere un forte impatto su alcuni temi. Ma l’esperto di Capital Group ritiene che le multinazionali siano nella posizione migliore, perché tendono ad avere l'adattabilità, le dimensioni e l'esperienza necessarie per affrontare meglio i cambiamenti rispetto a chi invece si concentra su un solo mercato.

DAI DAZI POSSIBILI VANTAGGI E SVANTAGGI


Smith sottolinea due evidenze. La prima è che le società non domiciliate in Usa potrebbero essere esposte ai dazi che Trump potrebbe imporre ad ampio raggio su varie economie e settori, aumentando il rischio di sanzioni di ritorsione da parte di altri governi verso società USA. La seconda è che le società maggiormente orientate verso gli Usa potrebbero essere avvantaggiate dal punto di vista strategico grazie alle politiche “America first”.

PER LE AZIENDE MULTILOCALI VANTAGGIO STRATEGICO


L’esperto di Capital Group ritiene che una nuova era di tariffe e protezionismo Trump 2.0 potrebbe essere un ambiente che pone in una posizione di vantaggio strategico le aziende “multilocali”, vale a dire multinazionali che godono dei vantaggi dell'essere globali, con economie di scala, basi di clienti diversificate, marchio globale, ma che dispongono degli asset e delle risorse per rispondere alle richieste dei consumatori e ai contesti normativi locali.

IMPORTANZA DEI TREND MULTI-GENERAZIONALI


In particolare, Smith segnala alcuni trend multigenerazionali che afferma di apprezzare. Tra questi cita la continua disruption digitale, con i rapidi sviluppi dell'Intelligenza Artificiale che stanno determinando un nuovo ciclo di crescita strutturale per aziende tecnologiche, tra cui i semiconduttori, il cloud computing e il software. Quindi l’innovazione sanitaria, dove i progressi nel sequenziamento genomico e nella data analytics sono alla base di una “terza ondata” che accelera lo sviluppo di farmaci in mercati ampi ma ancora largamente non sfruttati, come l'obesità, l'oncologia e i disturbi cognitivi.

IL TEMA FAVOREVOLE DEL RINASCIMENTO INDUSTRIALE


Infine e in conclusione, l’esperto di Capital Group sottolinea il tema del Rinascimento Industriale, segnalando i venti a favore della transizione energetica, la riconfigurazione delle catene di approvvigionamento globali e gli investimenti per il potenziamento delle infrastrutture digitali e fisiche, che stanno dando nuova vita alle aziende della “old economy”.

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