La partnership
Generali, dalla joint venture con Natixis oltre 1 miliardo di valore
Dall’accordo nasce un leader dell’asset management in Europa con 4,1 miliardi di ricavi e masse gestite per 1.900 miliardi, con sinergie annue stimate a 210 milioni di euro
di Fabrizio Arnhold 4 Febbraio 2025 10:55
La joint venture con Natixis offre “un’interessante opportunità di creazione di valore per il gruppo Generali, stimata in oltre un miliardo di euro”. Generali fa chiarezza, con una nota, sull’operazione annunciata nelle scorse settimane con Natixis.
La stima di un miliardo di euro, spiega la nota, riflette il valore attuale del beneficio economico atteso derivante dal Seed money e delle sinergie attese dall’operazione, al netto di costi di integrazione e delle maggiori tasse.
In particolare, sono state identificate sinergie di ricavi ed efficienze operative per un totale annuo, a regime, pari a 210 milioni prima delle imposte, derivanti dal maggiore potenziale di crescita e di cross-selling, in aggiunta alle iniziative di risparmio di costo (soprattutto a livello centrale) che, grazie agli evidenti benefici di scala, offrirebbero ampi margini di efficientamento in aree quali procurement, IT e gestione dei dati.
Questa stima di 210 milioni di sinergie, peraltro, non include il contributo atteso derivante dal futuro impiego di Seed money che - grazie al lancio di nuovi prodotti ad alto potenziale - potrebbe contribuire allo sviluppo della base clienti e ad un ulteriore incremento dei ricavi stimati. L’accordo annunciato il 21 gennaio si tradurrebbe, una volta finalizzato, in un profitto netto di realizzo a favore del gruppo Generali stimato nell’ordine di un miliardo, che sarebbe comunque neutrale ai fini dell’utile netto rettificato di gruppo.
“L’operazione si tradurrebbe in un impatto nei primi due anni, includendo gli oneri di integrazione, fra 25 milioni e 50 milioni, prima dell’effetto del dividendo preferenziale previsto solo per i primi due anni e per un ammontare complessivo pari a 250 milioni”, si legge nel comunicato. A partire dal 2028, l’impatto sull’utile netto rettificato è atteso essere superiore a 50 milioni, anche tenendo conto degli oneri di integrazione. A partire dal 2030, l’impatto della transazione sull’utile netto rettificato è atteso essere superiore a 125 milioni annui.
Si precisa che l’obiettivo di Generali, condiviso con BPCE, la controllante di Natixis, è chiaro: “Costruire una solida partnership di lungo termine, coerente con la sua visione strategica, approfittando di una opportunità unica di creare di valore per il gruppo e tutti i suoi stakeholder”. Per raggiungere questo obiettivo, Generali e BPCE sottoscriverebbero un accordo di 15 anni che regola i termine e le condizioni della gestione da parte delle società, facenti capo alla nuova entità.
La nuova società porterebbe alla creazione di un operatore globale da 1.900 miliardi di euro di masse gestite, al nono posto a livello mondiale, e leader dell’asset management in Europa con 4,1 miliardi di ricavi. La società sarebbe controllata in modo condiviso dalle due istituzioni finanziarie, ciascuna con una quota del 50%, operando con una struttura di governance congiunta. La società rappresenterebbe anche il primo operatore al mondo nella gestione di asset per la clientela assicurativa, con l’obiettivo di sviluppare la piattaforma come leader globale ed espandere ulteriormente questo segmento in crescita.
OLTRE UN MILIARDO DI VALORE
La stima di un miliardo di euro, spiega la nota, riflette il valore attuale del beneficio economico atteso derivante dal Seed money e delle sinergie attese dall’operazione, al netto di costi di integrazione e delle maggiori tasse.
SINERGIE DI RICAVI PER 210 MLN
In particolare, sono state identificate sinergie di ricavi ed efficienze operative per un totale annuo, a regime, pari a 210 milioni prima delle imposte, derivanti dal maggiore potenziale di crescita e di cross-selling, in aggiunta alle iniziative di risparmio di costo (soprattutto a livello centrale) che, grazie agli evidenti benefici di scala, offrirebbero ampi margini di efficientamento in aree quali procurement, IT e gestione dei dati.
L’APPORTO DEI NUOVI PRODOTTI
Questa stima di 210 milioni di sinergie, peraltro, non include il contributo atteso derivante dal futuro impiego di Seed money che - grazie al lancio di nuovi prodotti ad alto potenziale - potrebbe contribuire allo sviluppo della base clienti e ad un ulteriore incremento dei ricavi stimati. L’accordo annunciato il 21 gennaio si tradurrebbe, una volta finalizzato, in un profitto netto di realizzo a favore del gruppo Generali stimato nell’ordine di un miliardo, che sarebbe comunque neutrale ai fini dell’utile netto rettificato di gruppo.
L’IMPATTO NEI PRIMI DUE ANNI
“L’operazione si tradurrebbe in un impatto nei primi due anni, includendo gli oneri di integrazione, fra 25 milioni e 50 milioni, prima dell’effetto del dividendo preferenziale previsto solo per i primi due anni e per un ammontare complessivo pari a 250 milioni”, si legge nel comunicato. A partire dal 2028, l’impatto sull’utile netto rettificato è atteso essere superiore a 50 milioni, anche tenendo conto degli oneri di integrazione. A partire dal 2030, l’impatto della transazione sull’utile netto rettificato è atteso essere superiore a 125 milioni annui.
OBIETTIVO CREAZIONE DI VALORE
Si precisa che l’obiettivo di Generali, condiviso con BPCE, la controllante di Natixis, è chiaro: “Costruire una solida partnership di lungo termine, coerente con la sua visione strategica, approfittando di una opportunità unica di creare di valore per il gruppo e tutti i suoi stakeholder”. Per raggiungere questo obiettivo, Generali e BPCE sottoscriverebbero un accordo di 15 anni che regola i termine e le condizioni della gestione da parte delle società, facenti capo alla nuova entità.
OPERATORE GLOBALE DA 1.900 MLD
La nuova società porterebbe alla creazione di un operatore globale da 1.900 miliardi di euro di masse gestite, al nono posto a livello mondiale, e leader dell’asset management in Europa con 4,1 miliardi di ricavi. La società sarebbe controllata in modo condiviso dalle due istituzioni finanziarie, ciascuna con una quota del 50%, operando con una struttura di governance congiunta. La società rappresenterebbe anche il primo operatore al mondo nella gestione di asset per la clientela assicurativa, con l’obiettivo di sviluppare la piattaforma come leader globale ed espandere ulteriormente questo segmento in crescita.
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