Investimenti green
DPAM analizza lo storico esordio per i green bond europei inaugurato da A2A
Serve però più chiarezza agli investitori e agli emittenti per far tornare l'attenzione a ciò che conta davvero: finanziare l'accelerazione di un'economia a basse emissioni di carbonio e promuovere un'azione significativa per il clima
di Leo Campagna 7 Febbraio 2025 08:00
![financialounge - DPAM green bond Ronald Van Steenweghen sostenibilità](https://www.financialounge.com/wp-content/uploads/2025/02/articolo-ESG-image-link-1024x684_center_55.webp)
Il primo Green Bond europeo in assoluto da 500 milioni di euro, allineato in modo completo alla tassonomia dell'Ue, che si propone di finanziare progetti nell’ambito delle energie rinnovabili, delle infrastrutture di rete, dell'efficienza energetica e della gestione dei rifiuti. Lo ha emesso l'utility italiana A2A precedendo di pochi giorni la società statale francese Île-de-France Mobilités che ha invece collocato un European Green Bond da 1 miliardo di euro per modernizzare e decarbonizzare una delle più grandi reti di trasporto del mondo.
“Queste operazioni di portata storica inaugurano il mercato dello standard europeo per i green bond (EuGBS), entrato in vigore il 21 dicembre 2024. Definito il “gold standard” per il debito sostenibile, l'EuGBS si propone di combattere il greenwashing, migliorare la trasparenza e la responsabilità e garantire l'allineamento con la tassonomia dell'Ue” spiega Ronald Van Steenweghen, Fixed Income Fund manager, DPAM, secondo il quale i costi aggiuntivi di reporting e i requisiti più severi richiesti per i green bond europei potrebbero essere compensati dalla robusta domanda degli investitori e dai potenziali vantaggi in termini di prezzo.
D’altra parte, aggiunge il manager, lo standard europeo per i green bond tende a promuovere una maggiore armonizzazione nell'informativa e nella rendicontazione, agevolando le richieste degli investitori di informazioni più chiare sull'impatto ambientale delle loro partecipazioni in green bond. “La pratica di dati standardizzati consentirà un confronto e una valutazione più efficaci per gli investitori e permetterà ai fornitori di pareri di seconda parte di formulare valutazioni di qualità superiore, che rafforzeranno ulteriormente la credibilità dei framework dei green bond e la fiducia del mercato” riferisce Van Steenweghen.
Il manager, tuttavia, ammette che Il vero banco di prova sarà quando gli emittenti inizieranno a utilizzare la flessibilità del 15% per le attività non coperte dalla tassonomia Ue. Anche perché, la lotta al cambiamento climatico richiede investimenti sostanziali in tutti i settori e non soltanto nelle società di servizi pubblici e di mobilità, naturalmente idonee al pieno allineamento alla tassonomia Ue. “La vera prova del nove si manifesterà quando gli emittenti con un allineamento meno scontato alla tassonomia Ue si affacceranno sul mercato. Difficilmente gli investitori saranno disposti a pagare un premio significativo per i Green Bond europei rispetto ai più diffusi e consolidati green bond allineati all'ICMA (International Capital Markets Association)” sottolinea il manager di DPAM.
Secondo il quale un contributo ancora più importante per la promozione degli investimenti sostenibili è la recente decisione dell'ESMA. “Ha prevalso il buon senso, e i green bond europei non sono ora più inclusi nel campo di applicazione delle esclusioni Paris-Aligned Benchmark (PAB). L'ESMA ha inoltre confermato che i fondi sostenibili possono continuare a investire in green bond al di fuori del quadro normativo dell'Ue attraverso un “approccio di tipo look-through”, al fine di “sostenere le imprese che si stanno convertendo a pratiche commerciali più sostenibili, fornendo loro importanti fonti di finanziamento”, se non finanziando direttamente le attività escluse” puntualizza Van Steenweghen.
Il quadro normativo acquisisce maggiore coerenza dopo la decisione dell'ESMA che, peraltro, fornisce anche la chiarezza necessaria sia agli investitori sia agli emittenti. “Adesso i riflettori tornano su ciò che conta davvero: finanziare l'accelerazione di un'economia a basse emissioni di carbonio e promuovere un'azione significativa per il clima” conclude il Fixed Income Fund manager di DPAM.
IL MERCATO DELLO STANDARD EUROPEO PER I GREEN BOND (EUGBS)
“Queste operazioni di portata storica inaugurano il mercato dello standard europeo per i green bond (EuGBS), entrato in vigore il 21 dicembre 2024. Definito il “gold standard” per il debito sostenibile, l'EuGBS si propone di combattere il greenwashing, migliorare la trasparenza e la responsabilità e garantire l'allineamento con la tassonomia dell'Ue” spiega Ronald Van Steenweghen, Fixed Income Fund manager, DPAM, secondo il quale i costi aggiuntivi di reporting e i requisiti più severi richiesti per i green bond europei potrebbero essere compensati dalla robusta domanda degli investitori e dai potenziali vantaggi in termini di prezzo.
LA PRATICA DI DATI STANDARDIZZATI
D’altra parte, aggiunge il manager, lo standard europeo per i green bond tende a promuovere una maggiore armonizzazione nell'informativa e nella rendicontazione, agevolando le richieste degli investitori di informazioni più chiare sull'impatto ambientale delle loro partecipazioni in green bond. “La pratica di dati standardizzati consentirà un confronto e una valutazione più efficaci per gli investitori e permetterà ai fornitori di pareri di seconda parte di formulare valutazioni di qualità superiore, che rafforzeranno ulteriormente la credibilità dei framework dei green bond e la fiducia del mercato” riferisce Van Steenweghen.
IL VERO BANCO DI PROVA
Il manager, tuttavia, ammette che Il vero banco di prova sarà quando gli emittenti inizieranno a utilizzare la flessibilità del 15% per le attività non coperte dalla tassonomia Ue. Anche perché, la lotta al cambiamento climatico richiede investimenti sostanziali in tutti i settori e non soltanto nelle società di servizi pubblici e di mobilità, naturalmente idonee al pieno allineamento alla tassonomia Ue. “La vera prova del nove si manifesterà quando gli emittenti con un allineamento meno scontato alla tassonomia Ue si affacceranno sul mercato. Difficilmente gli investitori saranno disposti a pagare un premio significativo per i Green Bond europei rispetto ai più diffusi e consolidati green bond allineati all'ICMA (International Capital Markets Association)” sottolinea il manager di DPAM.
LA RECENTE DECISIONE DELL’ESMA
Secondo il quale un contributo ancora più importante per la promozione degli investimenti sostenibili è la recente decisione dell'ESMA. “Ha prevalso il buon senso, e i green bond europei non sono ora più inclusi nel campo di applicazione delle esclusioni Paris-Aligned Benchmark (PAB). L'ESMA ha inoltre confermato che i fondi sostenibili possono continuare a investire in green bond al di fuori del quadro normativo dell'Ue attraverso un “approccio di tipo look-through”, al fine di “sostenere le imprese che si stanno convertendo a pratiche commerciali più sostenibili, fornendo loro importanti fonti di finanziamento”, se non finanziando direttamente le attività escluse” puntualizza Van Steenweghen.
RIFLETTORI SU CIÒ CHE CONTA DAVVERO
Il quadro normativo acquisisce maggiore coerenza dopo la decisione dell'ESMA che, peraltro, fornisce anche la chiarezza necessaria sia agli investitori sia agli emittenti. “Adesso i riflettori tornano su ciò che conta davvero: finanziare l'accelerazione di un'economia a basse emissioni di carbonio e promuovere un'azione significativa per il clima” conclude il Fixed Income Fund manager di DPAM.
Trending