Azionario
Invesco illustra i tre motivi per investire nell’indice S&P 500 Equal Weight
Una concentrazione elevata, valutazioni eccessive e il ‘ritorno alla media’ degli extrarendimenti rendono adesso attraente l’indice S&P 500 Equal Weight rispetto al paniere azionario USA standard
di Leo Campagna 7 Febbraio 2025 14:00
In base ai dati Bloomberg, i rendimenti annualizzati dal 1989 al 2023 della versione equiponderata dell’indice S&P 500 hanno sovraperformato quella standard, ponderata per la capitalizzazione di mercato, in media dell’1,05% all’anno fino al 2023. Da allora, però, hanno sottoperformato perché i rendimenti delle Magnifiche Sette hanno battuto nettamente quelli di tutto il resto dell’indice. “Oggi, alla luce di tre fattori (una concentrazione elevata, valutazioni eccessive e il ‘ritorno alla media’ degli extrarendimenti) molti investitori potrebbero valutare la possibilità di ottenere esposizione all’indice S&P 500 Equal Weight” fanno sapere gli esperti di Invesco.
Alla fine del 3º trimestre del 2024 soltanto 10 azioni, molto volatili e appartenenti peraltro a settori simili, rappresentavano il 35% della ponderazione dell’S&P 500 e determinavano oltre metà della volatilità dell’indice. Si tratta del maggior livello di concentrazione dell’indice S&P 500 da fine anni ’70. “Da notare che una ponderazione basata sulla capitalizzazione di mercato tende a sottopesare le aziende innovatrici di domani. I primi 10 titoli di oggi dell’S&P 500 20 anni fa rappresentavano solo il 3% dell’indice S&P 500 e, mentre nei due decenni hanno contribuito per il 23% al rendimento dell’indice, nel primo semestre del 2024 il loro contributo è arrivato a oltre il 70%” spiegano i manager di Invesco.
Le valutazioni elevate delle mega cap hanno spinto il rapporto prezzo/utili (p/e) dell’S&P 500 fino a quota 28, con un premio del 28% rispetto all’S&P 500 Equal Weight mentre, negli ultimi 20 anni, il p/e della versione equiponderata e di quella ponderata per la capitalizzazione di mercato dell’indice S&P 500 è stato simile. L'aspettativa di una crescita elevata di alcune società spesso determina un aumento delle valutazioni e una maggiore concentrazione del mercato ma nel tempo il tasso di crescita di tali società tende a tornare a valori più normali, con un conseguente “ritorno alla media” di valutazioni di mercato e concentrazione. Un approccio equiponderato può aiutare a mitigare parte del rischio connesso alle valutazioni insito nell’indice S&P 500 e nell’elevato peso, al suo interno, dei titoli growth.
“L’analisi storica dimostra che un’elevata concentrazione all’interno dell’S&P 500 è stata frequentemente seguita da un incremento dell’ampiezza del mercato, che nell’arco di periodi più lunghi ha spesso inciso positivamente sui risultati della versione equiponderata dell’indice rispetto a quella standard” riferiscono i professionisti di Invesco. Alcuni esempi recenti lo confermano. Nel 2021 le Magnifiche Sette hanno trainato le performance, rendendo il 51,5% contro il 28,7% dell’S&P 500 ma dalla fine del 2022 la versione equiponderata dell’S&P 500 ha sovraperformato le Magnifiche Sette del 34%. Stessa dinamica nel 2023, quando il rendimento del mercato è provenuto per il 61% dalle Magnifiche Sette fino a giugno 2024 per poi lasciare spazio, dal 3º trimestre, a una sovraperformance degli altri 493 titoli dell’S&P 500 sulle Magnifiche Sette.
“Con la concentrazione dell’indice vicina ai propri massimi storici e valutazioni eccessive, la necessità di diversificare spinge molti investitori a puntare su un approccio equiponderato” commentano gli esperti di Invesco, la casa d’investimento che offre la possibilità di scegliere tra un'esposizione fisica e una basata su swap all'indice S&P 500 Equal Weight. L’Invesco S&P 500 Equal Weight UCITS ETF a replica fisica, in particolare, acquista e detiene tutti i componenti dell'indice S&P 500 Equal Weight, nella stessa proporzione, e si ribilancia trimestralmente in linea con l'indice. L’Invesco S&P 500 Equal Weight Swap UCITS ETF, invece, utilizza un approccio basato sugli swap: detiene un paniere di titoli di qualità, ma non necessariamente quelli dell'indice, e utilizza contratti swap per fornire il rendimento dell'indice.
CONCENTRAZIONE ELEVATA
Alla fine del 3º trimestre del 2024 soltanto 10 azioni, molto volatili e appartenenti peraltro a settori simili, rappresentavano il 35% della ponderazione dell’S&P 500 e determinavano oltre metà della volatilità dell’indice. Si tratta del maggior livello di concentrazione dell’indice S&P 500 da fine anni ’70. “Da notare che una ponderazione basata sulla capitalizzazione di mercato tende a sottopesare le aziende innovatrici di domani. I primi 10 titoli di oggi dell’S&P 500 20 anni fa rappresentavano solo il 3% dell’indice S&P 500 e, mentre nei due decenni hanno contribuito per il 23% al rendimento dell’indice, nel primo semestre del 2024 il loro contributo è arrivato a oltre il 70%” spiegano i manager di Invesco.
VALUTAZIONI ECCESSIVE
Le valutazioni elevate delle mega cap hanno spinto il rapporto prezzo/utili (p/e) dell’S&P 500 fino a quota 28, con un premio del 28% rispetto all’S&P 500 Equal Weight mentre, negli ultimi 20 anni, il p/e della versione equiponderata e di quella ponderata per la capitalizzazione di mercato dell’indice S&P 500 è stato simile. L'aspettativa di una crescita elevata di alcune società spesso determina un aumento delle valutazioni e una maggiore concentrazione del mercato ma nel tempo il tasso di crescita di tali società tende a tornare a valori più normali, con un conseguente “ritorno alla media” di valutazioni di mercato e concentrazione. Un approccio equiponderato può aiutare a mitigare parte del rischio connesso alle valutazioni insito nell’indice S&P 500 e nell’elevato peso, al suo interno, dei titoli growth.
IL ‘RITORNO ALLA MEDIA’ DEGLI EXTRARENDIMENTI
“L’analisi storica dimostra che un’elevata concentrazione all’interno dell’S&P 500 è stata frequentemente seguita da un incremento dell’ampiezza del mercato, che nell’arco di periodi più lunghi ha spesso inciso positivamente sui risultati della versione equiponderata dell’indice rispetto a quella standard” riferiscono i professionisti di Invesco. Alcuni esempi recenti lo confermano. Nel 2021 le Magnifiche Sette hanno trainato le performance, rendendo il 51,5% contro il 28,7% dell’S&P 500 ma dalla fine del 2022 la versione equiponderata dell’S&P 500 ha sovraperformato le Magnifiche Sette del 34%. Stessa dinamica nel 2023, quando il rendimento del mercato è provenuto per il 61% dalle Magnifiche Sette fino a giugno 2024 per poi lasciare spazio, dal 3º trimestre, a una sovraperformance degli altri 493 titoli dell’S&P 500 sulle Magnifiche Sette.
I DUE ETF INVESCO S&P 500 EQUAL WEIGHT
“Con la concentrazione dell’indice vicina ai propri massimi storici e valutazioni eccessive, la necessità di diversificare spinge molti investitori a puntare su un approccio equiponderato” commentano gli esperti di Invesco, la casa d’investimento che offre la possibilità di scegliere tra un'esposizione fisica e una basata su swap all'indice S&P 500 Equal Weight. L’Invesco S&P 500 Equal Weight UCITS ETF a replica fisica, in particolare, acquista e detiene tutti i componenti dell'indice S&P 500 Equal Weight, nella stessa proporzione, e si ribilancia trimestralmente in linea con l'indice. L’Invesco S&P 500 Equal Weight Swap UCITS ETF, invece, utilizza un approccio basato sugli swap: detiene un paniere di titoli di qualità, ma non necessariamente quelli dell'indice, e utilizza contratti swap per fornire il rendimento dell'indice.