Commercio e mercati
La Financière de l’Échiquier spiega l'effetto dei dazi commerciali sui mercati finanziari
Meglio una situazione spiacevole come un aumento deciso e definitivo dei dazi doganali da parte dell’amministrazione Trump piuttosto che un'incertezza alimentata dalla volatilità politica
di Leo Campagna 11 Febbraio 2025 07:55
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Lo scorso 1° febbraio il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato diversi decreti fissando al 25% i dazi doganali sui prodotti importati dal Messico e dal Canada, ad eccezione del petrolio canadese tassato al 10%, e incrementando di un altro 10% i dazi doganali sui prodotti cinesi. Successivamente i dazi sono stati sospesi per il Messico e il Canada in cambio di un drastico aumento dei controlli alle frontiere, destinati soprattutto a combattere il traffico di droga. Niente di definitivo, al momento nei confronti dell’Europa.
“A parte l'aumento dei dazi doganali sui prodotti cinesi non ci sono stati al momento cambiamenti significativi nella politica commerciale americana ma non per questo le decisioni di Trump sono prive di conseguenze in termini di prospettive economiche” fa sapere Enguerrand Artaz, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier. “Il livello di incertezza nel commercio mondiale, e in particolare nella politica commerciale statunitense, si sono già posizionati su livelli simili, se non superiori, a quelli del picco delle tensioni commerciali del 2019 a conferma della situazione in cui si ritrovano oggi molte aziende americane che al momento navigano nella più completa incertezza”.
E’ vero, ammette Artaz, che le aspettative post elezione di Donald Trump circa la sua presunta posizione “pro business” hanno propiziato un rinnovato ottimismo nel settore privato americano, tuttavia questa fase di incertezze inaugurata dalla Casa Bianca potrebbe scompaginare le rosee previsioni. “L'incertezza può determinare decisioni dirompenti nell’economia reale: investimenti annullati o rinviati, assunzioni congelate, progetti ritardati, strategie da rimodellare” riferisce il Fund Manager di La Financière de l’Échiquier.
In quest’ottica, una prima avvisaglia è riscontrabile nell'attività di fusioni e acquisizioni, ai minimi degli ultimi dieci anni nel mese di gennaio. “Si tratta di una situazione seria soprattutto alla luce degli interrogativi sul potenziale proseguimento dell'eccezionalismo americano che tanto ha brillato negli ultimi anni. A maggior ragione visto che le tante incertezze non riguarderanno solo gli Stati Uniti ma potrebbero influenzare l'intero commercio mondiale: un impatto particolarmente dannoso soprattutto in quelle regioni in cui il ciclo industriale mondiale mostrasse finalmente segni di ripresa dopo due anni di stagnazione” spiega Artaz, il cui riferimento è, in particolare, all’Europa.
D’altra parte, aggiunge il Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, la convenienza dell'amministrazione Trump a protrarre eccessivamente queste incertezze è tutt’altro che evidente, anzi rischia di risultare perdente su tutti i fronti. In particolare non solo l’entità degli introiti fiscali attesi grazie all'aumento dei dazi doganali è discutibile ma si concretizzerà soltanto dopo che i nuovi dazi non saranno effettivi. Al contempo, un rallentamento dell'attività alimentato dall'incertezza avrebbe un impatto rapido e negativo sugli equilibri fiscali.
E per quanto riguarda invece i mercati finanziari. “Per ora si sono dimostrati molto resilienti di fronte a queste questioni, tuttavia se l'incertezza proseguisse rischierebbe di influenzare il sentiment degli investitori. I mercati non amano particolarmente le situazioni incerte: al limite preferiscono una situazione spiacevole ma ben delineata, come un aumento deciso e definitivo dei dazi doganali, piuttosto che una situazione incerta alimentata dalla volatilità politica” conclude il Fund Manager di La Financière de l’Échiquier.
IL LIVELLO DI INCERTEZZA NEL COMMERCIO MONDIALE
“A parte l'aumento dei dazi doganali sui prodotti cinesi non ci sono stati al momento cambiamenti significativi nella politica commerciale americana ma non per questo le decisioni di Trump sono prive di conseguenze in termini di prospettive economiche” fa sapere Enguerrand Artaz, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier. “Il livello di incertezza nel commercio mondiale, e in particolare nella politica commerciale statunitense, si sono già posizionati su livelli simili, se non superiori, a quelli del picco delle tensioni commerciali del 2019 a conferma della situazione in cui si ritrovano oggi molte aziende americane che al momento navigano nella più completa incertezza”.
POSSIBILI DECISIONI DIROMPENTI NELL’ECONOMIA REALE
E’ vero, ammette Artaz, che le aspettative post elezione di Donald Trump circa la sua presunta posizione “pro business” hanno propiziato un rinnovato ottimismo nel settore privato americano, tuttavia questa fase di incertezze inaugurata dalla Casa Bianca potrebbe scompaginare le rosee previsioni. “L'incertezza può determinare decisioni dirompenti nell’economia reale: investimenti annullati o rinviati, assunzioni congelate, progetti ritardati, strategie da rimodellare” riferisce il Fund Manager di La Financière de l’Échiquier.
FUSIONI E ACQUISIZIONI AI MINIMI DEGLI ULTIMI 10 ANNI
In quest’ottica, una prima avvisaglia è riscontrabile nell'attività di fusioni e acquisizioni, ai minimi degli ultimi dieci anni nel mese di gennaio. “Si tratta di una situazione seria soprattutto alla luce degli interrogativi sul potenziale proseguimento dell'eccezionalismo americano che tanto ha brillato negli ultimi anni. A maggior ragione visto che le tante incertezze non riguarderanno solo gli Stati Uniti ma potrebbero influenzare l'intero commercio mondiale: un impatto particolarmente dannoso soprattutto in quelle regioni in cui il ciclo industriale mondiale mostrasse finalmente segni di ripresa dopo due anni di stagnazione” spiega Artaz, il cui riferimento è, in particolare, all’Europa.
CONVENIENZA DEI DAZI USA TUTTA DA DIMOSTRARE PER WASHINGTON
D’altra parte, aggiunge il Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, la convenienza dell'amministrazione Trump a protrarre eccessivamente queste incertezze è tutt’altro che evidente, anzi rischia di risultare perdente su tutti i fronti. In particolare non solo l’entità degli introiti fiscali attesi grazie all'aumento dei dazi doganali è discutibile ma si concretizzerà soltanto dopo che i nuovi dazi non saranno effettivi. Al contempo, un rallentamento dell'attività alimentato dall'incertezza avrebbe un impatto rapido e negativo sugli equilibri fiscali.
GLI IMPATTI PER I MERCATI FINANZIARI
E per quanto riguarda invece i mercati finanziari. “Per ora si sono dimostrati molto resilienti di fronte a queste questioni, tuttavia se l'incertezza proseguisse rischierebbe di influenzare il sentiment degli investitori. I mercati non amano particolarmente le situazioni incerte: al limite preferiscono una situazione spiacevole ma ben delineata, come un aumento deciso e definitivo dei dazi doganali, piuttosto che una situazione incerta alimentata dalla volatilità politica” conclude il Fund Manager di La Financière de l’Échiquier.