Investimenti sostenibili
Transizione energetica, tre motivi per continuare a investire in infrastrutture
Schroders, in un commento di Minal Patel, indica per esempio la crescita superiore di questa componente di mercato rispetto alle altre
di Stefano Caratelli 13 Febbraio 2025 12:26

Le energie rinnovabili, guidate dal “trio” della decarbonizzazione, accessibilità economica e sicurezza energetica, stanno diventando critiche per soddisfare il fabbisogno energetico, continuando a rappresentare un'opportunità di investimento potenzialmente senza precedenti. L'Agenzia internazionale per l'energia stima che, a partire dai primi anni 2030, serviranno circa 4.500 miliardi di dollari l'anno per la transizione energetica, quasi tre volte rispetto al record del 2023. Anche in Usa, nonostante il clima politico mutevole, da anni si registra un ampio e diffuso sostegno, in gran parte bipartisan, agli investimenti in rinnovabili, motore fondamentale per la creazione di posti di lavoro che garantisce sempre più la competitività dei costi.
Lo sottolinea un commento sui tre motivi per continuare a investire sulle infrastrutture, nell’ambito della transizione energetica, a cura di Minal Patel, Global Head of Infrastructure, di Schroders Capital, notando che per gli investitori lo spazio di allocazione in asset alternativi è limitato, secondo la ricerca di Schroders in media circa il 14% dei portafogli, ed è quindi una risorsa scarsa il cui valore deve essere utilizzato al meglio. Patel ritiene che massimizzare l'investimento in transizione energetica sia fondamentale per un portafoglio ad alta performance, per tre ragioni fondamentali.
La prima è l’elevata diversificazione del portafoglio, in quanto le infrastrutture per la transizione energetica offrono un’esposizione a un mix unico di premi al rischio rispetto a quelle non energetiche e ad altre asset class, come rischio di inflazione, rischio di prezzo dell'energia, rischio risorse/meteo, rischio tecnologico, rischio geografico/politico. L’esperta di Schroders sottolinea che questi premi di rischio differenziati si traducono in solidi vantaggi di diversificazione, confermati dai dati di correlazione, che per le infrastrutture per la transizione energetica è bassa rispetto a tutte le asset class, comprese le infrastrutture diversificate, con persino correlazioni negative con gli asset azionari e a reddito fisso più ciclici.
La seconda ragione è che l'investimento energetico è la parte del mercato delle infrastrutture che sta crescendo e per la quale si prevede una costante richiesta di nuovi capitali nei prossimi 20-30 anni, ed è di gran lunga il settore più grande per volume di deal. Inoltre, è il più grande settore delle infrastrutture nel loro complesso, con il 48% di tutti gli investimenti negli ultimi 15 anni. Il settore energetico ha bisogno di incentivare e attrarre costantemente capitali mentre sviluppa costantemente nuove opportunità che richiedono capitali in tutte le fasi del ciclo di vita, dalle prime fasi alle attività che sviluppatori, utility o investitori hanno già portato avanti nella costruzione e nella fase operativa, consentendo il “recycling” del capitale in nuovi progetti.
Infine, ed è la terza ragione, l’esperta di Schroders sottolinea i vantaggi in termini di sostenibilità, perché indipendentemente dalla posizione individuale sul cambiamento climatico e sul net zero è quasi impossibile contestare che si tratti di una tendenza chiave in grado di influenzare economie, mercati e le politiche nazionali e globali. Il percorso verso il Net Zero è spesso tracciato dagli economisti come una linea retta, ma la storia indica che qualsiasi trasformazione non è priva di volatilità, ed è probabile che ci siano “shock da transizione” lungo il percorso.
In questi momenti, che secondo Patel probabilmente porteranno a picchi dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, gli asset della transizione sono posizionati per ottenere buone performance. Un esempio citato dall’esperto di Schroders si è verificato nel 2022, quando per il in Ucraina si è verificata un’impennata globale dei prezzi dell'energia e dell'inflazione. Ma le strategie infrastrutturali di transizione energetica hanno registrato una performance positiva, mentre le altre classi d'investimento hanno sofferto, e sia le azioni sia le obbligazioni hanno registrato rendimenti entrambe negativi per la prima volta in mezzo secolo.
SPAZIO LIMITATO PER ALLOCARE IN ASSET ALTERNATIVI
Lo sottolinea un commento sui tre motivi per continuare a investire sulle infrastrutture, nell’ambito della transizione energetica, a cura di Minal Patel, Global Head of Infrastructure, di Schroders Capital, notando che per gli investitori lo spazio di allocazione in asset alternativi è limitato, secondo la ricerca di Schroders in media circa il 14% dei portafogli, ed è quindi una risorsa scarsa il cui valore deve essere utilizzato al meglio. Patel ritiene che massimizzare l'investimento in transizione energetica sia fondamentale per un portafoglio ad alta performance, per tre ragioni fondamentali.
DIVERSIFICAZIONE GRAZIE A PREMI DI RISCHIO DISTRIBUITI
La prima è l’elevata diversificazione del portafoglio, in quanto le infrastrutture per la transizione energetica offrono un’esposizione a un mix unico di premi al rischio rispetto a quelle non energetiche e ad altre asset class, come rischio di inflazione, rischio di prezzo dell'energia, rischio risorse/meteo, rischio tecnologico, rischio geografico/politico. L’esperta di Schroders sottolinea che questi premi di rischio differenziati si traducono in solidi vantaggi di diversificazione, confermati dai dati di correlazione, che per le infrastrutture per la transizione energetica è bassa rispetto a tutte le asset class, comprese le infrastrutture diversificate, con persino correlazioni negative con gli asset azionari e a reddito fisso più ciclici.
LA PARTE DEL MERCATO DELLE INFRASTRUTTURE CHE CRESCE DI PIÙ
La seconda ragione è che l'investimento energetico è la parte del mercato delle infrastrutture che sta crescendo e per la quale si prevede una costante richiesta di nuovi capitali nei prossimi 20-30 anni, ed è di gran lunga il settore più grande per volume di deal. Inoltre, è il più grande settore delle infrastrutture nel loro complesso, con il 48% di tutti gli investimenti negli ultimi 15 anni. Il settore energetico ha bisogno di incentivare e attrarre costantemente capitali mentre sviluppa costantemente nuove opportunità che richiedono capitali in tutte le fasi del ciclo di vita, dalle prime fasi alle attività che sviluppatori, utility o investitori hanno già portato avanti nella costruzione e nella fase operativa, consentendo il “recycling” del capitale in nuovi progetti.
IL TREND SECOLARE CHIAVE DELLA SOSTENIBILITÀ
Infine, ed è la terza ragione, l’esperta di Schroders sottolinea i vantaggi in termini di sostenibilità, perché indipendentemente dalla posizione individuale sul cambiamento climatico e sul net zero è quasi impossibile contestare che si tratti di una tendenza chiave in grado di influenzare economie, mercati e le politiche nazionali e globali. Il percorso verso il Net Zero è spesso tracciato dagli economisti come una linea retta, ma la storia indica che qualsiasi trasformazione non è priva di volatilità, ed è probabile che ci siano “shock da transizione” lungo il percorso.
LA CRISI DEL 2022 HA MOSTRATO UNA FORTE TENUTA
In questi momenti, che secondo Patel probabilmente porteranno a picchi dei prezzi dell'energia e dell'inflazione, gli asset della transizione sono posizionati per ottenere buone performance. Un esempio citato dall’esperto di Schroders si è verificato nel 2022, quando per il in Ucraina si è verificata un’impennata globale dei prezzi dell'energia e dell'inflazione. Ma le strategie infrastrutturali di transizione energetica hanno registrato una performance positiva, mentre le altre classi d'investimento hanno sofferto, e sia le azioni sia le obbligazioni hanno registrato rendimenti entrambe negativi per la prima volta in mezzo secolo.