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Corrono gli utili a Wall Street, caccia aperta ai “Nuovi Magnifici” ancora senza nome

Gli utili delle società dell’S&P 500 battono le attese anche se dai Big Tech arriva qualche delusione. Brilla Meta con il suo approccio nuovo all’IA. Walmart corre ma Amazon resta lontana a livello globale

di Stefano Caratelli 17 Febbraio 2025 08:15

financialounge -  mercati Weekly Bulletin
Le società dell’S&P 500 sono posizionate per un incremento annuo degli utili del 15,1% nel quarto trimestre 2014, contro attese di un +9,6% a inizio anno, anche se i risultati trimestrali riportati da diversi Big Tech all’ultima tornata che sta per chiudersi non sono stati stellari. Nonostante massicci investimenti in Intelligenza Artificiale, infatti, la partenza del 2025 si è mostrata sfidante per alcuni grandi nomi che hanno trainato al rialzo il mercato negli ultimi anni, come Amazon, Alphabet, Microsoft, Apple e Tesla. Ha fatto eccezione in positivo Meta, ma anche un grande nome della old economy, Walmart, ha sorpreso in positivo, e da inizio anno ha messo a segno un rialzo del titolo del 16% dopo una corsa al rialzo del 72% nel 2024. Manca ancora all’appello il campione dei chip, Nvidia, che pubblicherà risultati trimestrali e annuali solo il 26 febbraio. In ogni caso, come mostrano i dati di LSEG IBES riportati nel grafico qui sotto, la classifica degli utili continua a essere guidata dai servizi di comunicazione, di cui fanno parte Meta, Alphabet e Netflix, mentre i tecnologici, che comprendono gli altri Magnifici 7, si piazzano al quarto posto, dopo beni di consumo discrezionali e finanziari.


La corsa degli utili nelle trimestrali delle società dell’S&P 500

IL BUSINESS DEL CLOUD FA FATICA A TENERE IL PASSO


A pesare sui risultati di Big Tech come Amazon, Google e Microsoft è la debolezza del cloud business, ma sarebbe meglio dire la difficoltà di questo driver chiave a mantenere gli altissimi livelli di crescita raggiunti. Tesla invece ha sottoperformato sia sul fronte ricavi che su quello degli utili. Il tutto si riflette nella performance dei rispettivi titoli da inizio anno: Alphabet è sotto del 3,1%, Microsoft del 2,3%, Tesla di ben l’11,3%, Apple del 2,8%, mentre Amazon è in positivo del 4%, ma segna un-1,4% da quando ha pubblicato la trimestrale il 7 febbraio. Brilla invece Meta, in rialzo del 21% da inizio anno, grazie a una strategia di investimento in IA che secondo diversi osservatori fa la differenza, perché diretta a potenziare la crescita interna di questo fattore cruciale invece che quella sviluppata per i servizi cloud destinati ai clienti.

META IN VANTAGGIO NELL’APPROCCIO ALL’IA


In questo modo Meta mette sue proprie risorse di IA a disposizione degli inserzionisti, il cui numero è balzato a 4 milioni da 1 milione di sei mesi fa, moltiplicando la generazione di reddito grazie anche a un approccio open-source. I competitor come Amazon, Google e Microsoft, devono misurarsi con la complessità della vendita di servizi basati su IA, mentre la società di Zuckerberg genera reddito con l’IA già integrata nel suo business core. Intanto comunque gli investitori sono a caccia di nuovi Magnifici, guardando a modelli di business giudicati “vecchi”, come nel caso di Walmart, e alla potenzialità inespresse di generare flussi di cassa non vincolati, l’approccio alla base della fortuna di Warren Buffet.

ALLA RICERCA DEI “MUNIFICI SETTE”


Di recente Spencer Jakab sul WSJ ha citato il Cash Cows Index, investibile attraverso un ETF dedicato, e ne segnala sette componenti che potrebbero avere la potenzialità di sfidare i Big Tech o almeno di rappresentarne un’alternativa: Qualcomm, Gilead Sciences, Cencora, Tenet Healthcare, Valero Energy, Archer-Daniels-Midland e Bristol-Myers Squibb. Jakab inventa per questi titoli la denominazione di “Munificent Seven”, i Munifici Sette, ma finora le rispettive performance di Borsa non sono state stellari.

WALMART SI RIPOSIZIONA SULL’E-COMMERCE


Anche il caso di Walmart pone qualche interrogativo. È vero che il brand storico di successo degli ipermercati americani ha saputo riposizionarsi con successo sulla catena del valore dell’e-commerce, grazie anche al fatto di disporre in partenza di un’infrastruttura logistica capillare sul territorio americano. Ma sta proprio qui il grande limite nella competizione con Amazon, che è presente in ben 180 diversi paesi contro poco più di una ventina della gloriosa catena dell’Arkansas, che oltretutto ha sempre puntato sui prezzi più bassi di tutti, non necessariamente un vantaggio a livello planetario.

Bottom line. La base della Wall Street dei record si sta allargando oltre i confini del manipolo di Big Tech che hanno trainato al rialzo negli ultimi anni l’S&P 500, e per gli investitori che diversificano a lungo termine è un’ottima notizia. Ma la conquista della frontiera dell’IA resta un’impresa molto costosa e non per tutte le tasche. La caccia ai Nuovi Magnifici è aperta, anche se non si sa ancora che nomi hanno.

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