Fisco

Ecco perché si torna a parlare della tassa patrimoniale

Il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni è tornato a parlare delle necessità di introdurre una tassa patrimoniale. Fu Giuliano Amato nel 1992 a introdurla davvero in Italia, prelevando il 6 per mille dai conti

di Fabrizio Arnhold 17 Febbraio 2025 11:55

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Si torna a parlare di patrimoniale. Il tormentone, ciclicamente, torna sempre. La scorsa settimana, in un convegno organizzato da Oxfam e Nens alla Treccani di Roma, con ospite il premio Nobel Joseph Stiglitz, l’argomento è tornato al centro del dibattito politico. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha parlato dell’urgenza di una “tassa sui ricchi”. Elly Schlein e Giuseppe Conte non prendono le distanze, anzi rilanciano, e si torna così a parlare del prelievo forzoso, di patrimoniale e di tassare i ricchi.

IL DIBATTITO POLITICO


“Non c’è dubbio che occorra un sistema più equo per quanto riguarda la tassazione. Non possiamo permetterci una ricchezza concentrata in mano di pochi e peraltro parassitaria molto spesso fatta non in base a un valore aggiunto, ma di una ricchezza finanziaria che viaggia sulle reti digitali”, ha commentato l’ex premier e capo del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte. “Non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni, una tassazione sui super ricchi come ha proposto Lula. Ma va fatto almeno a livello europeo, perché non la volatilità del capitale è più efficace. Noi siamo aperti a discutere”, aggiunge la leader Pd, Elly Schlein.

LA PATRIMONIALE DI AMATO NEL 1992


Correva l’anno 2006, quando Rifondazione comunista aveva fatto affiggere un manifesto con scritto: “Anche i ricchi piangono”. All’epoca c’era al governo Romano Prodi e al Ministero dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa. Sembra un secolo fa, ma la patrimoniale, magari anche solo l’idea, torna sempre in auge. Manco fosse una chimera. A dire il vero, l’unica vera patrimoniale realizzata in Italia fu quella di Giuliano Amato. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992 gli italiani si ritrovarono un prelievo del 6 per mille sui conti correnti.

COS’È LA PATRIMONIALE


La patrimoniale è una tassa sul patrimonio, ossia un prelievo forzoso calcolato sulla base della ricchezza. Si tratta di un’imposta che grava sui ceti più ricchi, a cui si chiede di fare un sacrificio per aiutare le fasce meno abbienti e per abbattere il debito pubblico, che nel 2023 ha superato quota 2.700 miliardi di euro. La tassa potrebbe colpire chi possiede immobili, i conti correnti ma anche investimenti, quindi fondi comuni e azioni. La patrimoniale, in Italia, resta solo un’idea. Il governo Meloni ha subito smentito l’ipotesi caldeggiata dalla sinistra. Anche perché non saranno delle vere e proprie patrimoniali ma l’Imu, l’imposta di bollo sui conti e sui depositi titoli e l’imposta di successione e donazione, già in vigore, ci assomigliano molto.

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