La corsa dei prezzi
Ecco cos’è la “eggflation” e perché è un grande problema per l’economia Usa
I prezzi delle uova sono aumentati di oltre il 15% nell'ultimo mese, soprattutto a causa dell’influenza aviaria che ha provocato la morte di 100 milioni di polli e galline. I dazi potrebbero far crescere ulteriormente il costo
di Fabrizio Arnhold 19 Febbraio 2025 11:00

Negli Stati Uniti preoccupa la "eggflation". In prezzi delle uova, infatti, hanno triplicato il loro valore da inizio anno. Le quotazioni sono salite di oltre il 15% solo nell'ultimo mese, superando i 4 dollari a dozzina, e raggiungendo così il massimo storico. Nei supermercati ormai le uova sono vendute in media a 8 dollari. I ristoranti cominciano ad applicare supplementi di prezzo per i piatti a base di uova.
Per fare un paragone, nel 2020, una confezione da dodici uova costava in media 1,50 dollari. A contribuire all’impennata dei prezzi, sicuramente c’è l’influenza aviaria che dal 2022, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura americano, ha provocato la morte di oltre 100 milioni di polli, tacchini e galline ovaiole, solo negli Stati Uniti. Limitandoci al dicembre scorso, sempre per il virus, sono stati uccisi 23,2 milioni di volatili, con ripercussioni a catena anche su altri settori.
Il governatore di New York, Kathy Hochul, a inizio febbraio ha annunciato che lo Stato avrebbe chiuso i mercati di volatili vivi per limitare la circolazione del virus, individuato in ben sette mercati della città. I prezzi salgono, con i picchi maggiori in California e Ohio, dove le uova possono essere vendute esclusivamente se prodotte da allevamenti all’aperto: un cartone da queste parti è arrivato a toccare quota 13,49 dollari per una dozzina di uova.
Alcune grandi catene di supermercati americani, come Trader Joe's, Costco e Sprout, hanno deciso di mettere dei limiti al numero di cartoni di uova che ogni cliente può acquistare. La faccenda ha anche, inevitabilmente, risvolti politici. Sono in molti i repubblicani che accusano l’ex presidente Joe Biden per l’aumento del costo delle uova, il nuovo presidente Donald Trump ha promesso di abbassare il costo. Una sfida assolutamente non facile perché i dazi che intende introdurre il tycoon sull’import potrebbero rendere il problema di più difficile soluzione, con la conseguenza di un aumento della ripresa dell’inflazione che negli Usa a gennaio è risalita al 3%, superando le stime.
I MOTIVI DEI RINCARI
Per fare un paragone, nel 2020, una confezione da dodici uova costava in media 1,50 dollari. A contribuire all’impennata dei prezzi, sicuramente c’è l’influenza aviaria che dal 2022, secondo il Dipartimento dell’Agricoltura americano, ha provocato la morte di oltre 100 milioni di polli, tacchini e galline ovaiole, solo negli Stati Uniti. Limitandoci al dicembre scorso, sempre per il virus, sono stati uccisi 23,2 milioni di volatili, con ripercussioni a catena anche su altri settori.
L’AVIARIA FA SALIRE IL PREZZO
Il governatore di New York, Kathy Hochul, a inizio febbraio ha annunciato che lo Stato avrebbe chiuso i mercati di volatili vivi per limitare la circolazione del virus, individuato in ben sette mercati della città. I prezzi salgono, con i picchi maggiori in California e Ohio, dove le uova possono essere vendute esclusivamente se prodotte da allevamenti all’aperto: un cartone da queste parti è arrivato a toccare quota 13,49 dollari per una dozzina di uova.
UN PROBLEMA PER L’ECONOMIA USA
Alcune grandi catene di supermercati americani, come Trader Joe's, Costco e Sprout, hanno deciso di mettere dei limiti al numero di cartoni di uova che ogni cliente può acquistare. La faccenda ha anche, inevitabilmente, risvolti politici. Sono in molti i repubblicani che accusano l’ex presidente Joe Biden per l’aumento del costo delle uova, il nuovo presidente Donald Trump ha promesso di abbassare il costo. Una sfida assolutamente non facile perché i dazi che intende introdurre il tycoon sull’import potrebbero rendere il problema di più difficile soluzione, con la conseguenza di un aumento della ripresa dell’inflazione che negli Usa a gennaio è risalita al 3%, superando le stime.
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