La guerra commerciale
Natixis IM: dai dazi di Trump possibile minaccia agli utili delle aziende europee
Il portfolio manager Jack Janasiewicz sottolinea la difficoltà a posizionarsi di fronte alle minacce, che potrebbero minare il sentiment e la fiducia su economia e imprese Ue
di Stefano Caratelli 21 Febbraio 2025 14:34

Gli investitori cercano di digerire il continuo scorrere di titoli che cercano di decifrare le prospettive e l'impatto dei dazi di Trump. La gamma di incertezze è ampia, rendendo ancora più difficile posizionarsi, lasciando molti investitori nella condizione di essere reattivi più che proattivi. Il rischio principale è che la fiducia e il sentiment inizino ad erodersi sia a livello corporate che familiare, non una buona cosa per l'economia o per gli asset di rischio. Lo sottolinea un commento di Jack Janasiewicz, Portfolio Manager di Natixis IM Solutions, che analizza i principali trend su alcuni temi chiave nei prossimi mesi del 2025: politica della FED, andamento dei dazi, traiettoria dell’inflazione globale, con un outlook in termini di utili per azione europei
Secondo una recente indagine, la Fed dovrebbe considerare i dazi come un aumento dei prezzi una tantum, a cui sarebbe sbagliato rispondere con rialzi dei tassi, che aumenterebbero le probabilità di recessione. Ma le opinioni più recenti del Summary of Economic Projections della stessa Fed indicano che diversi membri stanno facendo esattamente il contrario, nota l’esperto di Natixis IM. La riscossione delle entrate tariffarie è stata citata come una delle motivazioni dell'amministrazione Trump, come anche la riorganizzazione dell'ordine commerciale globale. Considerando che USA importano circa 3.000 miliardi di dollari in beni, e che le imposte sul reddito generano circa 2.000 miliardi, servirebbe una tariffa universale del 66% su tutto ciò che viene importato dagli Stati Uniti per bilanciare.
Inoltre, prosegue Janasiewicz, rimodellare l'ordine commerciale globale richiederebbe anni, il che induce a supporre che le tariffe siano uno strumento di negoziazione per strappare concessioni, che finora sembra piuttosto efficace. Per ora, le minacce stanno portando al tavolo dei negoziati e Trump sta ottenendo qualche risultato, ma a un certo punto il mercato dovrà fare un passo indietro per vedere il cane che abbaiava ha poi anche morso. Gli investitori sembrano aver scontato almeno in parte queste prospettive, con settori specifici nel mirino di probabili dazi, mentre anche i mercati valutari sembrano essersi adeguati in previsione di possibili dazi, come mostra l’andamento del peso messicano.
Ma gli impatti dei dazi possono essere più ampi e investono i comportamenti possibili di importatori e esportatori con effetti a catena su consumi ed economie. L’esperto di Natixis sottolinea che maggiore il dazio, maggiore sarà il colpo agli utili. I settori che si concentrano sul mercato interno ne trarrebbero vantaggio, come le utility, mentre quelli soggetti a entrate da partner “tariffati” saranno i più colpiti, probabilmente il tecnologico, i beni di prima necessità e di consumo discrezionali. Nel mirino di Trump sono i Paesi con consistente surplus commerciale, che vedono Cina, Ue e Messico in cima alla lista.
Per quanto riguarda l'Ue, secondo Janasiewicz i settori che potrebbero subire un impatto sono quelli associati all’auto, alla chimica e ai macchinari, i più importanti delle esportazioni verso gli USA in percentuale del PIL. A peggiorare le cose, l'impatto di secondo effetto derivante dalle economie europee orientate all'export. L'Europa ricava quasi il 25% delle sue entrate dai Mercati Emergenti, ed è probabile che anche l'impatto dei dazi sulle merci cinesi si faccia sentire, in particolare per i marchi di lusso e le auto.
Inoltre, sottolinea l’esperto di Natixis IM, la semplice incertezza che circonda la minaccia dei dazi potrebbe iniziare a pesare anche sul sentiment, agendo come vento contrario alla crescita che sta faticando ad accelerare. In questo doppio scenario e con l'aggiunta di potenziali azioni di ritorsione, secondo Janasiewicz potremmo assistere a un calo degli EPS europei, vale a dire gli utili per azione, compreso tra il 5 e l'8%.
In conclusione, con l'incertezza che circonda i dazi e l'economia globale, è difficile posizionarsi di conseguenza. I fondamentali di fondo rimangono favorevoli alla crescita degli utili. Ma l’esperto di Natixis avverte che se il sentiment e la fiducia dovessero erodersi di fronte all'incombente minaccia dei dazi, il quadro potrebbe cambiare rapidamente.
I DAZI COME STRADA PER BILANCIARE LE ENTRATE USA
Secondo una recente indagine, la Fed dovrebbe considerare i dazi come un aumento dei prezzi una tantum, a cui sarebbe sbagliato rispondere con rialzi dei tassi, che aumenterebbero le probabilità di recessione. Ma le opinioni più recenti del Summary of Economic Projections della stessa Fed indicano che diversi membri stanno facendo esattamente il contrario, nota l’esperto di Natixis IM. La riscossione delle entrate tariffarie è stata citata come una delle motivazioni dell'amministrazione Trump, come anche la riorganizzazione dell'ordine commerciale globale. Considerando che USA importano circa 3.000 miliardi di dollari in beni, e che le imposte sul reddito generano circa 2.000 miliardi, servirebbe una tariffa universale del 66% su tutto ciò che viene importato dagli Stati Uniti per bilanciare.
UNO STRUMENTO PER STRAPPARE CONCESSIONI
Inoltre, prosegue Janasiewicz, rimodellare l'ordine commerciale globale richiederebbe anni, il che induce a supporre che le tariffe siano uno strumento di negoziazione per strappare concessioni, che finora sembra piuttosto efficace. Per ora, le minacce stanno portando al tavolo dei negoziati e Trump sta ottenendo qualche risultato, ma a un certo punto il mercato dovrà fare un passo indietro per vedere il cane che abbaiava ha poi anche morso. Gli investitori sembrano aver scontato almeno in parte queste prospettive, con settori specifici nel mirino di probabili dazi, mentre anche i mercati valutari sembrano essersi adeguati in previsione di possibili dazi, come mostra l’andamento del peso messicano.
IMPATTI PIÙ AMPI CON EFFETTI A CATENA
Ma gli impatti dei dazi possono essere più ampi e investono i comportamenti possibili di importatori e esportatori con effetti a catena su consumi ed economie. L’esperto di Natixis sottolinea che maggiore il dazio, maggiore sarà il colpo agli utili. I settori che si concentrano sul mercato interno ne trarrebbero vantaggio, come le utility, mentre quelli soggetti a entrate da partner “tariffati” saranno i più colpiti, probabilmente il tecnologico, i beni di prima necessità e di consumo discrezionali. Nel mirino di Trump sono i Paesi con consistente surplus commerciale, che vedono Cina, Ue e Messico in cima alla lista.
NELLA UE ESPOSTI AUTO, CHIMICA E MACCHINARI
Per quanto riguarda l'Ue, secondo Janasiewicz i settori che potrebbero subire un impatto sono quelli associati all’auto, alla chimica e ai macchinari, i più importanti delle esportazioni verso gli USA in percentuale del PIL. A peggiorare le cose, l'impatto di secondo effetto derivante dalle economie europee orientate all'export. L'Europa ricava quasi il 25% delle sue entrate dai Mercati Emergenti, ed è probabile che anche l'impatto dei dazi sulle merci cinesi si faccia sentire, in particolare per i marchi di lusso e le auto.
POSSIBILE VENTO CONTRARIO ALLA CRESCITA EUROPEA
Inoltre, sottolinea l’esperto di Natixis IM, la semplice incertezza che circonda la minaccia dei dazi potrebbe iniziare a pesare anche sul sentiment, agendo come vento contrario alla crescita che sta faticando ad accelerare. In questo doppio scenario e con l'aggiunta di potenziali azioni di ritorsione, secondo Janasiewicz potremmo assistere a un calo degli EPS europei, vale a dire gli utili per azione, compreso tra il 5 e l'8%.
FONDAMENTALI ANCORA FAVOREVOLI AGLI UTILI MA LA FIDUCIA POTREBBE ERODERSI
In conclusione, con l'incertezza che circonda i dazi e l'economia globale, è difficile posizionarsi di conseguenza. I fondamentali di fondo rimangono favorevoli alla crescita degli utili. Ma l’esperto di Natixis avverte che se il sentiment e la fiducia dovessero erodersi di fronte all'incombente minaccia dei dazi, il quadro potrebbe cambiare rapidamente.