Cosa aspettarsi

Germania al voto, i temi da monitorare e le conseguenze sui portafogli secondo analisti e gestori

Le elezioni tedesche rappresentano uno snodo cruciale anche per l’Europa: ecco cosa potrebbe succedere secondo gli esperti delle case di investimento

di Antonio Cardarelli 22 Febbraio 2025 09:30

financialounge -  Elezioni Germania mercati
Il 23 febbraio i cittadini tedeschi andranno a votare per eleggere il nuovo Parlamento. Un voto molto delicato per la Germania, alle prese con una recessione economica dovuta principalmente alla crisi del settore automobilistico. I tre candidati favoriti sono Friedrich Merz (cristiano-conservatori), Alice Weidel (AfD) e Olaf Scholz (Spd). Inutile dire che l’esito delle elezioni tedesche avrà conseguenze per l’intero continente europeo, trattandosi della prima economia. Ecco una sintesi delle analisi di economisti ed esperti nel mondo degli investimenti e del risparmio gestito.

AXA INVESTMENT MANAGERS


Secondo François Cabau, Senior Eurozone Economist AXA Investment Managers, la Germania è pronta a ripensare le sue politiche e si prevede che gli effetti positivi si concretizzeranno, anche se con un certo ritardo. L’esperto si attende un esito favorevole alla Cdu, ma senza la possibilità di formare subito un governo. “Il tempo è fondamentale per far ripartire l’economia – commenta Cabau - tenuto conto delle sfide a breve e medio termine che deve affrontare. Pur accogliendo con favore il cambiamento della linea economica della Germania verso un'agenda a favore della crescita, riteniamo che si avranno effetti positivi marcati con un ritardo significativo”. Tra le discussioni più importanti è, secondo l’esperto di AXA Investment Managers, quella relativa al freno al debito sancito dalla costituzione tedesca, che limita il deficit federale allo 0,35% del Pil. Oltre alle sfide strutturali che influenzeranno il futuro economico della Germania.

STATE STREET GLOBAL ADVISOR


Elliot Hentov, Head of Macro Policy Research di State Street Global Advisors, prevede la formazione di una coalizione centrista con un mandato limitato, senza scossoni macroeconomici nel breve termine. Lo scenario peggiore sarebbe quello di una coalizione formata da tre partiti, quindi con capacità di iniziativa politica ancora minori. La Germania ricorda l’esperto, negli ultimi cinque anni ha vissuto la peggiore performance economica se si escludono i periodi di guerra e ora il Paese ha bisogno di investimenti, anche perché l’euro debole – a causa della concorrenza cinese – non garantisce una ripresa delle esportazioni. La discussione sullo sforamento del deficit è aperta, ma una riforma sembra lontana.

SCHRODERS


Schroders Economics Team continua ad aspettarsi uno scenario di stagflazione nell’Eurozona con previsioni di crescita per il 2025 dall'1,2% all'1,1% a causa della cautela dei consumatori in Francia e Germania. Secondo gli esperti, la formazione di una grande coalizione in Germania potrebbe far aumentare la fiducia economica e dare impulso alle spese delle famiglie. Ma le questioni strutturali che interessano il settore manifatturiero tedesco “rimarranno irrisolte quest’anno” e le politiche economiche non dovrebbero avere effetto prima del 2026. Anche secondo Schroders Economics Team una coalizione a tre partiti sarebbe meno stabile e minerebbe la capacità del governo di affrontare le questioni economiche, senza dimenticare il rischio rappresentato dalle politiche di Trump.

DPAM


“La Germania sta cercando il modo di adattarsi a un mondo in evoluzione. Non è il primo paese a provarci e non sarà l'ultimo – commenta Lowie Debou, Fund Manager, DPAM. È normale che l'attuale classe dirigente abbia difficoltà a comprendere, accettare e reagire a questa situazione, ma non è troppo tardi. È sempre più evidente che le imprese e i consumatori stanno lottando e diventando più espliciti al riguardo. Ora spetta ai responsabili politici recepire il messaggio”. Secondo l’esperto, il mercato sta sopravvalutando la volontà del prossimo governo di affrontare le sfide della Germania.

TWENTYFOUR AM (VONTOBEL)


Felipe Villarroel, portfolio manager di TwentyFour Asset Management (Vontobel) vede il rischio di un aumento della pressione sui Bund tedeschi e mette al primo posto tra le possibili conseguenze macroeconomiche l’aumento del deficit di bilancio. Per farlo, evidenzia l’esperto, serve una maggioranza dei due terzi in Parlamento, quindi sarà fondamentale il risultato che otterranno i partiti dell’estrema destra e dell’estrema sinistra. “Per ora, i mercati ritengono probabile che vi sarà un aumento della spesa, anche se non in misura drammatica, il che ci sembra corretto. Ciò potrebbe comportare una certa pressione sui titoli di Stato, dal momento che i mercati prevedono una maggiore offerta, cosa che è già visibile negli ultimi giorni sui bund. Un altro fattore da guardare con attenzione è la spesa per la difesa, in particolare quanto sarà a carico dell’Europa, se si decidesse per una spesa comune, e quanto invece peserà sui singoli Stati membri”, commenta Villarroel.

CAPITAL GROUP


Secondo Beth Beckett, Economista di Capital Group, in prospettiva futura il premio al rischio delle azioni tedesche potrebbe scendere ulteriormente. “Molto dipenderà dalla composizione parlamentare postelettorale, ma sembra probabile un allentamento del freno al debito che da tempo costituisce un vincolo per gli investimenti pubblici in Germania”, spiega Beckett. L’altro fattore da tenere d’occhio è quello degli investimenti nei settori della difesa e dell’energia pulita che, secondo l’esperta, dovrebbero continuare a favorire il mercato azionario tedesco. “Il vantaggio comparativo tedesco in termini di tecnologie verdi significa che, mentre gli altri Paesi investono nella decarbonizzazione, la Germania dovrebbe continuare a registrare guadagni”, commenta l’esperta di Capital Group.

CANDRIAM


Anche secondo Florence Pisani, Chief Economist e Stefan Keller, Senior Multi-Asset Strategist di Candriam, le riforme saranno fondamentali per la ripartenza dell’economia dopo i fasti del 2005-2017. Oggi, sottolinea l’esperta, l’economia tedesca è stagnante e sembra addirittura rimanere indietro rispetto al resto d’Europa e il settore industriale, motore della Germania, si muove al rallentatore principalmente a causa della frenata dell’automotive dovuta soprattutto alla Cina. Il bisogno di investimenti, spiega Pisani, è urgente e secondo gli industriali tedeschi serviranno 1.400 miliardi di euro entro il 2030 e un’opzione potrebbe essere di creare fondi ad hoc “fuori bilancio” per finanziare infrastrutture e difesa.

ABRDN


Felix Feather, Economista di abrdn, vede un probabile cambio di governo – con Merz cancelliere – scaturire dalle prossime elezioni. Merz propone di incentivare gli investimenti privati attraverso tagli alle imposte sul reddito e sulle società, oltre a una deregolamentazione dell’economia. “Queste riforme potrebbero effettivamente stimolare gli investimenti privati, sebbene le famiglie potrebbero invece destinare i risparmi derivanti dalla riduzione delle imposte all’aumento dei consumi”, analizza Feather. Lo stesso Merz si è detto favorevole a una riforma del freno al debito, ma non sarà facile farla passare in Parlamento. “Nel complesso, continuiamo a ritenere che le prospettive di crescita a lungo termine della Germania siano tra le peggiori dell'Eurozona. Tuttavia, con le giuste riforme strutturali, ci sono margini di miglioramento e persino un’attuazione parziale di queste misure potrebbe portarci a rivedere al rialzo le nostre aspettative”, spiega l’esperto di abrdn.

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