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Ue nel mirino di Trump tra pressioni e incertezze sui dazi: ecco gli scenari

Abrdn, in due commenti di Lizzy Galbraith e Felix Feather, spiega come inquadrare correttamente il tema e valutare al meglio le implicazioni di dazi al 25% che colpirebbero soprattutto i Paesi del Nord

di Stefano Caratelli 1 Marzo 2025 09:00

financialounge -  abrdn dazi Usa donald Trump Unione europea
Investitori e mercati si interrogano sul possibile impatto e sulle conseguenze dei dazi del 25% sulle importazioni dall’Europa annunciati dal presidente USA Donald Trump per orientare il posizionamento di portafoglio nel modo più appropriato, valutando diverse ipotesi e scenari. Abrdn propone due commenti di Lizzy Galbraith, economista politica, e Felix Feather, economista, per inquadrare il problema e valutare al meglio le implicazioni.In particolare, Trump ha dichiarato che le importazioni dall’UE in USA saranno soggette a un dazio del 25% sulle auto e su “tutte le altre cose”, dopo aver espresso forti critiche alla politica della UE, evidenziando le normative e il sistema fiscale come esempi di barriere non tariffarie che gli USA intendono contrastare nell’ambito della politica di reciprocità, e ribadendo le critiche ai deficit commerciali dell’UE e alle sue spese per la difesa.

LA UE POTREBBE FARE CONCESSIONI COMMERCIALI E TARIFFARIE


Lizzy Galbraith ritiene probabile nei prossimi mesi l’annuncio di dazi su settori strategici come acciaio e alluminio, automotive, semiconduttori e prodotti farmaceutici, mentre alcuni dazi potrebbero essere introdotti nell’ambito della politica tariffaria reciproca, la cui applicazione è prevista a partire dal 2 aprile 2025. L’esperta di abrdn prevede che l’UE cercherà di fare concessioni commerciali sia tariffarie che non tariffarie per evitare la piena imposizione dei dazi annunciati, e cita tra le alternative possibili sono un impegno ad aumentare la spesa per la difesa o accordi per l’acquisto di beni.

I DAZI POTREBBERO ESSERE INFERIORI AGLI ANNUNCI DI TRUMP


Di conseguenza, prosegue Galbraith, una delle ipotesi chiave dello scenario di base di abrdn è che i dazi permanenti sull’UE risultino inferiori rispetto a quanto dichiarato inizialmente, ma permane un elevato grado di incertezza sulla strategia commerciale della Casa Bianca in questa fase, in particolare sulle modalità di applicazione della politica tariffaria reciproca, che sarà annunciata il 2 aprile 2025, mentre resta possibile l’imposizione di dazi permanenti di entità e portata significativamente maggiori.

UN IMPATTO SIGNIFICATIVO MA DISOMOGENEO


Felix Feather aggiunge che, se gli Usa imporranno dazi del 25% su alcune o tutte le esportazioni dell'UE, l'impatto macroeconomico sull'Unione sarebbe significativo e disomogeneo. Le precedenti analisi di abrdn suggerivano che dazi generalizzati del 10% avrebbe ridotto il PIL dell'Eurozona dello 0,3-0,9% rispetto a uno scenario senza incertezze commerciali, mentre dazi generalizzati del 25% avrebbero un impatto più significativo.  Nello scenario di base di abrdn, gli USA punteranno principalmente ai beni su cui registrano un ampio deficit commerciale con l'UE, ma che non dipendono dalle forniture europee.

GLI USA POTREBBERO SCEGLIERE DI RISPARMIARE LA CHIMICA


L’esperto di abrdn cita i macchinari e le attrezzature per il trasporto come le categorie che meglio si adattano a questo parametro, il che sarebbe in linea con le critiche che Trump muove da tempo all’industria automobilistica europea. Il deficit commerciale USA con l'UE nel settore chimico è di entità simile, ma gli Stati Uniti potrebbero scegliere di non colpire il comparto, data l'importanza dei fornitori europei per il mercato farmaceutico USA e la rilevanza politica dei prezzi dei farmaci. Se il pacchetto finale di dazi dovesse includere i prodotti chimici, secondo Feather, l'impatto sull'Eurozona potrebbe essere davvero molto forte, simile a quello di un dazio generalizzato.

IMPATTO PIÙ FORTE SULLE ECONOMIE UE PIÙ IN DIFFICOLTÀ


L'impatto dei dazi si farebbe sentire in modo più acuto nelle economie più in difficoltà dell’Eurozona; in particolare, la Germania, molto esposta ai dazi su auto e macchinari, mentre le economie dell’Europa meridionale, più orientate ai servizi, risultano meglio protette. Le implicazioni macroeconomiche dell’imposizione di dazi pari al 25% da parte degli Stati Uniti sull'Unione Europea sarebbero rilevanti, soprattutto se riguardasse un’ampia gamma di prodotti.

MANIFATTURA PIÙ ESPOSTA, POSSIBILI CONCESSIONI


Gli Stati dell'Europa settentrionale e centrale, caratterizzati da un'industria manifatturiera intensiva, subirebbero il contraccolpo maggiore, sottolinea l’esperto di abrdn, ma si potrebbero ancora evitare dazi generalizzati se gli USA ottenessero concessioni dall'UE in altri settori.

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