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Giusta prospettiva

Altro che recessione, Wall Street può guadagnare ancora un 10% nel 2025

I dazi giustamente preoccupano le Borse, ma il catastrofismo è sbagliato e l’S&P500 può chiudere l’anno ben sopra quota 6000, come ancora pensa anche Goldman Sachs

di Controredazione 13 Marzo 2025 10:22

financialounge -  azioni Goldman Sachs mercati recessione The Contrarian Wall Street
Come abbiamo già scritto in questa rubrica Contrarian, non ci sarà nemmeno stavolta nessuna grande recessione americana, come invece subito scritto da tanti dopo lo scorso lunedì nero del Nasdaq solo per il solito sensazionalismo mediatico fatto per cercare di fare facile audience (si sbatte subito la parola recessione in prima pagina con titolone per fare click, e lo sanno tutti). Sì, i dazi di Trump sono un grosso problema, ma concretamente a medio termine rischiano di portare una quota di inflazione, più che la certezza di una grande recessione. E poi, con una Unione Europea che giustamente è subito intervenuta annunciando contro-dazi sui prodotti americani, la partita negoziale è aperta. L’Europa è un mercato troppo ricco perché gli Usa ci possano rinunciare con leggerezza, quindi Trump dovrà fare almeno in parte marcia indietro. Senza contare che un’eventuale svolta sul fronte ucraino, un’eventuale pace (che deve essere giusta, non una resa all’invasore russo), nel caso sarebbe un bell’elemento nuovo che darebbe vigore anche ai mercati finanziari. E veniamo proprio ai mercati, a Wall Street in particolare: cosa aspettarsi dunque quest’anno? Succederà che, nonostante appunto i soliti irresponsabili titoloni di giornale visti ancora una volta in questi giorni, non ci sarà un anno nero, anzi i listini azionari possono salire di nuovo e molto probabilmente lo faranno andando a chiudere il 2025 a valori superiori a quelli attuali.

PREVISIONI DI GOLDMAN SACHS PER WALL STREET


Basta vedere ad esempio cosa pensano in Goldman Sachs. E, nei momenti di massima confusione e incertezza, è più che mai buona regola fare grande selezione delle proprie fonti di informazione, togliendo appunto tutto quell’inutile rumore di fondo, quella cagnara, fatta da quei tanti media dove regna una buona dose di ignoranza finanziaria unita proprio a quella abitudine di gridare sempre alla imminente catastrofe con l’obiettivo di ramazzare click generando panico, per concentrare la propria attenzione su una ristretta lista di voci autorevoli e che indubbiamente sanno di quello che parlano e conoscono davvero i mercati. E beh, su questa ideale lista sicuramente c’è, e pure tra le prime posizioni, una casa come Goldman Sachs. Ebbene, cosa dicono ora? Parlando di Wall Street, Goldman Sachs riduce il suo target 2025 per l'indice S&P 500, ovvero il suo livello di obiettivo per fine anno, a quota 6.200 punti dai precedenti 6.500. E questo ovviamente per tutta l'incertezza innescata dai dazi annunciati da Trump, che rischiano di incidere sulle prospettive di crescita economica. Ragionamento più che giusto e fatto con la giusta razionalità e i giusti pesi. E - qui sta il punto - il target è sì abbassato, ma resta comunque sopra l’importante livello anche psicologico dei 6.000 punti, e di circa un 10% sopra i livelli attuali. Dunque, con ancora un corposo possibile rialzo da qui a fine anno. Tutt’altra musica rispetto a chi prevede disastri e tracolli.

LA RESILIENZA DEL SISTEMA


Il sistema Usa è resiliente e lo ha sempre dimostrato, anche nei recenti anni. Idem e in parallelo Wall Street, e basta vedere un grafico storico dell’ultimo secolo per rendersene conto, un esercizio che ogni tanto varrebbe la pena di fare. Negli ultimi anni per motivi diversi tanti piccoli risparmiatori e investitori, spaventati dalle sirene d’allarme di media irresponsabili, sono corsi a vendere tutto quello che avevano in azioni o fondi comuni, per magari mettere tutto in titoli di Stato allettati da pubblicità stile repubblica delle banane che promettevano di poter farsi così poi una bella la crociera, e poi, se hanno fatto i giusti calcoli e confronti, si sono pentiti. Quando si parla di investimenti serve sempre razionalità, più che mai in congiunture complesse e incerte come quella che stiamo vivendo per il caos da dazi innescato da Trump. Prima di fare mosse azzardate o estreme nella gestione di portafoglio bisogna sempre ponderare bene, e magari se non si è esperti abbastanza ascoltare professionisti della consulenza che possono spesso dare innanzitutto una visione diversa da una magari dettata solamente dall’emotività del momento del piccolo risparmiatore.

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