Sunday View

La Cina riaccoglie Jack Ma: le strategie di Xi contro il tech Usa

Dopo qualche anno lontano dalle scene, il padre di Alibaba torna a farsi vedere a un evento pubblico proprio in questi giorni, trovando un tech cinese profondamente cambiato, per motivi di politica interna e, soprattutto, esterna

di Lorenzo Cleopazzo 16 Marzo 2025 09:30

financialounge -  Alibaba cina economia Jack Ma sunday view
Si può dire?

No, secondo qualcuno non si può dire, ma secondo altri sì. Che è questa storia? Si può dire, o non si può dire? Dipende? Eh no, questa volta non ci salviamo così. Forse siamo ancora legati ai nostri vecchi libri scolastici e ora sono stati cambiati, o forse è tutto un effetto Mandela e in realtà siamo vittime di un falso ricordo di tipo linguistico. Si può dire “ma però”? Su le mani chi pensa di sì; ora su le mani chi pensa di no. Anche voi, laggiù, non vale astenersi!

La risposta ce la dà l’Accademia della Crusca che sancisce che – rullo di tamburi – si può dire! La doppia congiunzione è un rinforzo, non un errore. E per “a me mi”, vi chiederete ora? Idem: nessun errore. Potete andare a chiedere i danni alle maestre per tutti quei segni rossi sui fogli delle verifiche.

Ciò che, invece, proprio non si può dire, è che i regolatori statali cinesi non svolgono bene il loro lavoro. Su questo la Crusca avrà poca voce in capitolo, ma probabilmente anche loro concorderanno che è meglio evitare certe cose. Non sono errori da matita rossa, ma proprio da cancellazione. Da cancellazione dalla società. Niente di cruento, per carità, giusto qualche annetto d’esilio e la perdita delle proprie aziende.

D’altro canto, se sei il cittadino più ricco e famoso del tuo Paese, che sarà mai. Giusto? Beh, non proprio. Però puoi diventare una pedina importante delle strategie di politica interna ed estera del tuo presidente!

Nel Sunday View di questa settimana torniamo in Oriente per guardare in Occidente, raccontando la storia di un uomo che – forse – non voleva sfidare il potere, ma che si è trovato a farlo, venendo sconfitto.

D’altro canto, ci sta anche perdere se sei il cittadino più ricco e famoso... Anzi, eri.

JACK MA, PERÒ


Se sei il cittadino più ricco e famoso del tuo Paese, corri il rischio di mettere in ombra il tuo presidente. E se il tuo presidente non è uno che ama essere messo in ombra, forse qualche rischio lo corri. E se poi ti metti a criticare i regolatori statali che ordinano il settore tech cinese, allora sai che sei proprio in pericolo. Tutto questo è stato Jack Ma fino al 2020, quando il fondatore di Alibaba, in un discorso pubblico, si lasciò sfuggire qualche parolina di troppo sulla regolamentazione finanziaria cinese. Risultato? Ma si vide bloccato dalle autorità l’Ipo da 35 miliardi di dollari di Ant Group, ramo fintech di Alibaba, oltre che un’indagine dell’antitrust su Alibaba stessa. E poi? E poi arrivò il crollo del suo patrimonio – 24 miliardi del 2023 dagli oltre 66 del 2020 –, il ritiro dalla vita pubblica, fino all’esilio per qualche anno. E sì, lo zampino del governo centrale cinese è abbastanza evidente. Il nostro “turista per caso” è stato visto in Giappone, in Israele, negli Usa, in Thailandia, e – secondo Bloomberg – anche a Honk Kong, dove avrebbe avuto degli incontri con alcuni esponenti d’alto livello dirigenti del settore fintech. Si è tenuto impegnato, insomma. Alla fine di questo suo girovagare, però, pare che Jack Ma sia tornato in patria, apparendo nei giorni scorsi a un evento pubblico e incontrando persino Xi Jinping.

Cos’è successo, nel frattempo, perché si calmassero le acque? Semplice: Jack Ma ha fatto un passo indietro.

L’imprenditore ha cominciato a ridurre il suo impegno diretto nelle sue società, mantenendo solo una piccola quota azionaria. Al contrario, il governo cinese ha iniziato un’opera di contenzione del settore tecnologico, tanto importante e osservato anche in Occidente. Tutto questo sembra aver riscosso la soddisfazione dei vertici del Partito Comunista Cinese, tanto da reintegrare Ma in via ufficiosa tra i profili di punta del Paese. Anche se, probabilmente, con riserva.

Un settore rieducato, una figura di spicco conformata e una potenza economica pronta a fare fronte comune contro le sfide lanciate dalle Big tech occidentali: questa è la vittoria di Xi. Tutto deve filare liscio, tutto deve essere conformato, tutto deve essere Cina.

L’ALTRO FOUCAULT


Tutto deve essere controllato, direbbe Foucault. E non Jean Bernard, il fisico, quello del pendolo, ma omonimo Michel. Il celebre filosofo francese del secolo scorso scriveva che il potere moderno agisce soprattutto controllando ciò che può essere detto e pensato. Come fare? Semplice: punendo chi trasgredisce per rieducare e normalizzare i comportamenti. È un po’ quello che è successo con le Big tech cinesi – Alibaba in primis –, bloccate quando stavano acquisendo un potere economico e un prestigio sociale troppo grande, gestendo dati, pagamenti digitali e infrastrutture strategiche che avrebbero fatto così comodo al governo centrale. E quindi? E quindi regolando queste grandi aziende, Xi ha riequilibrato il settore del tech nella maniera più consona, facendo sì che tutto andasse nella direzione tracciata per la Cina.

E se vi sembra spaventoso, è perché ancora – forse – non avete letto del Panopticon: questa è una delle metafore fondamentali del pensiero di Foucault e si ispira a un modello di prigione distopica, dove tutte le celle sono potenzialmente osservabili, e i prigionieri, che non sanno se sono osservati o meno, si autocensurano per paura della punizione. Ricorda qualcosa? Per esempio Jack Ma che già aveva rinunciato al controllo delle sue aziende, e ora dichiara anche di volersi ritirare dagli affari per dedicarsi ad altre attività. Come dire: “Non serve un’altra vacanza forzata, ho capito la lezione”.

ESSERE PREVEDIBILI


Chi sorveglia controlla, ci dice Foucault, e nell’era del digitale questo controllo è portato all’ennesima potenza. Ecco, anche, perché tanta attenzione prima-durante-dopo la vicenda di Jack Ma da parte di Xi verso il settore tech: voleva renderlo prevedibile. Ridimensionando il più ricco e potente imprenditore del Paese, che aveva costruito la propria fortuna con la sua azienda, sfuggita inizialmente al controllo statale, il governo ha fatto capire che non c’era spazio per modelli occidentali, per uomini artefici di sé stessi, per storie alla “American Dream”. Il businessman è una cosa da capitali europee o da poli tecnologici statunitensi: in Oriente non si fanno certe cose.

La mossa di Xi, però, non è solo strategica per l’interno, ma è importante soprattutto per l’esterno, specialmente oggi, con un Trump in più sulla scacchiera globale. Contro un Paese in cui ieri si inneggiava al Black Lives Matter e oggi se ne rimuovono i simboli, in cui prima si gestiva la politica estera in un modo e ora si va – apparentemente – in un altro; contro un Paese in cui le Big Tech possono fare il bello e il brutto tempo; contro un Paese che è guidato da un leader imprevedibile, la Cina dev’essere all’opposto. La Cina deve tutelare i simboli a cui si è sempre rivolta, ieri e oggi; deve rimanere fedele alla propria linea sociale e politica, permettendo il cambiamento a patto che sia mutuato dal governo centrale; i giganti del tech devono essere al servizio del Paese; il leader deve rappresentare il Paese e il Paese non può essere imprevedibile.

Abbiamo detto che per Foucault tutto deve essere controllato, che il potere moderno vuole gestire ciò che può essere detto o pensato, e il nostro Jack Ma si era discostato da questo paradigma in un Paese in cui è pericoloso farlo. Foucault direbbe che non si tratta solo di un caso individuale, ma di una strategia di potere: il governo cinese ha mandato un messaggio chiaro a tutti gli imprenditori e alle grandi aziende tecnologiche: nessuno può sfidare la Res Publica senza conseguenze. E in quest’opera di rieducazione, lo stesso Ma è lo studente modello.

BONUS TRACK


Che poi è facile essere lo studente modello... Basta conformarsi a quello che dice l’insegnante, vero, Jack?

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