Commodity

Neuberger Berman svela cosa influisce di più sulle materie prime tra l’accordo in Ucraina e i dazi

Ci potrebbero essere all’orizzonte molti ostacoli che frenano i prezzi delle commodities ma anche molte interessanti opportunità soprattutto con le strategie attive che possono bilanciare i rischi e coprire l'inflazione

di Fabrizio Arnhold 19 Marzo 2025 08:00

financialounge -  commodity dazi Neuberger Berman ucraina
Il mercato delle materie prime è fortemente intrecciato con l’andamento economico globale e con le dinamiche macro economiche. In quest’ottica, Hakan Kaya, gestore del fondo Neuberger Berman Commodities, ha analizzato le potenziali influenze sulle materie prime di un accordo Usa/Ucraina e dei dazi commerciali.

ACCORDO TRUMP – PUTIN


“Se l'accordo Trump – Putin, con Kiev e l’Europa diretti interessati, spianasse la strada a una tregua più ampia ci potrebbe essere la rimozione delle sanzioni o dei limiti di prezzo sul petrolio russo che Mosca venderebbe a prezzi di mercato, spingendo potenzialmente il greggio verso l'alto. Un cessate il fuoco potrebbe inoltre comportare un rallentamento dell'offerta di grano, esportato in modo aggressivo da Russia e Ucraina per finanziare gli sforzi bellici, sostenendo i prezzi di grano e mais. Nel frattempo, la ricostruzione dell'Ucraina stimolerebbe la domanda di materie prime industriali come acciaio, cemento ed energia” spiega Kaya.

MINORE AVVERSIONE AL RISCHIO


Secondo il manager un'attenuazione della guerra potrebbe ridurre l'avversione al rischio incoraggiando gli investimenti delle imprese europee nelle materie prime, dai metalli all'energia. Stessa dinamica, a lungo termine, sui minerali critici in Ucraina (litio, titanio e terre rare), elementi chiave per le batterie, l'industria aerospaziale e la difesa. “Se l'accordo rafforzerà l'accesso degli Stati Uniti a questi materiali, i rischi della catena di approvvigionamento potrebbero ridursi rendendo più interessanti gli investimenti nei settori ad alta intensità di materie prime e favorendo una crescita sostenuta della domanda” specifica Kaya.

L’IMPATTO DEI DAZI STATUNITENSI


Il manager passa poi ad analizzare l'impatto dei dazi statunitensi sulle prospettive delle materie prime e non esclude contromosse fiscali in Cina e in Europa come ritorsioni ai dazi statunitensi. “Pechino potrebbe adottare un allentamento fiscale e monetario aggressivo, in particolare nei settori in cui vuole mantenere la leadership globale, come le energie rinnovabili, i veicoli elettrici e la produzione high-tech spingendo le scorte (e i prezzi) di metalli industriali come il rame e l'alluminio, rafforzando la domanda in tutto il complesso delle materie prime” specifica il manager di Neuberger Berman. L’Europa, da anni alle prese con una recessione manifatturiera, potrebbe varare un'espansione fiscale e monetaria su larga scala aumentando la spesa pubblica per le infrastrutture e rilanciando l’industria: un’iniezione di fiducia alle imprese che rafforzerebbe la domanda di metalli, energia e altre materie prime.

ORO PARTICOLARMENTE INTERESSANTE


In questo contesto, Kaya reputa l'oro particolarmente interessante per diversi motivi. E’ storicamente una copertura affidabile contro l'inflazione e il potenziale aumento delle tariffe di Trump dovrebbe incrementare le pressioni inflazionistiche. Inoltre storicamente i prezzi dell'oro hanno mostrato una forte correlazione con l'aumento del debito pubblico che sembra destinato a crescere nei prossimi anni. “L'oro funge anche da copertura contro i rischi associati al boom degli investimenti in IA e quantistica. Le preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico potrebbero rallentare l'introduzione delle tecnologie AI e portare anche ad una correzione del mercato ampia: in questo scenario, l'oro potrebbe trarre vantaggio dalla ricerca di asset più sicuri da parte degli investitori, in particolare se il dollaro si indebolisse in risposta alle minori aspettative di crescita” argomenta il manager di Neuberger Berman.

IL VALORE AGGIUNTO DELLE STRATEGIE ATTIVE


Non vanno nemmeno trascurate né la costante domanda di oro da parte delle banche centrali spinta dagli sforzi di dedollarizzazione in corso nè l’interesse crescente degli investitori cinesi: con lo yuan alle prese con pressioni di deprezzamento e i titoli azionari cinesi che faticano a sostenere i guadagni, l'oro sta diventando cruciale per preservare la ricchezza. “Un approccio più intelligente e durevole prevede un paniere diversificato di materie prime ad ampio spettro con la adeguata quota di oro, per le sue proprietà di riserva di valore, capace di capitalizzare le opportunità di scarsità basate sui fondamentali della domanda e dell'offerta. Le strategie attive in questo settore possono tenere conto della scarsità del mercato, bilanciare i rischi e spesso sono più adatte a obiettivi come la copertura dell'inflazione e la protezione dalle tariffe doganali” conclude il gestore del fondo Neuberger Berman Commodities.

Trending