L'indagine
I Wealth Manager globali guardano a IA e private asset per aumentare le masse
E’ l’indicazione dell’ultima survey di Natixis Investment Managers che raccoglie le opinioni di 520 professionisti degli investimenti, responsabili di piattaforme di investimento e patrimoni in 20 Paesi
di Stefano Caratelli 28 Marzo 2025 19:00

Il 79% dei wealth manager globali riconosce all'IA il potenziale di accelerare la crescita degli utili nei prossimi dieci anni, e il 58% ha già implementato strumenti di IA, mentre anche i private asset rimangono un obiettivo fondamentale, anche se più di un quarto, il 26%, afferma che l'accesso, o la mancanza di accesso, è una minaccia. Inoltre, dopo il ritorno di Trump, il 57% afferma che i clienti sono più disposti ad assumersi rischi. Geopolitica ed inflazione restano in cima ai timori economici. Sono le principali indicazioni raccolte dall’ultima Natixis IM Wealth Industry Survey, condotta su oltre 520 professionisti in 20 Paesi.
Marco Barindelli, Responsabile Italia di Natixis IM, sottolinea che la ricerca di diversificazione e decorrelazione è sempre più sentita e le strutture di prodotto nei Private Assets consentono un accesso più puntuale e capillare anche per i segmenti di clientela oggi non esposti. La volontà di investire su questa asset class è il denominatore comune per tutti gli intervistati, ma in Italia il gap da colmare rispetto agli asset liquidi è ancora più importante e di conseguenza la velocità di implementazione dovrebbe essere più veloce, secondo Barindelli.
Dalla survey di Natixis emerge che negli ultimi cinque anni i wealth manager hanno registrato una decisa crescita, con un aumento degli asset in gestione del 20% a livello globale. Una spinta quest'anno ancora più marcata, con la previsione per il 2025 di un incremento medio degli Asset gestiti del 13,7%, anche se non sarà facile centrarla di fronte ai cambiamenti geopolitici, all'incertezza economica e ai rapidi progressi tecnologici. La volatilità resta in primo piano e la prima preoccupazione sono i conflitti geopolitici (38%) seguiti dall'inflazione (37%), mentre il 66% prevede solo tagli contenuti dei tassi per la propria regione.
Resta alto comunque il potenziale di investimento dell'IA e le società di gestione stanno cercando di sfruttare i vantaggi della nuova tecnologia in tre aree chiave: potenziale di investimento, miglioramento dei processi interni e utilizzo per migliorare le operazioni commerciali e il servizio ai clienti. Inoltre, il 58% dichiara di aver già implementato strumenti di IA con la più alta concentrazione di early adopter nelle società di wealth management in Germania (72%), Francia (69%) e Svizzera (64%). Ma la tecnologia può essere un'arma a doppio taglio, e il 52% teme anche che contribuisca a rendere la robo-advice una minaccia competitiva significativa.
Cecile Mariani, Head of Global Financial Institutions, Natixis IM ha spiegato che nel 2025 i wealth manager dovranno affrontare un'ampia gamma di sfide, dall'educare i clienti ai benefici legati agli investimenti in ambito privato alla ricerca dei modi migliori per integrare l’Intelligenza Artificiale nei processi di investimento e di business. Ma, nonostante i potenziali ostacoli, i wealth manager sono fiduciosi di poter sfruttare i potenziali disruptor per sbloccare nuove opportunità e raggiungere gli obiettivi di crescita delle masse previsti nel 2025.
Le società di wealth management devono affrontare sfide più immediate per soddisfare le preferenze di investimento e le aspettative di ritorno dei clienti, e stanno attingendo a una gamma più ampia di veicoli e asset class. A livello globale, i portafogli si affidano a un mix di asset quotati per l'88% e privati per il 12%, un divario destinato a ridursi con l'intensificarsi dell'attenzione per i mercati privati, con quasi la metà convinta che soddisfare la domanda di asset non quotati sarà un fattore critico nei piani di crescita. Oltre un quarto afferma che l'accesso agli asset privati, o la loro mancanza, rappresenta una minaccia.
Ma nuove strutture di prodotto stanno contribuendo ad alleggerire la pressione, con con maggiori similitudini con il mondo retail. La prossima sfida sarà l'educazione, perché la comprensione della liquidità da parte dei clienti può essere un ostacolo. Oltre il 90% prevede comunque di aumentare o conservare l’offerta di private credit e di aumentare o conservare gli investimenti in private equity sulle proprie piattaforme. Pochi ritengono che le cose cambieranno, con il 63% che vede ancora un delta significativo nei ritorni tra i mercati privati e quotati, con il 69% convinto che, nonostante valutazioni elevate, gli asset privati abbiano un buon valore nel lungo periodo.
ASSET PRIVATI, IN ITALIA IL GAP DA COLMARE È PIÙ AMPIO
Marco Barindelli, Responsabile Italia di Natixis IM, sottolinea che la ricerca di diversificazione e decorrelazione è sempre più sentita e le strutture di prodotto nei Private Assets consentono un accesso più puntuale e capillare anche per i segmenti di clientela oggi non esposti. La volontà di investire su questa asset class è il denominatore comune per tutti gli intervistati, ma in Italia il gap da colmare rispetto agli asset liquidi è ancora più importante e di conseguenza la velocità di implementazione dovrebbe essere più veloce, secondo Barindelli.
PROSEGUE NEL 2025 LA CRESCITA DELLE MASSE GESTITE
Dalla survey di Natixis emerge che negli ultimi cinque anni i wealth manager hanno registrato una decisa crescita, con un aumento degli asset in gestione del 20% a livello globale. Una spinta quest'anno ancora più marcata, con la previsione per il 2025 di un incremento medio degli Asset gestiti del 13,7%, anche se non sarà facile centrarla di fronte ai cambiamenti geopolitici, all'incertezza economica e ai rapidi progressi tecnologici. La volatilità resta in primo piano e la prima preoccupazione sono i conflitti geopolitici (38%) seguiti dall'inflazione (37%), mentre il 66% prevede solo tagli contenuti dei tassi per la propria regione.
ALTO POTENZIALE D’INVESTIMENTO DELL’IA
Resta alto comunque il potenziale di investimento dell'IA e le società di gestione stanno cercando di sfruttare i vantaggi della nuova tecnologia in tre aree chiave: potenziale di investimento, miglioramento dei processi interni e utilizzo per migliorare le operazioni commerciali e il servizio ai clienti. Inoltre, il 58% dichiara di aver già implementato strumenti di IA con la più alta concentrazione di early adopter nelle società di wealth management in Germania (72%), Francia (69%) e Svizzera (64%). Ma la tecnologia può essere un'arma a doppio taglio, e il 52% teme anche che contribuisca a rendere la robo-advice una minaccia competitiva significativa.
NUOVE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA
Cecile Mariani, Head of Global Financial Institutions, Natixis IM ha spiegato che nel 2025 i wealth manager dovranno affrontare un'ampia gamma di sfide, dall'educare i clienti ai benefici legati agli investimenti in ambito privato alla ricerca dei modi migliori per integrare l’Intelligenza Artificiale nei processi di investimento e di business. Ma, nonostante i potenziali ostacoli, i wealth manager sono fiduciosi di poter sfruttare i potenziali disruptor per sbloccare nuove opportunità e raggiungere gli obiettivi di crescita delle masse previsti nel 2025.
UNA GAMMA PIU AMPIA DI VEICOLI E ASSET CLASS
Le società di wealth management devono affrontare sfide più immediate per soddisfare le preferenze di investimento e le aspettative di ritorno dei clienti, e stanno attingendo a una gamma più ampia di veicoli e asset class. A livello globale, i portafogli si affidano a un mix di asset quotati per l'88% e privati per il 12%, un divario destinato a ridursi con l'intensificarsi dell'attenzione per i mercati privati, con quasi la metà convinta che soddisfare la domanda di asset non quotati sarà un fattore critico nei piani di crescita. Oltre un quarto afferma che l'accesso agli asset privati, o la loro mancanza, rappresenta una minaccia.
LA SFIDA DELL’EDUCAZIONE DEI CLIENTI
Ma nuove strutture di prodotto stanno contribuendo ad alleggerire la pressione, con con maggiori similitudini con il mondo retail. La prossima sfida sarà l'educazione, perché la comprensione della liquidità da parte dei clienti può essere un ostacolo. Oltre il 90% prevede comunque di aumentare o conservare l’offerta di private credit e di aumentare o conservare gli investimenti in private equity sulle proprie piattaforme. Pochi ritengono che le cose cambieranno, con il 63% che vede ancora un delta significativo nei ritorni tra i mercati privati e quotati, con il 69% convinto che, nonostante valutazioni elevate, gli asset privati abbiano un buon valore nel lungo periodo.